''Dopo l'ondata Omicron il Covid tornerà ma la pandemia sarà finita'', lo studio di The Lancet: ''Tra vaccini e contagi mai così tante persone protette''
Lo studio rivela che intorno al 17 gennaio 2022 c'erano 125 milioni di infezioni Omicron al giorno nel mondo, che è più di dieci volte il picco dell'onda Delta ad aprile 2021. Grazie anche alle vaccinazioni, però, sono tantissimi gli asintomatici (addirittura tra l'80-80% mentre per le precedenti varianti erano sul 40%) e i ''ricoverati che richiedono l'intubazione o sono in fin di vita è diminuita fino all'80-90% in Canada e Sudafrica''. Ecco allora cosa ci aspetta e cosa è stato in numeri

TRENTO. “Il Covid-19 continuerà ma la fine della pandemia è vicina”. È questo il titolo di uno studio pubblicato qualche giorno fa su The Lancet che fa ben sperare per i mesi a venire e che mostra come l'enorme contagiosità di Omicron associata all'alto tasso di vaccinazione raggiunta in diversi Stati del mondo non fermerà il Covid ma permetterà alla popolazione di non temerlo più. Lo studio è firmato da Christopher J. L. Murray che è un medico, economista sanitario e ricercatore, professore all'Università di Washington a Seattle, dove è anche presidente del dipartimento dell’Health Metrics Science e direttore dell'Institute for Health Metrics and Evaluation.
''Le stime basate sui modelli dell'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) - si legge nello studio - suggeriscono che intorno al 17 gennaio 2022 c'erano 125 milioni di infezioni Omicron al giorno nel mondo, che è più di dieci volte il picco dell'onda Delta dell'aprile 2021. L'onda Omicron sta inesorabilmente raggiungendo ogni continente con solo alcuni paesi dell'Europa orientale, del Nord Africa, del sud-est asiatico e dell'Oceania che devono ancora iniziare la loro onda di questa variante SARS-CoV-2.1. Il livello di infezione senza precedenti suggerisce che più del 50% del mondo sarà stato infettato da Omicron tra la fine del novembre 2021 e la fine di marzo 2022''. Quindi vuol dire che in quattro mesi la metà dei cittadini del mondo avrà contratto il virus.
Lo studio, però mostra come nonostante le infezioni globali giornaliere siano aumentate di più di 30 volte dalla fine di novembre 2021 al 17 gennaio 2022, i malati di COVID-19 segnalati in questo periodo sarebbero aumentati solo di sei volte. ''Una revisione sistematica basata sulle precedenti varianti di SARS-CoV-2 - si legge nell'analisi - ha suggerito che il 40% delle infezioni erano asintomatiche. Le prove suggeriscono che la percentuale di infezioni asintomatiche è molto più alta per l'Omicron, forse fino all'80-90%''. E non è tutto: ''Oltre alla proporzione molto più ampia di infezioni asintomatiche, negli Usa il rapporto tra ricoveri COVID-19 e casi rilevati ricoverati è diminuito di circa il 50% nella maggior parte degli Stati rispetto ai picchi precedenti. La proporzione di pazienti COVID-19 ricoverati che richiedono l'intubazione o sono in fin di vita è diminuita fino all'80-90% in Canada e Sudafrica''.
L'altissima contagiosità di Omicron, però, ne fa un nemico comunque molto difficile da affrontare. Con fette così ampie di popolazione infettata, spiega The Lancet, ci saranno molte più persone che ricoverate per altre ragioni verranno trovate positive e quindi andranno comunque messe in isolamento nei reparti Covid e al tempo stesso ci sono medici e infermieri contagiati, anche in maniera asintomatica, che dovranno restare a casa e verranno a mancare negli ospedali. Tutto ciò si traduce, comunque, in una forte pressione sugli apparati sanitari. ''I dati dalla Grecia, tuttavia, lasciano sperare che gli esiti gravi di COVID-19 dell'ondata omicron saranno limitati; dal 21 dicembre 2021 al 17 gennaio 2022 i casi di COVID-19 sono aumentati di quasi 10 volte, ma le intubazioni ospedaliere tra i pazienti ospedalieri COVID-19 sono rimaste le stesse di dicembre''.
