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Università, in arrivo tre nuovi dottorati di ricerca. Collini: ''Ambito in cui spendiamo il 20% in più della media nazionale''

La spesa complessiva per i percorsi attivi, che contano 626 studenti, è di 10 milioni di euro. Le novità: il primo programma internazionale, uno di ''Innovazione industriale'' e uno per le ''Scienze agroalimentari e ambientali''

Foto Giovanni Cavulli per l'Università degli studi di Trento
Pubblicato il - 08 maggio 2019 - 19:07

TRENTO. Sono tre i nuovi dottorati che l'Università degli studi di Trento propone a rafforzamento della propria offerta di alta formazione. Saranno attivati nell'anno accademico 2019/2020 per il 35esimo ciclo di dottorato dell'ateneo e andranno ad aggiungersi a quelli già attivi, sei nell'area scientifico-tecnologica e otto nell'area delle scienze umane, sociali e cognitive (per un'accoglienza totale di 626 studenti, di cui 144 stranieri e 96 provenienti da fuori Europa).

 

Queste le tre nuove proposte: un dottorato in "Forme dello scambio culturale", uno in "Innovazione industriale" e il terzo in "Scienze agroalimentari e ambientali".

 

Andranno ad aumentare l'offerta in un ambito il cui sostegno occupa una consistente parte delle risorse dell'Università, spiega il rettore Paolo Collini: "Parliamo di un impegno del 20% superiore rispetto alla media nazionale". Quindi la precisazione: "Circa 7,5 milioni di euro, quasi 8, sono spesi in borse di studio, voce che include anche il fondo di dotazione di ricerca e i fondi di mobilità internazionale. Per la docenza si aggiunge qualche migliaio di euro all'anno per un totale complessivo che arriva a una decina di milioni di euro se si calcolano anche gli spazi e le strutture". 

 

Un costo importante per un settore strategico, sottolinea il rettore: "È un modo per creare eccellenza e per lasciare un segno nel mondo della ricerca mondiale".

 

I tre dottorati non sono stati ancora accreditati, ma sono già stati presentati alla call del Ministero ("Siamo ottimisti, questa procedura non è mai andata male, c'è un gruppo di lavoro che valuta severamente il rispetto dei parametri previsti prima della presentazione dei dottorati di cui si passa poi al vaglio la qualità. Quello trentino è l'ateneo italiano che nel suo sistema di valutazione della qualità ha avuto i giudizi più alti del Paese" spiega Collini).


Foto Giovanni Cavulli per l'Università degli studi di Trento
Foto Giovanni Cavulli per l'Università degli studi di Trento

A spiegare in cosa consistono e i tratti di novità introdotti sono i rispettivi coordinatori, i professori Luca Crescenzi, Paolo Giorgini e Ilaria Pertot.

 

Crescenzi parla del dottorato in "Forme dello scambio culturale": "È il primo dottorato internazionale dell'Università di Trento. Nasce in convenzione con l'Università di Augsburg (Germania)". Insieme al nuovo Centro di Alti studi umanistici è punto forte del progetto di eccellenza del Dipartimento di lettere e filosofia. "Permetterà - prosegue il professore - di creare un collegamento tematico e studiare come culture vicine dialogano e si modificano". Oltre alla convenzione con Augsburg, il percorso è in collaborazione con altri atenei e centri internazionali: l’Université de Lille, la Tokyo University of foreign studies, il Centres d’etudes superieures de civilisation medievale Poitiers, l’Istituto italiano di studi germanici e la Società internazionale per lo studio del Medioevo latino (Sismel).

 

Del dottorato in "Innovazione industriale" parla Giorgini: "Il percorso proposto dall'Università con la Fondazione Bruno Kessler prevede la co-partecipazione con un'azienda alla creazione del programma formativo che include un periodo nell'azienda stessa. Lo studente sarà inoltre affiancato da un tutor accademico e uno industriale". Il corso è in sinergia con le iniziative di alcuni enti del territorio quali Hit, Trentino Sviluppo, Confindustria ed Eit Digital. Tra le aziende coinvolte ci sono Cosman Srl, Adige Sys Spa e Autostrada del Brennero Spa, tra le prime ad aver firmato una convenzione di partenariato. "L'obiettivo è quello di creare figure professionali capaci di capire i problemi industriali e dare soluzioni innovative" spiega il referente dell'ateneo.

 

Il dottorato in "Scienze agroalimentari e ambientali", invece, è istituito in convenzione con la Fondazione Edmund Mach. Il punto di raccordo è Centro agricoltura alimenti ambiente (C3A), la struttura accademica congiunta dell'Università di Trento e della Fem nata nel 2016. "Il settore - spiega Ilaria Pertot - è in forte crescita, vende il gusto italiano. Ha una forte necessità di ricerca e sperimentazione. L'obiettivo è trovare la ricetta magica per formare studenti che entrino, una volta terminato il loro percorso, subito nelle aziende per creare innovazione".

 

Le borse di dottorato: per quest'ultimo dottorato ce ne sono 18 di cui 14 co-finanziate da realtà portatrici d'interesse. Per le borse del secondo dottorato, quello in "Innovazione industriale", il bando sarà a giugno e al momento si contano 10 borse finanziate da aziende. Per il percorso internazionale invece le posizioni sono 14 di cui 7 finanziate dall'Università di Trento e quattro dal Centro di Alti studi umanistici.


Foto Giovanni Cavulli per l'Università degli studi di Trento
Foto Giovanni Cavulli per l'Università degli studi di Trento

La delegata per i dottorati di ricerca Giuseppina Orlandini conclude: "Il dottorato è quel periodo di studio in cui di fa anche ricerca, parliamo di "learning by doing": si impara a fare ricerca facendola. Di solito si pensa che si faccia solo quella di base, ma in realtà si può fare ricerca e innovazione anche nel breve periodo. È questo l'obiettivo di questi tre dottorati".

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