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Coronavirus, i bambini di Tokyo, Trento e Brunico imparano insieme l'inglese grazie alla dad

Ad essere coinvolte nel progetto promosso dalla Libera Università di Bolzano, è stata una classe della scuola primaria Nicolodi di Trento, una dell’istituto Bachlechner di Brunico e un gruppo di bambini giapponesi coetanei

Pubblicato il - 27 novembre 2020 - 11:20

TRENTO. Insegnare l'inglese a 70 bambini e bambine dal Trentino - Alto Adige e dal Giappone, grazie alla didattica a distanza. Tutto questo grazie al progetto “unibz-Meisei Mssp2_Didattica Online per Alunni della Scuola Primaria” avviato dalla professoressa Maria Cristina Gatti, linguista e docente di didattica della lingua inglese alla Facoltà di Scienze della Formazione a Bressanone. 

 

Ad essere coinvolte sono state due classi della scuola primaria dell’Alto Adige e del Trentino - una di Brunico (dell’istituto Bachlechner) e una di Trento (scuola primaria Nicolodi, Istituto comprensivo di Trento 3) - e un gruppo di bambini giapponesi coetanei.

 

L’obiettivo del progetto della professoressa Gatti era quello di elaborare buone pratiche dell’insegnamento della lingua inglese in modalità virtuale a bambini della scuola primaria.

 

Le lezioni sono il prodotto della cooperazione tra 36 studenti di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano e 36 colleghi della Meisei University di Tokio. I 72 studenti universitari sono stati suddivisi in 10 squadre che, accompagnate e affiancate dai docenti universitari esperti di didattica della lingua inglese, hanno ideato, coordinato e realizzato gli incontri tra gruppi misti composti da bambini italiani e giapponesi.

 

“Il progetto mira a promuovere la cooperazione transnazionale mediante il coinvolgimento di docenti e studenti di vari atenei volta all’elaborazione in modo sperimentale di forme innovative di didattica online della lingua inglese. L’obiettivo formativo del progetto è duplice”, commenta la prof.ssa Maria Cristina Gatti.

 

“Da una parte - continua - intende offrire agli studenti universitari un’opportunità di confronto e collaborazione con pari a livello internazionale per l’elaborazione propositiva di linguaggi e modalità innovative di didattica a distanza. Dall’altra, vuole dare la possibilità ai bambini della scuola primaria di partecipare ad un progetto didattico internazionale di cui loro stessi sono al centro sia come destinatari sia come soggetti attivi, e in cui la lingua inglese rientra in quanto obiettivo didattico-formativo e mezzo comunicativo”.  

 

“L’entusiasmo e la curiosità con cui famiglie e bambini hanno aderito al progetto hanno trovato pieno riscontro nella sua ottima riuscita”, aggiunge Elisabetta Realdon, direttrice della scuola primaria Nicolodi di Trento, “Se il valore didattico dell’esperienza è indiscutibile, aver avuto l’opportunità di entrare in contatto con una cultura tanto lontana e “diversa” ha arricchito di un indelebile “pizzico di magia” questa significativa esperienza”.

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