Anche a Trento si promuove la qualità del cibo diversificato. UniTn partecipa al progetto dell'Ue per favorire una dieta sana e sostenibile
L'iniziativa "Nutrire Trento", che vede Università e Comune impegnate nel promuovere il consumo di prodotti sani, entra a far parte del progetto Foodiverse, con cui la Commissione europea punta a favorire sistemi di produzione e commercializzazione differenziati in grado di garantire una dieta sostenibile e salutare

TRENTO. Un progetto per favorire sistemi di produzione, commercializzazione e consumo differenziati in grado di garantire una dieta sostenibile e salutare. A partecipare c'è anche l'Università di Trento, nell'ambito di Foodiverce, iniziativa finanziata dalla Commissione europea per migliorare le politiche sul cibo e promuovere uno stile di vita che si sposi con uno sviluppo globale sostenibile.
Avviato mercoledì 10 marzo attraverso un evento internazionale online, coordinato dalla University of Giessen (Germania), Foodiverse (Diversifying sustainable and organic food systems) è sviluppato da un consorzio internazionale che vede coinvolte anche Oslo Metropolitan University (Norvegia), University of Coventry (Regno Unito), Jagiellonian University of Krakow (Polonia) e, appunto, l'Ateneo trentino.
Il contributo di UniTn, che partecipa con il Dipartimento di sociologia e ricerca sociale e con il Centro C3A-Centro agricoltura alimenti ambiente, punta a promuovere forme di approvvigionamento più sostenibili tra la popolazione sviluppata con il Comune di Trento. Da qui il laboratorio “Nutrire Trento”, iniziativa nata ancora nel 2017.
“Il progetto Foodiverse studierà la diversificazione nella produzione in relazione alle pratiche di consumo con l'obiettivo di individuare i meccanismi che possono aiutare a rendere la sostenibilità più praticabile (accessibile e alla portata di tutti) – ha spiegato Francesca Forno, professoressa del Dipartimento di sociologia, componente del Comitato di coordinamento UniCittà e coordinatrice per l'unità trentina assieme alle colleghe Natalia Magnani e Katia Pilati - abbiamo la convinzione che la ricerca possa giocare un ruolo fondamentale nell'alimentare processi virtuosi soprattutto quando si incarna nei territori. A Trento abbiamo da anni avviato il progetto 'Nutrire Trento', un laboratorio vivente che ci piacerebbe valorizzare come pratica di ricerca anche nell'ambito di questo progetto”.
Il contesto in cui si muove l'iniziativa “Nutrire Trento”, però, è come detto più ampio. “La Commissione europea ha varato la strategia 'Farm to fork', la nuova strategia agroalimentare europea, che vuole unire gli interessi del produttore e del consumatore. Uno dei principali obiettivi è portare in 10 anni l'agricoltura biologica ad almeno il 25%”.
La ricerca degli studiosi trentini, nondimeno, è stata appena avviata, anche se dei primi dati sono stati fatti emergere con evidenza da parte del primo lockdown. “I sistemi alimentari diversificati (ossia caratterizzati da una pluralità di realtà produttive e distributive, alternative alla grande distribuzione organizzata) hanno dimostrato di essere maggiormente resilienti e quindi di resistere e reagire meglio alla crisi”, continua Forno.
“Pensiamo a quanto è accaduto tra marzo e maggio dell’anno scorso. Nonostante tutte le restrizioni, in quei territori in cui i supermercati coesistono con le botteghe e il sistema agricolo è articolato in grandi e piccole aziende ci sono state meno code e i prodotti freschi dal territorio hanno continuato a raggiungere le nostre tavole, con benefici per la nostra salute e la salute dell’ambiente in cui viviamo”, conclude.