Fugatti scrive a Collini: ''Per Medicina pagate voi il primo triennio''. Il rettore: ''Era già negli accordi. Abbiamo già il 98% dei docenti e siamo pronti''
Una lettera inviata dal presidente della Provincia al rettore e al direttore generale dell'Università ha messo in agitazione gli ambienti universitari (per qualcuno vi era il rischio che risorse destinate agli altri dipartimenti potessero essere distratte per la Scuola di medicina ma così non è). Intanto dal 4 maggio chi deve lavorare (e non può fare altrimenti) potrà rientrare nelle strutture dell'Ateneo ma rispettando un protocollo di garanzia (mascherina sempre e chi non la ha la troverà in portineria)

TRENTO. ''Abbiamo già il 98% del personale docente per partire con i primi due anni e quindi Medicina, come previsto dall'inizio, non peserà in alcun modo sulle finanze degli altri dipartimenti''. Spiega così il rettore Collini una lettera inviata dal presidente Fugatti il 28 aprile a lui e al direttore generale Pellacani che, anche a causa di interpretazioni un po' esagerate fatte da qualche giornale locale negli scorsi giorni, ha creato non poca agitazione all'interno dell'Ateneo. La lettera di Fugatti recita: ''Considerata la situazione particolarmente difficile (...) le chiedo in questa prima fase di contribuire con risorse prevalenti dell'Università per l'avvio del corso di laurea nel triennio 2020-2022. Resta fermo l'impegno da parte della Provincia a intervenire con risorse proprie nel triennio 2023-2025 in via aggiuntiva e alla loro stabilizzazione nella quota di finanziamento ricorrente secondo i termini economici già concordati''.
Una lettera, rettore Collini, che è stata interpretata come ''ci spiace ma Medicina per ora ve la pagate voi'' con ricadute sugli altri dipartimenti che vedranno, così, sottrarsi risorse?
Sì purtroppo è passato questo messaggio ma non è la realtà dei fatti. Eravamo già d'accordo per far partire noi, autonomamente, la Scuola di Medicina. Lo abbiamo sempre detto: abbiamo il 20% delle risorse in casa con i nostri docenti e infatti per il biennio è già tutto predisposto. La grande crescita del Cibio, infatti, con ben 53 persone che possono ricoprire ruoli accademici ci permette di garantire l'autonomia del biennio senza problemi. Al momento abbiamo già il 98% dei docenti per i primi due anni. Avevamo programmato di reclutarne altri in ambito medico, ovviamente, ma lo faremo nei tempi previsti.
Quindi non si andrà ad attingere a risorse interne destinate ad altri dipartimenti?
Assolutamente no. Abbiamo sempre detto che la Scuola di Medicina deve nascere senza pesare sul resto dell'Ateneo e così sarà. Anzi dalla lettera di Fugatti si mette nero su bianco che conferma l'impegno della Pat a sostenere il finanziamento in modo continuativo nel tempo. Parliamo di circa 4,5 milioni di euro all'anno e il fatto che la Provincia voglia renderlo stabile ci rassicura. Poi è chiaro che entro fine giugno dovremo compiere gli ultimi passi per certificare tali impegni ed avere, quindi, certezze ben definite con la Pat. Ma oggi siamo positivi e andiamo avanti, dobbiamo trovare l'aula ma non sarà un problema.
E se le parole del rettore Collini trovano conferma nella presentazione fatta del progetto dell'Università del 18 dicembre (QUI LA NOSTRA ANALISI) intanto il 30 aprile è stato inviato il ''protocollo operativo per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2 negli ambienti di lavoro di UniTrento''. Nella lettera di accompagnamento firmata da Collini si spiega che ''se è confermato che, almeno per questo semestre, la didattica proseguirà in via telematica così come gli esami di profitto e di laurea, e fermo restando che tutte le attività dovranno continuare a svolgersi in via telematica, sarà possibile, in pochi casi autorizzati, fare ingresso negli edifici di Ateneo per il tempo strettamente necessario per svolgere l’attività lavorativa autorizzata''.
E allora scatteranno delle misure molto restrittive per chi entrerà all'Università dal 4 maggio.
''Tutte le attività - prosegue Collini nella lettera - si dovranno svolgere nel pieno rispetto dei requisiti minimi di sicurezza. Innanzitutto, gli accessi agli edifici di tutto il personale non avverranno in modo libero, ma dovranno essere prima autorizzati dal responsabile di struttura. Al personale che sarà autorizzato a tornare in sede è chiesto di autovalutare il proprio stato di salute e, solo in mancanza di sintomatologie influenzali, potrà recarsi in ufficio. L'accesso, inoltre, sarà permesso solo con mascherina che, se non già in possesso, verrà consegnata alla portineria di ogni edificio. La permanenza del personale dovrà, quindi, limitarsi al tempo necessario per svolgere il lavoro autorizzato. All'interno delle sedi verranno affisse le regole generali di comportamento e di utilizzo di ascensori, stampanti e distributori automatici. Mentre restano valide le misure fissate dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dalle Autorità competenti, nazionali e locali, si raccomanda al personale tecnico amministrativo, al personale docente e di ricerca di rispettare le regole di igiene personale e di mantenere la distanza fisica di almeno 1 metro e di evitare ogni possibile occasione di assembramento''.