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Cervelli in fuga dalla Brexit, due matematiche approdano a Unitn: “Me ne vado dopo 22 anni, con l’uscita dall’Ue il clima è cambiato”

Dal Regno Unito due nuove matematiche approdano all’università di Trento: “La Brexit sta avendo un impatto negativo sul mondo accademico inglese”. Fra i motivi che le hanno spinte a scegliere il capoluogo anche la qualità della vita: “In Regione esistono ottimi servizi pubblici”

Da sinistra a destra Vinciotti, Romano e Postinghel foto UniTrento
Di Tiziano Grottolo - 04 settembre 2020 - 12:25

TRENTO. Il 31 gennaio 2020 il Regno Unito abbandonava ufficialmente l’Unione Europea, mentre entro la fine di quest’anno dovrebbero essere portate a termine le negoziazioni per ridefinire le future relazione fra Londra e Bruxelles. Per molti cittadini comunitari l’uscita del Regno Unito dall’Ue ha rappresentato uno spartiacque: è il caso delle matematiche Veronica Vinciotti ed Elisa Postinghel che hanno deciso di lasciarsi alle spalle Londra.  Eppure per l’Italia e per il Trentino è una buona notizia perché i due “cervelli” in fuga dalla Brexit approderanno al dipartimento di matematica dell’università di Trento. Diverse per età, per esperienza formativa e professionale, entrambe hanno scelto di abbandonare il Regno Unito dopo la fuoriuscita dall’Ue.

 

Vinciotti, professoressa di statistica alla Brunel University London, viveva a Londra dai tempi del suo dottorato di ricerca. “Abbiamo salutato la nostra Londra, con qualche lacrima dopo 22 anni, ma felici di cominciare la nostra nuova avventura a Trento” racconta. D’altronde con la Brexit lo scenario è mutato drasticamente, soprattutto per il mondo universitario: “Io stessa – ricorda – ero arrivata nel Regno Unito grazie al progetto Erasmus nel 1998, da cui poi era nata l’opportunità del dottorato e di lì l’avvio della mia carriera accademica in un ambiente stimolante, sul quale la Brexit ha avuto e avrà un impatto negativo”. Vinciotti ha scelto Trento anche per la qualità della vita: “In Regione esistono servizi pubblici di qualità elevata, oltre ad essere da anni, con la sua bellezza naturalistica, la terra delle mie vacanze estive e invernali”.

 


 

Dopo laurea e dottorato la trentina Postinghel aveva collezionato esperienza in tutta Europa: Norvegia, Polonia, Belgio e infine Regno Unito alla Loughborough University. Poi però è arrivata la Brexit: “Il Regno Unito, dove mobilità lavorativa e studentesca erano garantite più che nel resto dell’Ue, sta subendo un’inversione di tendenza a causa della Brexit. A ciò si aggiunge l’impatto economico della pandemia che ha visto molte università inglesi dover bloccare le assunzioni e altre importanti voci di spesa. L’Italia, allo stesso tempo, sta investendo nel cosiddetto ‘rientro dei cervelli’ grazie al quale centri di eccellenza come il dipartimento di matematica dell’università di Trento riescono ad attrarre ricercatori e docenti dal Regno Unito e da altri paesi stranieri”.

 

Accanto alle due docenti tornate dal Regno Unito, c’è Eleonora Anna Romano, che da settembre sposterà, almeno per un anno, i suoi studi sulla geometria algebrica dalla Polonia all’Italia. Romano può rientrare per un periodo in Italia perché è risultata vincitrice dell’assegno promosso dall’associazione “Amici di Claudio Demattè”. Per il direttore del dipartimento di matematica dell’università di Trento, Marco Andreatta, l’arrivo delle tre colleghe è un passo incoraggiante anche nel segno dell’equità. “È il risultato di politiche di ateneo e di politiche nazionali finalizzate a creare condizioni favorevoli a studiosi e studiose che, dopo anni di attività all’estero, intendano tornare in Italia con il loro bagaglio arricchito dall’esperienza internazionale ed è frutto delle politiche di genere che da alcuni anni il nostro Ateneo ha intrapreso per riequilibrare, a parità di merito, le asimmetrie di carriera accademica che si registrano tra uomini e donne, soprattutto in un’area disciplinare come la matematica”.

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