In Italia il 5,5% delle sigarette è di contrabbando. Un danno per lo Stato da 800 milioni. ''L'ultimo rincaro tra accise e Iva ha portato a un incremento dell'attività illecita''
La Grecia è prima con il 24%, seguono Irlanda al 21%, Lettonia al 20% e Francia al 14%. Un fenomeno che appare fortemente legato ai differenziali di prezzo dei prodotti leciti che in altri Paesi, come Ucraina e Bielorussia, arrivano a costare 4,26/4,35 euro in meno rispetto al prezzo medio di un pacchetto in vendita nel mercato legale in Italia, circa 4,90 euro

ROMA. Il contrabbando di tabacchi è un fenomeno criminale molto complesso che genera ingenti danni per l’erario, la salute dei cittadini, la sicurezza del Paese e dell’Unione Europea. Si calcola che in Italia 5,5 sigarette consumate ogni 100 siano di provenienza illecita, questo nei primi 9 mesi del 2019. Un dato che posiziona il Bel Paese al diciannovesimo posto in Europa.
La Grecia è prima con il 24%, seguono Irlanda al 21%, Lettonia al 20% e Francia al 14%. Un fenomeno che appare fortemente legato ai differenziali di prezzo dei prodotti leciti che in altri Paesi, come Ucraina e Bielorussia, arrivano a costare 4,26/4,35 euro in meno rispetto al prezzo medio di un pacchetto in vendita nel mercato legale in Italia, circa 4,90 euro. Questi i dati dello studio cura di Intellegit, la start-up sulla sicurezza dell’Università di Trento, con il contributo di British American Tobacco Italia.
"In Italia - commenta Roberta Palazzetti, presidente e amministratore delegato di British American Tobacco Italia - si assesta su livelli più bassi, cioè tra il 5% e il 7%. Purtroppo però le ultime rilevazioni confermano ancora una volta come si tratti di un fenomeno che reagisce in modo immediato agli incrementi di prezzo sul mercato legale. In particolare, a seguito degli aumenti di prezzo dell’industria seguiti al recente incremento delle accise così come definito dalla legge di bilancio 2018, si è registrato nel terzo trimestre 2019 un innalzamento dell’incidenza dell’illecito dal 4,9% al 6,2%".
Il contrabbando di sigarette produce inoltre un danno erariale rilevante: si stima che le perdite per le casse dello Stato italiano, Iva e accise mai versate, siano state di circa 730 milioni di euro nel solo 2018, e di circa 10 miliardi l’anno su scala Ue. Una pratica che è particolarmente radicato in alcune aree del Paese, specialmente al sud.
"La legge di Bilancio attualmente in discussione - aggiunge Palazzetti - sembra prevedere anche quest’anno ulteriori sacrifici per il nostro settore senza considerare, apparentemente, l’inevitabile conseguenza di favorire così il mercato illecito che in Italia, in media, priva l’erario di circa 800 milioni l’anno. Forze dell’ordine e magistratura svolgono quotidianamente un’eccellente e straordinaria opera di contrasto, ma servono strumenti e dotazioni idonee: forse è qui che lo Stato dovrebbe investire risorse, invece di puntare a fare cassa solo sul settore legale delle sigarette, così come potrebbe soddisfare l’esigenza di stabilizzazione o incremento del gettito attraverso incrementi fiscali rivolti ad altri prodotti del settore come quelli a tabacco riscaldato, anche perché il rischio è che la coperta si riveli essere troppo corta. Con inevitabili ricadute sulla filiera tabacchicola che, grazie ai suoi 50.000 lavoratori e alle sue 3.000 aziende agricole in tutto il territorio nazionale, fornisce un importante contributo alle finanze dello Stato. E con il tabacco che, tra accise e Iva, assicura un gettito pari a circa 14 miliardi di euro l’anno. Da diversi anni sosteniamo la necessità di un approccio integrato tra pubblico e privato per realizzare efficaci attività di contrasto e prevenzione. E siamo orgogliosi della nostra continua e concreta collaborazione con la guardia di finanza e la Direzione nazionale antimafia per supportare le Istituzioni nella lotta all’illegaltà e ai traffici illeciti".
La città più impattata è Napoli, dove circa 1 pacchetto su 4 è di origine illecita. Al secondo posto Trieste (poco oltre il 20%), in virtù della vicinanza con il confine con la Slovenia in cui un pacchetto costa in media 1,25 euro in meno rispetto all’Italia. Ecco poi Casoria (20% circa), Torre del Greco e Giugliano in Campania.
I pacchetti di contrabbando in Italia provengono principalmente dal canale duty free (circa il 40%) - privi del tassello fiscale - dal quale vengono sottratti per essere reimmessi nel mercato nero. Oltre questi casi, le sigarette introdotte nel mercato illecito in Italia provengono principalmente dall’Ucraina (11,4% del totale) e transitano attraverso hub in Polonia e Romania prima di raggiungere l’Emilia-Romagna (via Trieste), dove la merce viene smistata e spedita in tutta Italia.
Mentre le sigarette provenienti dall’Est Europa vengono trasportate nel nostro Paese prevalentemente su gomma, i flussi provenienti da altri Paesi quali Spagna e Grecia seguono rotte via mare, entrando nel nostro Paese attraverso i porti siciliani o quelli del versante adriatico (come Ancona, Bari e Brindisi).
In questo contesto risulta quindi fondamentale il ruolo delle forze dell’ordine per contrastare il fenomeno: nel biennio 2017/2018, l’andamento dei sequestri di sigarette in Italia ha registrato picchi nel numero di operazioni a ottobre 2018 (250), con picchi di quantità sequestrate nel bimestre ottobre-novembre 2017 (160 tonnellate) e a marzo 2018 (quasi 50 tonnellate).
La quantità media dei singoli sequestri invece è molto bassa (2,1 kg), dato che conferma la parcellizzazione dei carichi operata dai contrabbandieri per limitare i danni in caso di interventi delle forze dell’ordine. Nel 2018 i sequestri si sono concentrati in Campania e nelle zone di transito (porti, aeroporti e città di confine), per un totale nazionale di 237.680 sequestri effettuati.
"Questo studio conferma che il contrabbando è sempre più un male internazionale non solo limitato alla Campania, che sta raggiungendo livelli preoccupanti. La natura di questo fenomeno, infatti, coinvolge organizzazioni criminali transnazionali e terroristiche che lo gestiscono per finanziare le proprie attività illecite - conclude il senatore Vincenzo Presutto - utilizzando le stesse rotte sulle quali viaggiano altri traffici illeciti quali il commercio della droga, delle armi, delle opere d’arte o addirittura gli esseri umani. Non ultimo, gli introiti mancati per lo Stato a causa del fenomeno sono elevatissimi. Per queste motivazioni oggi il contrasto del contrabbando di sigarette viene considerato una priorità per tutti gli Stati Europei e a tutti i livelli istituzionali. A oggi l’Italia può essere presa come esempio virtuoso per gli studi condotti sull’argomento e perché l’azione delle Autorità competenti ha permesso di tenere il fenomeno sotto controllo. Molto però si potrebbe ancora fare, aggiornando ad esempio il quadro regolatorio, rafforzando i poteri della Guardia di Finanza e favorendo inoltre una maggior collaborazione investigativa internazionale della magistratura e delle dogane per contrastare i principali flussi illeciti”.