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Stampare etichette senza usare la carta? Per T-Trade si può. "Il nostro obiettivo è la sostenibilità"

Uno dei prossimi obiettivi di T-Trade è la creazione un film biologico stampabile partendo da bucce e materiali di scarto delle coltivazioni di uva e mele. Inoltre, sta anche pensando alla realizzazione di un'app che, grazie all’apposizione del Qr Code sull’imballaggio dei prodotti alimentari, possa ricordare all’utente se in frigo c’è qualcosa in scadenza 

Pubblicato il - 19 maggio 2021 - 17:52

ROVERETO. Stampare senza carta? Può sembrare impossibile, quasi una contraddizione, ma invece il gruppo T-Trade ha dimostrato che si può. O almeno in parte. Tutto nasce dalla nuova nuova "sfida ecologica" che ha intrapreso il gruppo, da poco insediato in Progetto Manifattura. Socio tecnologico dell’organismo di ricerca per l’innovazione dell’industria agroalimentare Tecnoalimenti e già fornitore di clienti del calibro di Lindt, Barilla, Granarolo, Pfizer e Luxottica, il gruppo sviluppa soluzioni intelligenti per l’etichettatura unendo i principi dell’industria 4.0 con quelli della sostenibilità.

 

Le etichette tradizionali, infatti, si compongono di due parti: un supporto in carta siliconata, che poi va smaltito come rifiuto speciale, e l’etichetta vera e propria. Grazie a particolari stampanti print/apply, T-Trade stampa direttamente sull’etichetta linerless, cioè priva di supporto, oppure – in caso di pacchi – sul nastro per l’imballaggio, dimezzando o azzerando il consumo di carta. In Be Factory, in particolare, l’impresa si dedicherà alla ricerca sui materiali intelligenti con l’obiettivo di creare un film biologico stampabile partendo da bucce e materiali di scarto provenienti dalla coltivazione di uva e mele.

 

Ogni anno, nel mondo, 48 milioni di alberi vengono abbattuti per produrre etichette adesive. Una cifra che T-Trade punta a ridurre grazie allo sviluppo di filiere di stampa, imballaggio e spedizione più ecologiche e intelligenti.


L’obiettivo di stampare "senza carta" ha portato poi a progettare e costruire macchinari intelligenti, certificati dal Politecnico delle Marche, capaci per esempio di stampare le informazioni di contatto e quelle previste per legge direttamente sul nastro adesivo che viene utilizzato per imballare i pacchi, con un significativo risparmio di carta, ma anche degli spazi che un’azienda deve adibire a imballaggio e fine linea perché, di fatto, si va a rendere superflua la presenza di una macchina etichettatrice.

 

I macchinari T-Trade, tutti certificati secondo i quattro pilastri dell’Industry 4.0, sono controllabili anche da remoto e presentano sui pannelli di controllo i dati tipici della manutenzione predittiva, nonché una serie di informazioni curiose – e in alcuni casi necessarie in fase di rendicontazione di fondi per la transizione ecologica – come il risparmio in termini di acqua, anidride carbonica e alberi derivante dall’utilizzo della stampante su nastro.

 

"Una scelta – spiega il presidente del gruppo Enrico Friziero – particolarmente apprezzata in Nordeuropa, il nostro principale mercato di esportazione". E proprio guardando ai trend internazionali, T-Trade – che conta ad oggi circa 70 tra dipendenti e collaboratori – ha scelto di aprire, dopo Padova e Ancona, una terza sede a Rovereto, dove fare ricerca per sviluppare materiali sempre più sostenibili. "Il Trentino – conclude Friziero – è una green valley, una vetrina sul futuro e sul mondo. Qui i laboratori di ricerca confinano con i vigneti e i meleti, una contaminazione per noi fondamentale, perché stiamo sviluppando un film biologico, e cioè una carta stampabile prodotta con i materiali di scarto delle coltivazioni agricole".

 

E mentre i primi prototipi di stampa “su buccia” scaldano i motori in Progetto Manifattura, T-Trade fa tesoro della prima regola della sostenibilità, ovvero la lotta allo spreco alimentare, e propone ad albergatori e mensa, ma anche a supermercati e privati cittadini, una pratica app che, grazie all’apposizione del QR Code sull’imballaggio dei prodotti alimentari, ricordi all’utente se in frigo c’è qualcosa in scadenza e addirittura gli offra la possibilità di donarlo al banco alimentare più vicino qualora non lo usi.



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