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Le mani della Destra trentina sull'Opera Universitaria: il presidente scelto dalla Pat. Marini: ''Si sono impadroniti dell'ennesima poltrona''

Nei giorni scorsi il Consiglio provinciale ha approvato il ddl promosso da Claudio Cia di Fratelli d’Italia sulla nomina del presidente dell’Opera universitaria. Alex Marini (M5S): "La maggioranza, incredibile a dirsi, arriva a sostenere che proprio quel denaro a maggior ragione giustifica la scelta di indicare 'in maniera indipendente una persona di fiducia che possa presidiare l’utilizzo di tali ingenti risorse in modo da scongiurare anche eventuali situazioni di malversazione'”

Pubblicato il - 10 giugno 2021 - 18:38

TRENTO. Un “attacco alle prerogative” dell'Università, alla "sua indipendenza per arrivare al “controllo politico delle risorse”. Sono parole durissime quelle usate dal consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Alex Marini, in merito all'approvazione del Ddl promosso dal consigliere Claudio Cia sulla nomina del presidente dell’Opera universitaria.

 

La proposta presentata da Cia (e ora approvata in Consiglio) arriva dal passato e ha trovato l'opposizione anche da parte delle rappresentanze studentesche. Il testo voluto dal consigliere di Fratelli d'Italia modifica con un solo articolo la legge attuale stabilendo che il presidente dell’Opera universitaria non sia più scelto di concerto tra il rettore dell’Università e la Pat bensì dalla Giunta, “sentito il rettore dell'università”, e “tra personalità con importanti referenze gestionali, manageriali o con significative esperienze nel campo dell'istruzione, della ricerca e dell'università”.

 

“Nelle scorse ore mi è stata notificata la risposta ad un'interrogazione riguardante il livello di soddisfazione degli utenti dei servizi dell’Opera universitaria di Trento che risaliva allo scorso aprile. Il testo – spiega Marini - denso di dati e molto esaustivo, fornisce un notevole spaccato sulla come operasse l’Opera Universitaria trentina prima della 'riforma', approvata l’altro giorno dal Consiglio provinciale, che ha messo sotto il controllo della maggioranza, e quindi della politica, la presidenza di questo ente. Un vero peccato allora che mi sia stato reso noto proprio dopo che il Consiglio ha discusso il Disegno di Legge. Lo avessi avuto prima ne avrei approfittato per illustrare ai colleghi consiglieri come lavori l’Opera Universitaria e quali siano i rischi di cambiare la sua governance”.

 

Opera Universitaria, ente funzionale della Provincia, da 30 anni eroga servizi agli studenti quali borse di studio, alloggi e ristorazione, con l’obiettivo di rendere concreto ed effettivo il diritto allo studio. Secondo gli ultimi dati forniti sull'efficienza dei servizi l'Opera Universitaria è assolutamente in linea con le migliori esperienze italiane ed europee, con punte di eccellenza nei singoli servizi.

 

L'Ente è sempre stato in grado di di assegnare la borsa di studio a tutti gli idonei beneficiari secondo le scadenze stabilite dai rispettivi bandi. Opera Universitaria può misurare il raggiungimento dei propri obiettivi anche in relazione ad altre situazioni nazionali. Ricordiamo tra gli altri la più nota indagine annuale su dette politiche promosse dal CENSIS-La Repubblica. Tali classifiche comprendono diversi indicatori tra cui i servizi (ristorazione ed abitativo) nonché l’erogazione di borse di studio, attività gestite da Opera Universitaria. Se consideriamo le classifiche degli ultimi 10 anni tra i medi Atenei statali (ricompresi tra 10.000 e 20.000 iscritti) Trento è sempre sul podio a parte il 2013 che si attesta alla 4° posizione.

 

“È chiaro a tutti – ha spiegato il consigliere del M5S - che la maggioranza mirava solo ad impadronirsi del controllo dell’ennesima poltrona. Tanto da spingersi a dichiarare nella relazione di maggioranza al testo di Legge che l’Opera Universitaria è un ente strumentale della Provincia e come tutti gli altri e che come tale è giusto che a nominarne i vertici sia la politica senza essere vincolata al parere dell’Università”. Particolare attenzione anche ai 13 milioni di euro che l'Opera gestisce. “La maggioranza, incredibile a dirsi, arriva a sostenere che proprio quel denaro a maggior ragione giustifica la scelta di indicare 'in maniera indipendente una persona di fiducia che possa presidiare l’utilizzo di tali ingenti risorse in modo da scongiurare anche eventuali situazioni di malversazione'” continua Alex Marini.

 

Come dire, continua l'esponente del M5S, che “un soggetto nominato su base fiduciaria ed esclusiva da politici di parte cui si danno in mano 13 milioni di euro pubblici li gestirà sicuramente meglio di un’altra persona scelta di concerto con l’Università nell’interesse dei cui studenti quelle risorse dovrebbero essere spese”. Il tutto sa vagamente di già visto, ha concluso Alex Marino, e niente di buono viene dalla politica quando cerca di asservire l’Università ai propri scopi. “Nel 1931 il regime fascista – conclude Marini - all’epoca all’apice del proprio potere, impose ai docenti universitari il giuramento di fedeltà a se stesso. Su 1251 professori di tutta Italia poco più di 15 si rifiutarono di aderire alla richiesta , perdendo di conseguenza la cattedra. Si dirà che l’esempio è esagerato e che non siamo certo negli anni ‘30 del ‘900. I tempi sono senza dubbio diversi, ma è innegabile come certi istinti e certe mentalità non sembrino affatto sopiti, anzi stiano rialzando con forza la testa e certo non consola il fatto che, come diceva Marx, 'La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa'".

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