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Università di Trento, l'età media di laurea è 25 anni. Quasi il 70% degli studenti lavora durante gli studi

I dati rappresentano la condizione occupazionale dei laureati elaborati dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. Dal punto di vista della retribuzione, ad un anno dalla laurea triennale lo stipendio medio è di 1.247 euro mensili netti. La retribuzione è in media di 1.303 euro mensili netti ad una anno dalla laurea di secondo livello 

Pubblicato il - 06 giugno 2019 - 14:42

TRENTO. Gli studenti che frequentano l'Università di Trento riescono a laurearsi a circa 25 anni e il voto medio raggiunto si aggira in 102,1 su 110. Oltre nove studenti su dieci si dicono soddisfatti dei rapporti con il corpo docente e il 95% considera le strutture, come le aule, adeguate.

 

Questi alcuni dei dati del XXI Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati elaborati dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

 

Le Indagini hanno coinvolto 75 università ad oggi aderenti al Consorzio. Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 280 mila laureati nel 2018: in particolare, 160 mila laureati di primo livello, 82 mila dei percorsi magistrali biennali e 37 mila a ciclo unico; il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale dei laureati ha analizzato oltre 630 mila laureati di primo e secondo livello nel 2017, 2015 e 2013 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

 

LA SITUAZIONE DELL'UNIVERSITA' DI TRENTO

 

I laureati nel 2018 dell'Università di Trento coinvolti nel XXI Rapporto sul Profilo dei laureati sono 3.702. Si tratta di 2.010 di primo livello, 1.255 magistrali biennali e 425 a ciclo unico; i restanti sono laureati in altri corsi pre-riforma.

 

La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,9%: il 2,2% tra i triennali e l’11,0% tra i magistrali biennali. Il 57,1% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 55,8% tra i triennali e il 53,6% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico) il 73,9% dei laureati: è il 72,9% per il primo livello e il 70,7% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 21,3% dei laureati: è il 25,1% per il primo livello e il 18,6% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.


L’età media alla laurea, come già detto, si aggira sui 25,2 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 23,7 anni per i laureati di primo livello e di 26,8 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il voto medio di laurea è 102,1 su 110: 99,5 per i laureati di primo livello e 106,1 per i magistrali biennali

 

Per quanto riguarda i tirocini e le esperienze di lavoro durante il percorso, il 55,6% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi. Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 20,1% dei laureati: il 14,2% per i triennali e il 25,8% per magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 32,7% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 68,4% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 66,8% tra i laureati di primo livello e il 70,0% tra i magistrali biennali.

 

 

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE: laureati triennali

 

Per quanto riguarda i laureati triennali, l’indagine ha coinvolto 1.920 studenti che hanno raggiunto il titolo nel 2017 contattati dopo un anno. Il 73,5% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale). Dopo un anno, il 72,1% risulta ancora iscritto.

 

Isolando quindi i laureati triennali dell'Università di Trento che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea, è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo. Per loro il tasso di occupazione è del 76,4%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 10,9%. Tra gli occupati, il 36,0% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 16,4% ha invece cambiato lavoro; il 47,6% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 30,2% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 40,4% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato).

Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 38,7% gli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 34,5% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università.


LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE: laureati di secondo livello

 

I laureati di secondo livello del 2017 contattati dopo un anno dal titolo sono 1.585 (di cui 1.222 magistrali biennali e 363 magistrali a ciclo unico), quelli del 2013 contattati a cinque anni sono 1.379 (di cui 1.041 magistrali biennali e 338 magistrali a ciclo unico).

 

Tra i laureati di secondo livello del 2017 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 77,3% (80,5% tra i magistrali biennali e 67,1% tra i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 10,2% (10,3% tra i magistrali biennali e 9,7% tra i magistrali a ciclo unico). Il 23,3% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 39,2% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato).

 

La retribuzione è in media di 1.303 euro mensili netti (1.338 euro per i magistrali biennali e 1.124 euro per i magistrali a ciclo unico). Il 55,9% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 54,4% tra i magistrali biennali e il 63,7% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 47,9% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (46,6% tra i magistrali biennali e 54,4% tra i magistrali a ciclo unico)

 

Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2013, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari al 90,1% (90,8% per i magistrali biennali e 88,4% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 3,7% (3,8% per i magistrali biennali e 3,5% per i magistrali a ciclo unico).

 

Il 75,4% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 17,1% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit 7,4%. L’ambito dei servizi assorbe il 78,4%, mentre l’industria accoglie il 19,6% degli occupati; marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

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