Coronavirus, la trentina Benedetta in Repubblica Ceca per l'Erasmus: ''Qui pandemia sottovalutata, indosso la mascherina e mi guardano strano''
Laureata a Trento in Gestione aziendale, Andreotti ha deciso di arricchire la propria esperienza accademica con un percorso interculturale di studi, offerto dalla comunità europea: l’Erasmus+. Nonostante l'emergenza Covid-19, la 24enne non ha rinunciato a partire, ma non si sarebbe mai aspettata una situazione così caotica: praticamente nessuna mascherina e nessun rispetto del distanziamento fisico

BRNO (Repubblica Ceca). "Devo tenere la mascherina o posso toglierla mentre preparo il drink?", questa la domanda che un commerciante ha rivolto a Benedetta Andreotti, 24enne trentina, che si trova a Brno in Repubblica Ceca per motivi di studio. "Mi sono sentita in difficoltà, diversa e inutilmente prudente ma ho riposto che avrei preferito tenessero i dispositivi di protezione individuale".
Laureata a Trento in Gestione aziendale, Andreotti ha deciso di arricchire la propria esperienza accademica con un percorso interculturale di studi, offerto dalla comunità europea: l’Erasmus+. Nonostante l'emergenza Covid-19, la 24enne non ha rinunciato a partire, ma non si sarebbe mai aspettata una situazione così caotica: praticamente nessuna mascherina e nessun rispetto del distanziamento fisico.
In Repubblica Ceca da metà settembre, l'episodio si riferisce a circa due settimane fa, quando la curva epidemica si era già alzata a livello di guardia. La percezione della studente, che ha vissuto un lockdown estremamente restrittivo, è quella di una popolazione sottovaluta l'emergenza in corso: i numeri indicano una media nazionale di circa 15 mila nuovi casi giornalieri a fronte di 10 milioni e mezzo di abitanti.
I dati del 31 agosto si sono fermati a 24.618 casi e 424 morti, ma la seconda ondata si è presentata in modo molto forte fino a spingere i numeri a 378.716 casi e 4.133 decessi da inizio epidemia. "Il coronavirus è esploso - aggiunge Andreotti - ma la popolazione appare disinformata e minimizza. In questa atmosfera le poche e confuse raccomandazioni impartite dalle autorità non vengono seguite".
Sembra fallito il piano del governo della "quarantena intelligente", che consisteva nel monitorare i nuovi casi e il successivo contact tracing. “Il tracciamento dei contagi - afferma Benedetta - per quanto ho sentito dire dagli altri ragazzi, non funziona affatto. Ci sono stati ragazzi che nonostante i sintomi di Covid-19 hanno dovuto aspettare oltre una settimana per effettuare il tampone. Alcune persone non sono mai state chiamate dalle autorità per fornire la lista dei contatti stretti".
Solo recentemente la Repubblica Ceca, che si è affidata all'epidemiologo Roman Prymula in qualità di ministro della salute, sembra aver cambiato rotta. "Sono stati presi nuovi provvedimenti. Il 5 ottobre - evidenzia la studentessa - è stato dichiarato lo stato di emergenza e fino al prossimo 20 novembre sono state introdotte nuovamente misure restrittive: completa chiusura di bar, ristoranti e negozi, il divieto di uscita dalle 21 alle 5 e la didattica a distanza nelle scuole".
Più reattivo il sistema universitario ceco. "Frequento la Business and management dell’University of Technology di Brno. L’approccio allo studio, più interattivo e pratico rispetto ai corsi in Italia, seppur nel contesto Covid, ha saputo confermarsi un aspetto fondamentale: la collaborazione tra studenti e professori è molto forte, mentre l’organizzazione delle lezioni e della didattica è impeccabile. Gli uffici dell’università ci tengono quotidianamente aggiornati per quanto riguarda cambiamenti e novità nelle normative".
Un Erasmus ai tempi di Covid-19 particolare e atipico, un progetto di formazione che si basa sull’incontro di migliaia di giovani che può aprire possibilità di crescita, professionale quanto personale, e che rischia di essere messo in discussione dall'epidemia. "In questa situazione si apprezzano anche gli aspetti più piccoli, qualsiasi momento assume una valenza particolare", conclude Andreotti.