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Coronavirus, l'Università: ''Numeri assoluti più alti a Trento e Rovereto ma situazione meno preoccupante. Sopra media nazionale rapporto tamponi positivi e quelli effettuati''

In Trentino un aiuto per monitorare l’emergenza Covid-19 attraverso due parametri arriva all’Azienda provinciale per i servizi sanitari e alla Provincia dall’Università di Trento. Un lavoro di mappatura del Centro geo-cartografico di studio e documentazione del Dipartimento di Lettere e Filosofia

Pubblicato il - 27 aprile 2020 - 12:31

TRENTO. C'è anche il Centro geo-cartografico dell'Università per aiutare il territorio a gestire e fronteggiare l'emergenza coronavirus. Una mappatura che mostra come nelle città di Trento e Rovereto la situazione sia meno preoccupante rispetto a centri più piccoli. A fronte di numeri assoluti più alti, c'è un'alta concentrazione geografica di contagiati in alcune aree più periferiche. 

 

L’incidenza delle persone contagiate sul numero di tamponi eseguiti e il rapporto tra tamponi e abitanti sono indicatori utili per comprendere l’evoluzione della pandemia. In Trentino un aiuto per monitorare l’emergenza Covid-19 attraverso questi due parametri arriva all’Azienda provinciale per i servizi sanitari e alla Provincia dall’Università di Trento attraverso a un lavoro di mappatura del Centro geo-cartografico di studio e documentazione del Dipartimento di Lettere e Filosofia.

"L’analisi cartografica del fenomeno, incrociata con i dati della popolazione residente, permette di rappresentare la realtà con maggiore efficacia rispetto a quanto avviene con i semplici numeri assoluti - commenta Elena Dai Prà, direttrice del Centro GeCo e professoressa di geografia dell’Università di Trento -. Le carte consentono, infatti, di rappresentare efficacemente la diffusione del contagio, di comprenderne le dinamiche geografiche e di evidenziarne la relazione con variabili ambientali come clima, inquinamento, assetto orografico e umidità, ma anche antropiche quali flussi di mobilità, infrastrutture e distribuzione dei presidi sanitari".

 

Tra i primi risultati del progetto, che prosegue e sarà implementato, emerge come in alcuni comuni il rapporto tra numero di contagi e estensione della superficie comunale determina una maggiore incidenza spaziale del fenomeno rispetto ai centri più grandi quali il capoluogo e la città della Quercia.

 

Il lavoro di mappatura si concentra poi sull’efficacia delle politiche attuate dalle diverse autorità regionali e provinciali. L’analisi della campagna di rilevamento basata sui tamponi vede il Trentino al terzo posto dopo la Provincia di Bolzano e il Veneto, con un forte incremento nelle ultime settimane di tamponi effettuati.

Il numero per il Trentino rimane basso in termini assoluti, ma ha un rapporto con la popolazione totale (tra i 30 e i 40 tamponi ogni mille abitanti) maggiore di quello registrato in aree più popolose (come la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte). Per quanto riguarda, invece, i risultati degli esami, il Trentino appare tra i territori dove c'è un più alto tra i tamponi positivi su quelli effettuati (tra il 15 e il 20%), un dato leggermente superiore a quello nazionale (13,8%).

 

"Il risultato – osserva il team di ricerca – si offre a varie interpretazioni e può essere letto anche come l’esito di un sistema sanitario capace di individuare i soggetti effettivamente più a rischio da sottoporre a tampone. Sul decorso dell’epidemia, le carte descrivono una distribuzione eterogenea in cui le aree più colpite sono anche quelle dove si registra una percentuale di guarigione maggiore rispetto alla popolazione totale tra lo 0,52 e l’1%".

 

Da un approfondimento del rapporto tra guarigioni e contagi, la situazione appare ancora molto frastagliata con alcune zone (come Roverè della Luna) dove quasi tutti i contagiati (oltre l’80%) sono ormai considerati clinicamente guariti e altre dove, invece, la guarigione si è registrata in meno di 12 casi su 100 come a Lavis. Rispetto al quadro nazionale, il Trentino è comunque in buona posizione per numero di guariti/dimessi sul totale dei contagiati (tra il 40 e il 50%), anche migliore rispetto all’Alto Adige e alle regioni confinanti (tra il 30 e il 40%).

 

Il Centro GeCo è nato da una partnership tra Università di Trento, Provincia e Comune di Rovereto, attivo da sei mesi nella città della Quercia, si è messo a servizio del territorio con un progetto di ricerca specifico su dati open access.

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