Primo bilancio di genere firmato Unitn: passo dopo passo si punta al raggiungimento dell’equità dei sessi
L’Università di Trento assiste ad un incremento delle insegnanti ordinarie di prima Fascia nell’Ateneo dall’11,7% del 2015 al 17,2% del 2019, ma la presenza femminile risulta ancora al di sotto della media nazionale

TRENTO. È stato redatto ieri, 22 aprile 2021, il primo bilancio di genere per l’Università di Trento. Il documento raccoglie un’analisi, un rendiconto di azioni messe in atto e un programma di lavori da svolgere e verrà presentato il 26 maggio durante l’evento “B come bilanci, G come genere. L’esperienza dell’Università di Trento”.
Questa prima edizione, che racchiude i principali dati relativi alle tre componenti della comunità universitaria (popolazione studentesca, personale docente e ricercatore e personale tecnico amministrativo), è stato compilata rispettando le Linee guida per il Bilancio di genere elaborate dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane. Suddiviso in quattro capitoli, il testo si sofferma quindi inizialmente su una descrizione dell’approccio adottato dall’Ateneo, per proseguire, nella seconda parte, con l’analisi delle principali caratteristiche della comunità studentesca sotto diversi punti di vista, come carriera ed età.
Il terzo capitolo approfondisce invece due aspetti tematici, relativamente riguardanti la distribuzione di coordinatrici e coordinatori dei progetti di ricerca nell’Ateneo e l’ammontare dei fondi ad essi dedicati e le prime fasi della carriera accademica. L’ultimo settore è dedicato infine al censimento delle azioni per le pari opportunità, mentre le iniziative dell’Ateneo sono state raccolte in cinque schede tematiche.
“Riteniamo – dichiara il rettore Flavio Deflorian – che questo strumento rappresenti un’opportunità per consolidare il lavoro prodotto fino ad ora e per aumentarne l’efficacia”. L’attenzione rivolta a questi temi da parte dell’Università, che dal 2003 stila annualmente una relazione sulle pari opportunità, ha già iniziato a dare i suoi frutti: lo dimostrano i dati, che vedono salire dall’11,7% del 2015 al 17,2% del 2019 le docenti ordinarie all’interno dell’Ateneo.
Nonostante il grande impegno nei confronti di queste problematiche, i risultati però non sono ancora del tutto soddisfacenti: i tassi di occupazione mostrano un certo svantaggio per le donne ed i numeri identificano una divisione per genere dei ruoli ricoperti dal personale tecnico-amministrativo, con il sesso femminile che si concentra sulle aree socio-sanitarie, le biblioteche ed il comparto amministrativo, mentre la maggioranza degli uomini si trovano nelle aree tecnico-scientifiche, di elaborazione dati, nei servizi generali e nella dirigenza amministrativa.
Per l’Università di Trento dunque questo documento rispecchia il grande interesse che viene attribuito alle disparità, presenti non solo all’interno dell’ambiente studentesco, ma insite nell’intera società ed è stato redatto “per promuovere una riflessione, reale e tangibile, che si proponga di superare ogni forma di squilibrio di genere: proposito questo che resta il vero obiettivo da perseguire giorno dopo giorno”, sostiene la protettrice alle politiche di equità e diversità Barbara Poggio.