L'ateneo inaugura sette spazi protetti: luoghi di pace dedicati all'allattamento o all'assunzione di terapie
Il progetto è costato 18.000 euro, primo in Italia per numero di sedi. Spazi analoghi a quelli dell'Università di Trento sono presenti solo a Bologna e a Salerno

TRENTO. Si chiamano "spazi protetti" e sono il modo che l'ateneo ha di prestare attenzione alle esigenze delle neomamme o dei neopapà, dei loro bambini e di chi ha problemi di salute.
L'iniziativa dell'Università di Trento è dedicata a chi ci studia e lavora ed è presente in sette strutture dell'ateneo. Una croce d'infermeria sulla porta, il fasciatoio per cambiare i piccoli e una poltroncina dedicata alle mamme che li allattano o a chi ha bisogno di riposarsi un attimo o assumere delle terapie: questi i tratti distintivi delle salette.
All'ingresso di ciascuna sede dell'Università si trova un pannello informativo che illustra il percorso "Uni&Me" da seguire per raggiungere lo spazio protetto. Una volta arrivati si trova sulla targa della porta una rappresentazione della conchiglia del nautilus: una scelta facendo riferimento alla sua struttura geometrica armonica che evoca, con le sue celle disposte a spirale, "l'idea di protezione, rifugio, cura e vita privata". All'interno delle salette l'immagine del nautilus a parete caratterizza l'angolo protetto arredato con poltroncina e lettino.

Per la realizzazione del progetto si sono spese diverse componenti dell'ateneo: il coordinamento è stato dell'Ufficio equità e diversità, è stato sviluppato dai Servizi di architettura della Direzione patrimonio immobiliare in collaborazione con il Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica.
Nonostante varie raccomandazioni nazionali e comunitarie, gli spazi di allattamento non sono ancora molto diffusi negli atenei italiani. Tra i primi casi ci sono l'Università di Bologna con un "Baby pit stop" per l'allattamento e l'Università di Salerno con un "Baby point, spazio nursery". E ora l'ateneo di Trento.
Gli spazi protetti sono stati pensati a servizio delle strutture universitarie di collina, di città e di Rovereto: sono stati allestiti al polo di Mesiano, a Povo (polo Ferrari 1), a palazzo Paolo Prodi, al palazzo di Giurisprudenza, alla biblioteca universitaria centrale e, per quanto riguarda Rovereto, a palazzo Fedrigotti e palazzo Piomarta.
Il costo complessivo di realizzazione dei sette spazi protetti (dal progetto, ai lavori di adeguamento dei locali, all'arredo) è stato di 18.000 euro.