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Fem e Fbk nel nuovo progetto europeo per prevenire nuove epidemie: si chiama "Mood" e servirà a evitare nuove emergenze sanitarie

I cambiamenti climatici, la crescita della popolazione mondiale e l’urbanizzazione hanno portato ad un aumento del rischio legato all’insorgenza di emergenze sanitarie. In questo scenario è partito un nuovo progetto di ricerca scientifica per individuare con largo anticipo i primi segnali di epidemie, dal nome "Mood" in cui sono impegnate anche la Fondazione Edmund Mach e la Fondazione Bruno Kessler

Di Lucia Brunello - 10 aprile 2020 - 16:40

TRENTO. E' partito il nuovo progetto europeo di ricerca scientifica "Mood" per la prevenzione dei rischi nella sanità pubblica, individuando con largo anticipo i primi segnali di epidemie. Al termine di questo, nel 2023, saranno messi a disposizione di tutti i paesi strumenti di monitoraggio ad integrazione di quelli esistenti.

 

Ad essere oggi impegnati nella sfida a carattere globale di monitoraggio e prevenzione sono 25 enti di ricerca e agenzie di salute pubblica e veterinaria di 12 paesi nel mondo. Tra questi risaltano la Fondazione Edmund Mach che coordina il Work Package sulla diseases intelligence e che vede come partner la Fondazione Bruno Kessler nell’ambito della Jru Epilab, operante da un paio di anni nell'ambito dell'epidemiologia quantitativa delle malattie infettive.

 

“Fem coordina in questo progetto una specifica area relativa alla intelligenza delle malattie che ci vede collaborare con Fbk nella raccolta di dati a livello europeo e sviluppare modelli epidemiologici” spiega la coordinatrice della Work Package sulla diseases intelligence, Annapaola Rizzoli, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione Fem.

 

Coordinato dal Cirad, il centro francese di cooperazione internazionale nella ricerca agronomica per lo sviluppo, nel contesto del programma europeo H2020, con un budget di 14 milioni di Euro, il progetto Mood è stato lanciato a Stoccolma, dove ha sede il Centro Europeo per il controllo delle malattie partner dell’iniziativa assieme all’Organizzazione Mondiale per la Sanità (Who), alla Fao e all’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale. L’inizio del progetto, nel mese di gennaio, è coinciso con la diffusione del virus Covid-19, mettendo alla prova fin da subito il team di ricerca nell’elaborazione di misure basate sulla modellizzazione della trasmissione del virus, la diagnosi precoce e lo sviluppo della pandemia.

 

Quali sono i rischi legati alla diffusione di nuovi patogeni in Europa? In quali zone è maggiore la probabilità che si diffondano? Queste le domande principali a cui i ricercatori di Mood cercheranno di rispondere sfruttando tecniche analitiche e di estrazione dei dati provenienti da più fonti per migliorare il rilevamento, il monitoraggio e la valutazione delle malattie emergenti in Europa.

 

L’auspicio è che Mood possa fornire supporto pratico e metodologico alle esistenti piattaforme di monitoraggio, combinando le informazioni legate alla salute con dati legati ad altri fattori, come quelli climatici e migratori, oppure all’uso del territorio o addirittura alla deforestazione. Durante lo sviluppo del progetto, i parametri di riferimento saranno testati su malattie modello trasmesse dall'aria, da vettori e anche dall'acqua, inclusa la resistenza antimicrobica.

 

Il cambiamento climatico, la mobilità animale e umana, la crescita della popolazione mondiale e l’urbanizzazione hanno portato ad un aumento del rischio legato all’insorgenza di emergenze sanitarie ed alla diffusione globale di nuovi patogeni. Il mondo lo sta vivendo in questo momento a seguito della diffusione della pandemia legata al virus Covid-19. In questa situazione il fattore tempo diventa essenziale per una diagnosi precoce dei rischi.

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