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Il Cibio diventa dipartimento: ''Fondamentale per restare competitivi anche se la ricerca in Italia è difficile''

La trasformazione garantirà più stabilità, più visibilità e competitività nelle valutazioni nazionali. A guidarlo sarà sempre Alessandro Quattrone, eletto direttore per i prossimi tre anni. Conclusa la tornata elettorale nei dipartimenti dell’Ateneo: il riepilogo degli eletti

Di Luca Andreazza - 27 settembre 2018 - 20:54

TRENTO. Il Centro della scoperta del secolo nel campo del Dna (Qui articolo), il Cibio, diventa un dipartimento dell'Università di Trento, l'undicesimo dell'Ateneo. Un'evoluzione che porta il centro d'eccellenza a livello internazionale a consolidare l'autonomia finanziaria della struttura, oltre a renderla più stabile, visibile e competitiva.

 

Una decisione dopo che il Centro è riuscito a raggiungere i criteri base previsti dalla normativa (Riforma Gelmini, legge 240 del 2010) per quanto riguarda la disponibilità di risorse, locali e persone. A guidare il nuovo dipartimento è il professore Alessandro Quattrone, già direttore del Cibio. Il suo mandato, votato all'unanimità, avrà durata di 3 anni e sarà rinnovabile per un ulteriore triennio.

 

"Un momento importante e un'occasione per consolidare questo percorso", commenta Quattrone, che aggiunge: "La nostra attività in materia biotecnologie per la salute umana non cambia e questo passaggio ci consente di prevedere ambiziosi step successivi, come dare slancio per far nascere aziende e start up del settore".

 

Tra gli obiettivi quello di mantenere il passo con le nuove tecnologie. "Il supporto della Provincia è fondamentale - evidenzia il professore - in quanto il contesto italiano è fortemente penalizzante. All'interno della nostra struttura abbiamo esperienze e competenze che ci permettono di raggiungere fonti di finanziamento per restare competitivi ai massimi livelli: la volontà è continuare a restare ai vertici". 

 

Recentemente il Cibio è riuscito inoltre a ottenere quasi sei milioni per un progetto di ricerca sul cancro, selezionato insieme a altri cinque programmi internazionali finanziati da una collaborazione tra Cancer Research Uk, Airc e Fc Aecc (Qui articolo).

 

"La cifra del dipartimento - aggiunge Quattrone - è un sistema nel quale la scienza di base coesiste con l’innovazione nella ricerca di nuovi metodi di diagnosi e terapia delle malattie. Altro tratto distintivo è la forte integrazione di saperi, ottenuta tramite la fusione della biologia cellulare e molecolare classica con i nuovi strumenti offerti dalla bioinformatica e dalle nanotecnologie, e con il concorso di chimica, fisica, informatica, matematica e ingegneria a arricchire gli strumenti del biotecnologo".

 

La componente infrastrutturale del dipartimento è organizzata in core facilities, piattaforme tecnologiche gestite da personale altamente specializzato, che supportano le attività di ricerca dei laboratori oltre che offrire un servizio a disposizione del territorio per la ricerca in campo biomedico e biotecnologico.

 

Articolato in laboratori guidati da ricercatori (principal investigators) indipendenti, è diviso in quattro principali aree: genomica e biologia del cancro, biologia cellulare e molecolare, microbiologia e biologia sintetica, biologia dello sviluppo e neurobiologia.

 

"L'intenzione - dice Quattrone - è quella di promuovere e consolidare il trasferimento tecnologico per riuscire a restituire le nostre conoscenze al territorio, che può avvenire anche tramite la nascita di aziende e start up, che significano ulteriori posti di lavoro. Questo risponde anche all'estrema esigenza di creare network e relazioni, fondamentali per il nostro dipartimento".

 

Il professore dell’Università, dove insegna patologia molecolare e controllo traduzionale, è arrivato a Trento nel 2006 con il mandato di fondare il Centro per la biologia integrata.

 

È stato inoltre prorettore per il supporto alla ricerca della stessa Università e professore a contratto negli atenei di Firenze e Parma, direttore di ricerca all'Irccs di San Giovanni Rotondo, visiting scientist ai National Institutes of the Health americani e associate professor alla West Virginia University e Johns Hopkins University.

 

Quattrone studia da trent’anni la regolazione dell'espressione dei geni, come questa realizzi funzioni complesse dell'organismo e come questa possa essere sfruttata per sortire effetti terapeutici nei tumori e in patologie delle cellule nervose.

 

Il professore ha pubblicato oltre 120 articoli su riviste internazionali, oltre a essere membro di varie società scientifiche nazionali e internazionali. È consulente di fondi di investimento per la valutazione scientifica di idee d'impresa e fondatore di startup ed è nello scientific advisory board di varie aziende biotecnologiche.

 

Il Cibio, nato nel 2007, come Centro interdipartimentale di biologia integrata tra i dipartimenti di Fisica, Ingegneria e Scienza dell’Informazione, Matematica e Ingegneria dei materiali e tecnologie industriali dell’Università di Trento, si occupa di biotecnologie per la salute umana.

 

Con l’elezione al Dipartimento Cibio si conclude la tornata elettorale che nelle scorse settimane ha visto riconferme e cambi al vertice nei dipartimenti dell’Ateneo.

 

I nuovi direttori sono Mario Diani riconfermato a Sociologia e Ricerca sociale, Fulvio Cortese a Giurisprudenza, Flavio Bazzana a Economia e Management, Marco Gozzi a Lettere e Filosofia,  e Dario Petri riconfermato a Ingegneria industriale. 

 

E ancora Marco Andreatta a Matematica, Giulio Monaco a Fisica, Niculae Sebe riconfermato a Ingegneria e Scienza dell’informazione, e Oreste Bursi a Ingegneria civile, ambientale e meccanica. L’unico Dipartimento che non ha rinnovato il proprio vertice è stato Psicologia e Scienze cognitive, dove la professoressa Paola Venuti, eletta a gennaio 2017, rimarrà in carica fino al 30 settembre 2019.

 

Altre regole e altre tempistiche invece per i vertici dei centri di Ateneo (Centro Agricoltura Alimenti Ambiente diretto da Ilaria Pertot, Centro interdipartimentale Mente/Cervello diretto da Carlo Miniussi e Scuola di Studi internazionali, diretta da Andrea Fracasso), che vengono nominati direttamente dal Senato accademico.

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