Allarme obesità e invecchiamento, i trentini con problemi di peso sono il 35%, Bolzano si ferma al 33%
Operatori sanitari, medici, ricercatori e rappresentanti dei servizi sanitari si sono incontrati ad Hall in Tirol per discutere l’impatto socioeconomico dell’obesità e dell’invecchiamento, un progetto coordinato dalla Fondazione Mach. E i dati presentati sono allarmanti: l’incidenza degli adulti con problemi di peso in Trentino è del 35%, del 33% a Bolzano e del 40% in Tirolo

TRENTO. Obesità e invecchiamento non devono essere approcciati come una lotta individuale, ma come una sfida sociale che riguarda tutta la popolazione. Si è svolto nei giorni scorsi ad Hall in Tirolo all’Università di scienze della salute, informatica e tecnologie mediche, il primo workshop del progetto Euregio “Environment, food & health”, lanciato nel 2017 e coordinato dalla Fondazione Edmund Mach.
Operatori sanitari, medici, ricercatori e rappresentanti dei servizi sanitari si sono incontrati per discutere l’impatto socioeconomico dell’obesità e dell’invecchiamento. E i dati presentati sono allarmanti: l’incidenza degli adulti con problemi di peso in Trentino è del 35%, del 33% a Bolzano e del 40% in Tirolo.
Un incontro per discutere di strategie nella prevenzione, ma anche analizzare le recenti indicazioni sul ruolo dell'alimentazione. Nell'iniziativa è stato fornito poi un aggiornamento sul progetto multidisciplinare “Environment, food & health” che coinvolge nove enti tra ospedali, università e centri di ricerca dell’Euregio per diffondere l’importanza della relazione tra ambiente, alimentazione e salute.

Tra i campi della ricerca, si punta a valutare come il consumo di prodotti locali di alta qualità nutrizionale, a filiera controllata (come zuppe con cereali, verdure e legumi locali, snack a base di mela, more e lamponi, formaggi alpini, pesce d’acqua dolce e carne magra di bovini), possano essere vantaggiosi nell’efficacia delle diete non solo per la perdita di peso, ma anche per il miglioramento dei parametri infiammatori e metabolici legati all’obesità. Un aspetto fondamentale è inoltre l'identificazione e l'analisi della percezione individuale dello stato di salute e di rischio di malattia nelle regioni Euregio.
La prevalenza di persone con problemi di peso è intorno al 35% in Trentino, al 40% in Tirolo e al 33% in provincia di Bolzano. In ogni caso la zona Euregio si posiziona sotto la media nazionale del Paese di riferimento, cioè 42% per l’Italia e 47% per l’Austria.
"È necessario - commenta Mirko Bonetti, statistico dell'osservatorio per la salute di Bolzano - che i centri deputati all’analisi epidemiologica e statistica delle regioni Euregio collaborino per definire pratiche e strategie comuni. A maggior ragione perché i dati sui bambini sono ancora più preoccupanti: 23% di incidenza in Trentino, 15% in Alto Adige e 27% in Tirolo. Tra i problemi da considerare è la sottovalutazione del peso della singola persona: più di due persone in sovrappeso ogni 5 e una obesa ogni 20 ha una percezione di peso distorta. Questo aumenta la sottostima del rischio per la propria salute".
I dati evidenziano, inoltre, come l’obesità sia associata a una ridotta qualità della vita, ma anche a un raddoppiamento dei costi legati alle cure sanitarie. Questo si aggiunge una riduzione della produttività se confrontati con persone normopeso. A livello mondiale, la stima di queste spese raggiunge gli 870 miliardi di dollari per le spese sanitarie e i 450 miliardi di dollari legati alla ridotta produttività.
Riuscire a ridurre l’indice di massa corporea (Bmi) medio anche solo di due punti significherebbe ridurre i costi socio-sanitari del 4,2%. "C'è spesso un conflitto tra efficacia - dice Micheal Laxy, esperto di prevenzione dell'obesità e del diabete dell'Istituto di economia e gestioni sanitarie dell'Helmholtz Zentrum di Monaco - efficienza economica, impatto sulla popolazione e fattibilità politica degli interventi per la prevenzione del diabete e dell'obesità. Gli interventi ambientali e regolatori hanno potenzialmente un forte impatto sulla popolazione e possono essere implementati a basso costo. Il livello delle prove e l'accettabilità politica di tali misure è spesso basso. Al contrario, esistono evidenze positive da studi randomizzati per gli interventi sullo stile di vita, anche se questi interventi sono spesso costosi e hanno un basso impatto sulla popolazione. Per affrontare il problema delle malattie metaboliche è quindi necessario un buon equilibrio tra gli interventi ambientali e quelli basati sullo stile di vita. Come comunità scientifica dovremmo quindi cercare di aumentare le evidenze alla base dell’efficacia della misura ambientale".
L’alimentazione e uno stile di vita sano sono fondamentali nel prevenire l’obesità e nel proteggere dalle malattie legate all’invecchiamento, lo stile di vita mediterraneo sembra il più efficace. "In quest’ottica - conclude Giuseppe Pasolini, medico del servizio di dietetica e nutrizione clinica dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento - l’industria alimentare ha un ruolo di primo piano riducendo il contenuto di grassi, zuccheri e sale negli alimenti trasformati, promuovendo la qualità nutrizionale degli alimenti, assicurando che scelte salutari e nutrienti siano accessibili a tutti i consumatori e, infine, praticando un marketing responsabile soprattutto per bambini e anziani. L’aspettativa di vita, infatti, si sta allungando. I bimbi obesi o sovrappeso di oggi saranno la generazione adulta e anziana obesa e sovrappeso di domani. La conseguenza è che potranno soffrire di disabilità fisiche, problemi mentali e maggiori rischi di diabete, malattie cardiovascolari, cancro e malattie legate all’invecchiamento. I conseguenti impatti socio-economici pesano sulla società".