Coronavirus, il Cibio: ''Test salivari pronti tra una settimana: la sensibilità sembra buona. Vaccinazione prioritaria ma il tracciamento resta fondamentale''
Archiviate le iniziali difficoltà a reperire alcune strumentazioni, sono stati superati anche gli ultimi ostacoli burocratici a fine febbraio. L'obiettivo è raggiungere il migliaio di analisi in parallelo ai tamponi per verificare e attestare la validità di questo strumento. Il virologo Pizzato: Noi mettiamo a disposizione tutto, poi devono decidere Apss e Pat come utilizzare i test salivari: li vedrei bene nelle scuole e per le società sportive"

TRENTO. "La sensibilità sembra buona, ma i risultati definitivi verranno elaborati dall'Azienda provinciale per i servizi sanitari terminata la fase di sperimentazione". Queste le parole di Massimo Pizzato, virologo del Cibio e coordinatore del corso di laurea di Medicina e Chirurgia a Trento sul progetto dei test salivari. L'obiettivo è quello di raggiungere il migliaio di analisi in parallelo ai tamponi naso-faringei per verificare e attestare la validità di questo strumento.
Archiviate le iniziali difficoltà a reperire alcune strumentazioni (si è dovuto produrre in corsa le provette per l'impossibilità di reperirle sul mercato, un brevetto di un'azienda trentina), sono stati superati anche gli ultimi ostacoli burocratici con il semaforo verde del Comitato etico scientifico arrivato a fine febbraio. Da lì è partita la sperimentazione sul campo insieme all’Unità di microbiologia dell’Apss diretta dalla dottoressa Lucia Collini per concludere definitivamente l'iter. I test salivari vengono, infatti, eseguiti su base volontaria del cittadino al drive through di Trento sud in parallelo al tampone naso-faringe analizzato da Apss per attestare la sensibilità e la precisione di questa metodologia applicabile ai grandi numeri.
"A oggi - dice Pizzato - abbiamo raccolto circa 600 test. Ci è voluto un po' più di tempo in quanto i passaggi non sono altissimi e non tutte le persone aderiscono a questa iniziativa. Contiamo di raggiungere la quota prefissata nel giro di una settimana. Insomma, la sperimentazione è in corso, i report preliminari sembrano positivi ma attendiamo di raccogliere il target prefissato per le conclusioni ufficiali. Poi è compito di Apss e Provincia decidere come utilizzare questa strumentazione".
Il test salivare si potrebbe adattare a tutte le esigenze, ma considerato meno invasivo del tampone naso-faringeo, il suo utilizzo potrebbe essere disposto in particolare sulla sorveglianza di determinate categorie. "Noi mettiamo a disposizione laboratorio, competenze e know-how - evidenzia il virologo del Cibio - poi ci adattiamo alle indicazioni delle autorità. Personalmente ritengo che avrebbe senso sfruttare questo strumento nelle scuole e nelle società sportive per esempio. In definitiva in quelle situazioni per le quali c'è la necessità di raggiungere certi numeri abbinata alla velocità dell'esito".
Si è all'ultima fatica per poi entrare definitivamente in azione con un'altra arma per affrontare l'epidemia Covid-19, pensata in particolare per trovare e isolare i contagi. Questo strumento dovrebbe affiancare i tamponi naso-faringei e i test antigenici nell'accertare le positività. La stima è quella di arrivare a regime all'analisi di 3 mila test salivari ogni giorno e con il livello di affidabilità paragonabile a quello del metodo standard.
Il processo di analisi è semi robotizzato. Una volta attivato, con una tempistica di circa 3 ore, il laboratorio è in grado di processare fino a 400 test all’ora. "La provetta contenente la saliva, raccolta dalla persona, deve essere trasportata in breve tempo a Mattarello: il ritiro del test sul territorio è in via di definizione, con la collaborazione con le autorità sanitarie provinciali e nazionali. Il sistema comunque è molto rapido e il risultato arriva in circa 24 ore. Tutto è stato ottimizzato già da metà febbraio, siamo operativi e c'è il giusto supporto umano per garantire la massima affidabilità e tempestività delle analisi".
Resta da definire anche l'iter di comunicazione dell'eventuale esito positivo o negativo. "L'idea - aggiunge Pizzato - è quella di rilasciare un referto ufficiale come avviene per i tamponi Pcr oppure i test antigenici, ma se per motivi di tracciamento veloce l'isolamento avviene senza un report ma con una semplice comunicazione possiamo adattare i vari sistemi. La definizione di questi aspetti è però in capo alle istituzioni: noi forniamo una risorsa per agevolare la sorveglianza del territorio".
Già impegnato nella prima ondata di Covid-19 nell'analisi dei tamponi naso-faringei e forti di quell'esperienza, ci si è prodigati in Cibio per costruire un modello di rilevamento e di indagine più strutturato a carattere più "industriale" per potenziare ulteriormente la capacità di screening del Trentino. Nella prima ondata di coronavirus, si era arrivati a coinvolgere un elevatissimo numero di tecnici al giorno che, seppur in maniera "artigianale", riuscivano a completare l'analisi di un buon numero di test. Superata quella fase emergenziale, il centro era tronato alla propria attività di ricerca.
Poi l'impegno e le energie di parte della struttura si sono concentrate nella produzione dei test salivari. Anche il personale è stato selezionato (7 neolaureati con un'età media di 25 anni). "Il focus ora naturalmente è sulla vaccinazione - commenta il virologo del Cibio - però l'attività di tracciamento resterà fondamentale nei prossimi mesi. Non si deve abbandonare l'attività diagnostica in quanto le somministrazioni non coprono ancora tutte le categorie, come i minori e altre fasce d'età. C'è poi da considerare quelle persone che, purtroppo, decidono di non aderire alla campagna. In questo momento il virus Sars-Cov-2, che causa Covid-19, diventerà endemico e monitorare l'incidenza del contagio, riuscire a tracciare e isolare i casi rapidamente sarà importante per non rischiare un'espansione dell'epidemia come avvenuto in autunno. Ha quindi ancora senso puntare sugli strumenti di sorveglianza fino a quando la copertura e la protezione non raggiunge livelli di sicurezza quasi assoluta".
Emersa come possibilità nel corso della prima ondata, i test salivari sono poi stati messi in stand-by e ripresi in considerazione nella seconda ondata di Covid-19. A fronte di qualche ostacolo, il Cibio aveva frenato gli entusiasmi sulle tempistiche (soprattutto gli annunci della Pat piuttosto regolari sulla dirittura d'arrivo), difficile in questi casi bruciare le tappe, ma soprattutto il centro ha lavorato a testa bassa e ha seguito un cronoprogramma molto serrato. Comunque una corsa contro il tempo per arrivare alla meta il prima possibile.
La lotta al coronavirus si combatte in prima linea nei reparti ma la ricerca, se sostenuta adeguatamente, può dare un contributo eccezionale per uscire il prima possibile da questa emergenza. "Il prossimo step è quello di ottenere l'approvazione dell'Istituto superiore si sanità. C'è voluto tempo. E’ stato un gran lavoro che ha coinvolto parti diverse del mondo sanitario, universitario e imprenditoriale trentino. Un circuito virtuoso che rappresenta anche una sperimentazione importante per quanto riguarda la possibilità di creare occupazione per figure di altissima formazione", conclude Pizzato.