In Trentino c'è il "gambero killer" ed è iniziata la battaglia per fermarlo
Non si conoscono, al momento, le modalità con le quali è arrivato in Trentino. E'incredibilmente aggressivo e resistente, riuscendo ad adattarsi anche agli ambienti fortemente degradati

TRENTO. Ha un soprannome per nulla rassicurante “il gambero killer” perché nel luogo dove si trova distrugge gran parte dell'ecosistema a partire dalla vegetazione, gli invertebrati acquatici e gli anfibi.
E' il gambero della Louisiana che è arrivato anche in Trentino, più precisamente al lago di Lagolo. Si tratta di una specie aliena invasiva originaria del Sud degli Stati Uniti. Marrone-rossastro da adulto, sulle tinte grigie da giovane, ha dimensioni comprese tra i 10 e i 20 centimetri.
Le modalità con le quali questo animale è arrivato in Trentino non si conoscono ma potrebbe essere avvenuta involontariamente, magari attraverso l’introduzione di giovani gamberi insieme al pesce durante le semine, oppure volontariamente.
Negli scorsi anni era stata data notizia della sua presenza e la Rete di Riserve del Basso Sarca si era adoperata per la realizzazione di un’azione di controllo/eradicazione, che ha visto affidare all’Unità di Idrobiologia della Fondazione Edmund Mach l’elaborazione di uno studio di fattibilità.
A darne notizia è il blog del Muse con la ricercatrice della sezione di Zoologia dei vertebrati, Sonia Endrizzi. Il lavoro portato avanti ha visto un primo step finalizzato alla raccolta di informazioni sul numero di gamberi presenti nel lago e sulle zone di maggior concentrazione di individui utili per capire come procedere alla eradicazione, o per lo meno al contenimento, della popolazione. Operazione questa da svolgersi nel prossimo triennio.
Sono state così posizionate nel lago 48 trappole per gamberi, distribuite su 3 transetti posti a profondità diverse e innescate con mangime a base di pesce. Questo ha permesso la cattura di diversi animali che sono stati analizzati e marcati mediante pennarello indelebile e quindi sono stati rilasciati. L’operazione è stata ripetuta per quattro giorni consecutivi.
I gamberi catturati nel corso dell’ultima giornata di attività sono stati rimossi e smaltiti secondo le disposizioni previste dalla legge. Si tratta di un animale, come già detto, molto invasivo, Pur vivendo in media poco più di 1 anno, è incredibilmente resistente, riuscendo ad adattarsi anche agli ambienti fortemente degradati, con acque poco ossigenate, salmastre e inquinate. Tollera ampie escursioni trmiche e può sopravvivere anche per lunghi periodi fuori dall’acqua.
Un’altra grave minaccia è rappresentata infine dalla “peste del gambero”, un fungo letale per i gamberi europei di cui il “gambero killer” è vettore.