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La spesa completamente automatizzata tra app, scelta dei prodotti e pagamento: ecco il progetto Mimex che da Povo vuole rivoluzionare il mercato

Concretamente, questo significa che il cliente di un market potrà in futuro accedere al negozio tramite un’applicazione. Farà la spesa e il pagamento gli verrà addebitato sull’applicazione. Tutto questo senza la necessità che un altro essere umano debba intervenire. Carlevaro: ''Si tratta di un progetto di vendita al dettaglio dove c’è un’elevata automazione''

Di Marianna Malpaga - 20 dicembre 2020 - 17:01

TRENTO. Con il Covid tutto è cambiato e il mondo intero si prepara a tornare a correre in vista di un rilancio collettivo delle attività. E allora in ogni settore c'è chi sta cercando di ingegnarsi, di percorrere nuove strade e affidarsi a nuove strategie. Come saranno, per esempio, i negozi del futuro e che ruolo avrà l’intelligenza artificiale? Per quanto riguarda la vendita al dettaglio, si può dire che il futuro è già qui. È partito il 1° dicembre Mimex (Micro-Market Experience), un progetto europeo a cui collaborano anche la Fondazione Bruno Kessler e Spindox Labs.

 

L’idea nasce tra il 2014 e il 2015, quando è stato fondato Spindox Labs, compagnia di ricerca e sviluppo che fa parte del gruppo Spindox Spa, e si evolve sino ad arrivare a oggi, a Mimex. “Si tratta di un progetto di vendita al dettaglio dove c’è un elevato grado di automazione – spiega a Il Dolomiti Cristiano Carlevaro, responsabile di Spindox Labs che ha sede a Povo -. L’idea di base, quindi, è quella di creare un piccolo negozio che sia quasi completamente automatizzato”. Concretamente, questo significa che il cliente di un market potrà in futuro accedere al negozio tramite un’applicazione. Farà la spesa e il pagamento gli verrà addebitato sull’applicazione. Tutto questo senza la necessità che un altro essere umano debba intervenire.

 

“È un concetto simile a quello di una macchinetta automatica – aggiunge Carlevaro - con la differenza che in questo caso il cliente entra nel negozio”. Ci sarà comunque una persona che tiene sotto controllo la situazione nell’esercizio commerciale e, soprattutto, non verrà meno la figura dello scaffalista, che dal magazzino posizionerà i prodotti sugli scaffali quando questi scarseggiano. Quando restano solo poche copie del prodotto, infatti, chi lavora in negozio viene avvisato, sempre tramite l’applicazione.

 

Il progetto Mimex ha una durata di due anni. Il 1° febbraio dell’anno prossimo partirà la prima sperimentazione, che sarà attiva però solo per gli addetti ai lavori, i quali studieranno il modello, cercando di individuarne potenzialità e debolezze. Successivamente verranno aperti due negozi pilota, uno in Turchia, all’azienda Hepsiburada, che si occupa di e-commerce, e l’altro a Malaga, in Spagna, nella sede di Metrica6, un incubatore di aziende situato in un parco tecnologico. A fine novembre del 2022, poi, quando si concluderà la sperimentazione, i ricercatori che lavorano a Mimex valuteranno l’impatto e le potenzialità del sistema. Che non è nuovo: ci sono un sacco di cosiddetti “competitor”, aziende che stanno sviluppando o hanno sviluppato la stessa idea, nel mondo. Primo fra tutti Amazon Go, che è partito da Seattle, negli Stati Uniti, ma che ora sta tentando di ampliare il suo raggio d’azione anche al mercato europeo.

 

Dove potrebbe funzionare il modello che i ricercatori di Mimex stanno sviluppando? In Trentino, ad esempio, potrebbe aiutare i produttori locali che vendono i propri prodotti al mercato e che magari non hanno il tempo di dedicarsi alla vendita perché devono lavorare. In quel caso, si potrebbe pensare a delle strutture sulla fattispecie delle “container house”, che si possono spostare in occasione di mercati e fiere. Il produttore, con il sistema automatizzato pensato da Mimex, non avrebbe la necessità di restare alla bancarella a gestire la vendita. Potrebbe lavorare alla produzione e presentarsi al mercato solo per aggiungere merce quando questa sta finendo. Non dovrebbe neanche preoccuparsi del rischio di furti, perché il sistema di Mimex prevede anche dei sensori attenti a rilevare tutto ciò che viene portato via dal bancone e dagli scaffali.

 

Mimex ha anche rimodulato la sua proposta per aggiornarla alla situazione attuale con la pandemia che sta sconvolgendo abitudini e comportamenti. “Abbiamo previsto che all’ingresso dei negozi ci sia una verifica della temperatura – spiega Carlevaro – e un controllo delle persone che entrano. Il software verifica che la persona indossi la mascherina e non la lascia entrare se non ce l’ha, o se ci sono troppi clienti nel negozio”. Per il gruppo di ricercatori, la sfida sarà quindi quella di affinare questa tecnologia, per riuscire poi a metterla a disposizione delle piccole realtà del nostro territorio.

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