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Anche Università di Trento e Cosbi di Rovereto nel megaprogetto da 60milioni di dollari per vaccini più efficaci, veloci e a basso costo

Fra tre anni, grazie al progetto Rna readiness and response, sarà possibile ottenere in un solo mese oltre 20 miliardi di dosi di vaccino, permettendo di produrre anticorpi monoclonali accessibili a tutti a dieci dollari a dose

Pubblicato il - 15 giugno 2022 - 13:15

TRENTO. Grazie alla ricerca nel campo dei vaccini a mRNA si stanno aprendo nuove prospettive, che fra tre anni potrebbero divenire realtà. Fra i vari studi, emerge il progetto R3 (Rna readiness and response), di cui l’Università di Trento (Dipartimento Cibio) e Cosbi di Rovereto sono partner, collaborando alla concretizzazione della possibilità d’impiego di una rivoluzionaria tecnologia, in grado di sviluppare in un solo mese oltre 20 miliardi di dosi di vaccino, permettendo di produrre anticorpi monoclonali accessibili a tutti e a basso costo, passando da cifre che oggi si aggirano intorno a centinaia di dollari e che potrebbero invece diventare in futuro pari a dieci dollari a dose

 

Un avanzamento scientifico che lascerebbe supporre l’avvio di un’azione massiccia di studio, sviluppo e produzione con notevole impiego di fondi e risorse, ma che in realtà sta accadendo in misura molto contenuta rispetto alle potenzialità: servirebbero infatti investimenti massicci, stimati fra i 300 e i 500 milioni di dollari per un periodo compreso fra i 4 e gli 8 anni di ricerca. Ostacoli che il programma R3 sta cercando di contrastare con la volontà di aumentare il numero dei prodotti biologici che possono essere disegnati, sviluppati e prodotti ogni anno, con costi ridotti e migliore possibilità di accesso da parte di tutti i gruppi di ricerca interessati. L’altro obiettivo di Rna readiness and response è inoltre quello di creare una rete di attrezzature di produzione distribuite a livello globale, capaci di reagire tempestivamente per arginare e affrontare le prossime pandemie.

 

Questo, appunto, è quanto R3, finanziato con 60 milioni di dollari da Wellcome leap, un’organizzazione internazionale non-profit che opera come acceleratore

nel campo delle scoperte scientifiche per la salute, in collaborazione con Cepi (Coalition for epidemic preparedness innovations), alleanza internazionale pubblico-privata, che ha come obiettivo il contrasto alle epidemie attraverso lo sviluppo di vaccini, si pone come obiettivo da perseguire e raggiungere.

 

Un progetto al cui bando per il finanziamento hanno partecipato gruppi di ricerca e aziende da tutto il mondo e di cui ne sono state selezionate soltanto 18: accanto alle prestigiose unità e centri di ricerca come Cambridge, Stanford, Dana-Farber Cancer Institute o Genome Institute of Singapore, per citarne alcuni, appare anche l’Università di Trento, partner del progetto con il gruppo capitanato da Luca Marchetti del Laboratorio di modellazione computazionale del Dipartimento Cibio e del Cosbi di Rovereto, in collaborazione con Guido Grandi, responsabile del Laboratorio di Vaccinologia sintetica e strutturale al Dipartimento Cibio.
In particolare, insieme a due gruppi di ricerca (uno statunitense e uno britannico), il Dipartimento Cibio e il Cosbi si stanno occupando di sviluppare modelli matematici predittivi a supporto dello sviluppo di nuovi prodotti basati su mRNA. Con l’aiuto delle tecnologie informatiche, gli esperti simulano infatti gli eventi che seguono la fase di somministrazione di un nuovo vaccino o di un nuovo anticorpo monoclonale con lo scopo di individuare protocolli ottimizzati di somministrazione per massimizzare l’efficacia del trattamento e ridurre gli effetti collaterali.

 

Una tecnologia, quella a mRNA, già studiata e testata sotto i riflettori in piena pandemia, che potrà un giorno essere applicata non soltanto a infezioni virali ma anche impiegata nella cura di infezioni batteriche e di patologie come il cancro, nonché  in ambito veterinario.

 

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