“Il coronavirus non può essere trasmesso dalle punture della zanzara tigre né di altre zanzare”, parola degli esperti del Muse
Smentita la fake news che imputerebbe all'insetto la possibilità di trasmettere il virus. Valeria Lencioni del Muse: “È una di quelle domande che i cittadini ci rivolgono più spesso, legata soprattutto all'arrivo delle zanzare in questa stagione, ma la scienza ha escluso qualsiasi connessione”

TRENTO. Il nuovo coronavirus (Covid-19) non può essere trasmesso con le punture della zanzara tigre, questa la conclusione alla quale sono arrivati gli esperti, smentendo di fatto la fake news che imputerebbe all'insetto originario dell'Asia tropicale la possibilità di trasmettere il virus.
Valeria Lencioni, idrobiologa e responsabile della Sezione di Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia del Muse, fuga ogni dubbio: “È una di quelle domande che i cittadini ci rivolgono più spesso, legata soprattutto all'arrivo dell’insetto in questa stagione, ma la scienza ha escluso qualsiasi connessione”.
Infatti, con l’arrivo della stagione calda si ricomincia sempre a parlare di zanzare e di come difendersi dalle loro punture, quest’anno però il tam-tam, soprattutto online, è partito in anticipo anche a causa della notizia che questi insetti avrebbero potuto diffondere il coronavirus.
Dubbi leciti ma che gli esperti hanno voluto confutare: “La zanzara tigre – spiega Lencioni, da oltre 10 anni responsabile per il Musa del progetto di monitoraggio della zanzara tigre a Trento in collaborazione con il Comune – è un vettore di diverse malattie virali causate da arbovirus, tra cui la Chikungunya, la dengue, la febbre gialla e alcune encefaliti tipiche di numerose zone dell’Asia, ma non trasmette il coronavirus”.
Ciò vale tanto per la zanzara tigre, che peraltro mostra una spiccata preferenza per l’essere umano, che per le altre specie di zanzara. Salvo nuove evidenze dunque, i principali metodi di diffusione del nuovo coronavirus restano le goccioline generate quando una persona infetta tossisce o starnutisce, o attraverso goccioline di saliva o secrezioni dal naso. Anche il Ministero della Salute ha confermato le conclusioni a cui sono arrivati gli esperti del Muse.
Ad ogni modo per difendersi comunque dalle fastidiose punture, e limitare la proliferazione degli insetti, è necessario continuare a seguire le “buone pratiche” di sempre: coprire con coperchio o rete a maglia fine tutti i tipi di contenitori nei quali può accumularsi acqua (bidoni, secchi, vasche, piscinette, ecc.) negli orti e nei giardini; vuotare sul terreno, o capovolgere se inutilizzati, annaffiatoi, vasi, sottovasi; se non si può svuotare l'acqua di piccoli contenitori (come ad esempio vasi e sottovasi nei cimiteri) introdurre fili di rame da cambiare frequentemente oppure un prodotto antilarvale; non abbandonare né accumulare all'esterno oggetti che potrebbero diventare piccole raccolte d'acqua stagnante (bottiglie, lattine, bicchieri, tappi, copertoni ecc.); favorire la lotta integrata con predatori naturali: ad esempio introdurre pesci ornamentali nelle fontane e nelle vasche dei giardini privati purché queste non abbiano scarico libero in torrenti o fiumi.