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Universitari contro il green pass, il rettore risponde: avanti con l'obbligo in presenza ma ''non intendo discriminare nessuno''

Flavio Deflorian ha scritto una lettera per chiarire la sua posizione: ''Per quel poco che conta, non nascondo la mia opinione personale favorevole alla vaccinazione di tutti coloro non abbiano controindicazioni di tipo medico''. Ma aggiunge: ''Ci faremo carico, con le differenziazioni che la legge prescrive, di accompagnare negli studi tutti gli studenti, indipendentemente se presenti in aula o meno'' 

Di Luca Pianesi - 30 agosto 2021 - 09:37

TRENTO. Niente da fare, ma con riserva. Il rettore dell'Università di Trento Flavio Deflorian risponde agli studenti universitari ''no-vax'' e ''no-pass'' che gli avevano scritto per dire ''no'' all'obbligatorietà del green pass per poter accedere all'università.

 

E risponde loro da un lato dicendo che la legge è legge e ''la larga maggioranza della comunità universitaria, sia studentesca che dei lavoratori, si è espressa favorevolmente alla misura dell’obbligatorietà del greenpass come misura che aumenta la sicurezza e favorisce le attività in presenza''; dall'altro che ''non intendo nel modo più assoluto discriminare nessuno, né considerare studenti di serie A e di serie B. Considero da respingere nel modo più netto atteggiamenti discriminatori o derisori delle opinioni minoritarie'' concludendo che: ''Ci faremo carico, con le differenziazioni che la legge prescrive, di accompagnare negli studi tutti gli studenti, indipendentemente se presenti in aula o meno''.

 

Insomma nessun passo indietro sull'obbligo di green pass per chi frequenterà in presenza ma apertura, ovvia, alla didattica a distanza per chi, nonostante siano arrivati i vaccini, decide comunque di restare fermo a un anno fa quando il mondo non aveva altre armi a disposizione per combattere il Covid che il distanziamento, le mascherine e l'igienizzazione. 

 

Come raccontato, infatti, negli scorsi giorni anche in ambito universitario ci sono, come in ogni settore, le proteste di chi non vuole farsi vaccinare. Un popolo, quello dei ''no-pass'' che specifica sempre chiaramente quali sono i propri ''no'' mentre resta un mistero a cosa direbbero ''si'' in questo momento di emergenza planetaria. Forse vorrebbe comportarsi come si faceva prima del virus senza alcuna presa di responsabilità personale, con conseguenze drammatiche dal punto di vista sanitario, perché come noto il Covid c'è ancora ed è anche più aggressivo nelle sue varianti. O forse preferirebbero comportarsi come si faceva lo scorso autunno con i contatti sociali azzerati, le ospedalizzazioni, i morti e i malati che aumentano, dad per Università e scuola e smart-working per i lavoratori. 

 

Il mondo è cambiato nel 2020, inutile negarlo, con l'arrivo di questa epocale pandemia ma le cose sono cambiate ancora nel gennaio 2021 con l'arrivo dei vaccini, arma straordinaria per frenare la diffusione del virus e proteggere la comunità. Proviamo a regalarci un futuro migliore del passato che abbiamo appena vissuto e chi non se la sente di fare qualcosa per gli altri si affidi alle sue soluzioni, studi in dad, lavori da casa ed eviti i luoghi pubblici al chiuso ma non costringa il resto della collettività a restare con lui, fermo, nell'incubo dell'ultimo anno e mezzo

 

Questa la lettera che Deflorian ha scritto al gruppo di studenti no-pass e che è stata pubblicata su AgenziaOpinione

 

Cari studenti, care studentesse,

ho ricevuto e letto con attenzione la vostra lettera contro il greenpass. Vi anticipo che avrei piacere, in futuro, ricevere delle lettere firmate, anche semplicemente in rappresentanza del vostro gruppo. La lettera che avete inviato è tecnicamente una lettera anonima.

 

Detto questo vorrei esporvi il mio punto di vista. Sulla legittimità delle misure prese, rispetto al diritto europeo e nazionale, non posso esprimermi, non avendo competenze specifiche. So che sono state sollevate obiezioni, anche davanti agli organi che possono vagliare la legittimità delle norme di legge, e rimango in attesa di eventuali pronunce avverse. Per ora (vedi recenti sentenze del TAR del Lazio e della Corte di Strasburgo) le pronunce hanno rigettato i rilievi.

 

Anche riguardo all’efficacia dei vaccini, ai loro rischi e controindicazioni, resto alle prese di posizione della comunità scientifica che sono largamente favorevoli, pur essendoci, come è normale e giusto che sia, opinioni dissenzienti.

 

La larga maggioranza della comunità universitaria, sia studentesca che dei lavoratori, si è espressa favorevolmente alla misura dell’obbligatorietà del greenpass come misura che aumenta la sicurezza e favorisce le attività in presenza, anche se questo, naturalmente, non toglie il diritto al dissenso e alla legittimità di opinioni diverse. Per quel poco che conta, non nascondo la mia opinione personale favorevole alla vaccinazione di tutti coloro non abbiano controindicazioni di tipo medico. E’ quanto più volte auspicato anche dal nostro presidente Mattarella.

 

Come rettore non posso non tenere conto di quanto la legge stabilisce, ma tengo anche a precisare che non intendo nel modo più assoluto discriminare nessuno, né considerare studenti di serie A e di serie B. Considero da respingere nel modo più netto atteggiamenti discriminatori o derisori delle opinioni minoritarie. Tutti gli studenti e le studentesse sono egualmente importanti per me, e ne rispetto le opinioni. Ci faremo carico, con le differenziazioni che la legge prescrive, di accompagnare negli studi tutti gli studenti, indipendentemente se presenti in aula o meno.

 

Confermando la disponibilità a tenere aperto il dialogo, vi saluto cordialmente.

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