Per lo studio, poi, mascherine e campagne vaccinali ''a inseguire'' il virus non basteranno perché Omicron è talmente contagiosa che se presa in ritardo (e purtroppo le politiche nazionali sono sempre in ritardo perché ''costruite'' sul momento e molto raramente in prospettiva, anche perché difficilmente i cittadini capiranno le misure di prevenzione sanitaria ''in anticipo'', semplicemente sottovaluteranno l'emergenza come verificato negli ultimi due anni di pandemia) è molto difficile da fermare. ''L'uso delle mascherine da parte dell'80% della popolazione, per esempio - scrive il docente - ridurrà solo del 10% le infezioni cumulative nei prossimi 4 mesi''. ''Solo nei paesi in cui l'ondata Omicron non è ancora iniziata, l'espansione dell'uso delle maschere in anticipo sull'ondata può avere un effetto più sostanziale. Questi interventi funzionano ancora per proteggere gli individui dalla COVID-19, ma la velocità dell'onda omicron è così veloce che le azioni politiche avranno poco effetto sul suo corso a livello globale nelle prossime 4-6 settimane. L'onda Omicron sembra raggiungere il picco in 3-5 settimane dopo l'inizio dell'aumento esponenziale dei casi segnalati''.
Ancora una volta si sottolinea che la vera arma in più, quella che ha fatto la differenza, rispetto al passato è la vaccinazione perché protegge dalla malattia, dalle ospedalizzazioni e dalle complicazioni più gravi. ''Entro marzo 2022 - scrive Murray - una grande parte del mondo sarà stata infettata dalla variante Omicron. Con i continui aumenti della vaccinazione COVID-19, l'uso in molti paesi di una terza dose di vaccino e gli alti livelli di immunità acquisita dall'infezione, per qualche tempo i livelli globali di immunità alla SARS-CoV-2 dovrebbero essere ai massimi storici. Per alcune settimane o mesi, il mondo dovrebbe aspettarsi bassi livelli di trasmissione del virus''. Il Covid, però, non scomparirà, sia per discorsi legati alla stagionalità sia per l'interconnessione globale che ormai caratterizza il nostro vivere quotidiano. Ma non sarà più un'emergenza pandemica.
''L'immunità - prosegue lo studio su The Lancet - sia da infezione che da vaccinazione, diminuirà, creando opportunità per una continua trasmissione della SARS-CoV-2. Data la stagionalità, i paesi dovrebbero aspettarsi una maggiore trasmissione potenziale nei mesi invernali. L'impatto della futura trasmissione della SARS-CoV-2 sulla salute, tuttavia, sarà minore grazie all'ampia esposizione precedente al virus, ai vaccini regolarmente adattati a nuovi antigeni o varianti, all'avvento degli antivirali e alla consapevolezza che i vulnerabili possono proteggersi durante le ondate future, quando necessario, usando maschere di alta qualità e distanziandosi fisicamente. Il COVID-19 diventerà un'altra malattia ricorrente che i sistemi sanitari e le società dovranno gestire. Per esempio, il tasso di mortalità da Omicron sembra essere simile nella maggior parte dei paesi al livello di una cattiva stagione influenzale nei paesi dell'emisfero settentrionale. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno stimato che la peggiore stagione influenzale dell'ultimo decennio nel 2017-18 ha causato circa 52.000 morti per influenza con un probabile picco di oltre 1500 morti al giorno. L'era delle misure straordinarie da parte dei governi e delle società per controllare la trasmissione della SARS-CoV-2 sarà finita. Dopo l'onda Omicron, COVID-19 tornerà ma la pandemia no''.