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De Bertoldi contro il 5G: ''Con milioni di antenne a rischio la salute pubblica''. Saracco: ''Parole preoccupanti prive di fondamento. L'effetto è l'opposto''

Il senatore trentino si è scagliato contro la nuova tecnologia dichiarando che i ''cittadini italiani saranno inconsapevoli cavie per gli effetti dell’elettrosmog''. L'ex direttore degli Eit Italia smentisce categoricamente: ''Installare 1 milione di antenne provocherà un crollo dell'inquinamento elettromagnetico di almeno 50 volte''. Ecco perché

Il senatore de Bertoldi e l'ex direttore di Eit Italy Roberto Saracco
Di Luca Pianesi - 04 marzo 2019 - 18:41

TRENTO. ''Cittadini italiani inconsapevoli cavie per gli effetti dell’elettrosmog 5G, e sicurezza nazionale in pericolo per la tecnologia cinese. Senza alcuna sperimentazione scientifica vengono installate milioni di antenne, che inonderanno l’intero Paese di onde elettromagnetiche e che mettono a rischio la salute pubblica''. Questo un senatore della repubblica italiana, il trentino Andrea de Bertoldi eletto con Fratelli d'Italia e oggi segretario della commissione finanze e tesoro che ha preso parte a Vicovaro (Roma) al 1° meeting nazionale ''Stop 5G''

 

''Preoccupante che ci siano politici che dicano queste cose. Basterebbe aver fatto qualche lezione di fisica per capire che quel che dice non ha nessun fondamento con la realtà''. Questo, invece, Roberto Saracco diplomato in informatica e laureato in matematica con un perfezionamento in fisica delle particelle elementari. Ex direttore del Nodo italiano degli EIT ICT LABS (l'Istituto europeo di innovazione tecnologica) che ha sede a Trento, già direttore del Future Centre di Venezia, responsabile delle architetture di telecomunicazione innovative e comunicazioni scientifiche di Telecom Italia, senior member dell’IEEE (Electrical and Electronic Engineersl'associazione internazionale di scienziati professionisti che ha l'obiettivo di promuovere le scienze tecnologiche), Distinguished Lecturer della  Communication Society e autore di oltre un centinaio di pubblicazioni in Italia e all'estero.

 

Ebbene è lui a spiegare come quanto detto dal senatore de Bertoldi non abbia basi scientifiche. ''Qui parliamo di fisica e basta - spiega Saracco -. Come tutti sappiamo il segnale va dall'antenna al telefonino e viceversa. Ovviamente tanto più i due oggetti si allontanano l'uno dall'altro tanto maggiore dovrà essere il segnale per tenerli in contatto. Se misuriamo questo segnale in laboratorio l'aumento della potenza sarà al cubo dovendosi muovere in tre dimensioni. Se vado all'esterno, in città, per esempio, l'aumento della potenza dovrà essere alla quarta perché ci sono anche muri, impedimenti, altri segnali, che complicano le cose''.

 

''Oggi - prosegue Saracco - abbiamo circa 74.000 antenne in Italia molte in tecnologia beam forming (il segnale è direzionale e quindi viene inviato direttamente al device che deve coprire) che creano un campo elettromagnetico, che si aggiunge ai molti già esistenti. Con il 5G, che ha una minore capacità di propagazione usando frequenze più elevate, le antenne, a regime,  diventeranno 1 milione. Questo vuol dire un crollo dell'inquinamento elettromagnetico di almeno 50 volte. Semplicemente ci saranno molte più antenne e quindi il segnale potrà e dovrà essere meno forte essendo le antenne più vicine ai nostri telefonini''. 

 

Insomma più antenne significa copertura più completa con segnali considerevolmente meno forti. ‘’Se mai ci fosse un problema da inquinamento elettromagnetico causato da antenne fisse questo - prosegue Saracco - non deriverebbe comunque dalle antenne per il 5G ma dalle antenne per le Tv. Il 90% dell'inquinamento elettromagnetico è legato ai segnali televisivi. Un'unica antenna per le Tv che deve coprire un grande spazio, infatti, deve avere una potenza di segnale molto più alta e meno direzionata. La maggior esposizione a campi elettromagnetici nei sistemi radiomobili deriva dal metterci il telefonino all’orecchio, non dalle antenne che si vedono sui tetti o per strada, e questo non cambia con il 5G''. 

''Poi - conclude l'ex direttore di Eit Italia - il 5G non sarà probabilmente la rivoluzione copernicana che molti vogliono venderci ma, come è successo con le tecnologie precedenti, abbasserà ulteriormente i costi e migliorerà le prestazioni. Questo non piace necessariamente a molte società di telecomunicazioni e anche il fatto di dover installare molte nuove antenne rappresenta costi per chi dovrà fornire la nuova tecnologia''. 

 

Nel tempo, infatti, con l'arrivo di ogni nuovo ''G'' i costi della telefonia sono scesi grazie agli investimenti che gli Operatori hanno fatto per mettersi al passo. Paradossalmente sarebbe stato meglio, per i grandi gruppi, tenersi poche antenne con segnali molto potenti (e potenzialmente inquinanti) continuando a guadagnare come succedeva un tempo. E invece la tecnologia va avanti e costringe tutti a stare al passo perché se non sarai tu a cogliere l'innovazione lo farà qualcun'altro vicino a te. 

 

Questo de Bertoldi pare non saperlo e anzi aggiunge che ''il ministro Di Maio ha ceduto alla rivoluzione 5G, ignorando i pericoli della popolazione e mettendo a rischio la sicurezza nazionale, pur di finanziare il reddito di cittadinanza e pagare le promesse elettorali. Auspico - spiega il senatore trentino - in un sussulto di dignità della Lega se vorrà davvero continuare a sostenere il 'Prima gli Italiani', non solo a parole ma pure nei fatti. A breve attiverò misure legislative per scongiurare il grave pericolo''. 

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