Il Cibio diventa dipartimento: ''Fondamentale per restare competitivi anche se la ricerca in Italia è difficile''
La trasformazione garantirà più stabilità, più visibilità e competitività nelle valutazioni nazionali. A guidarlo sarà sempre Alessandro Quattrone, eletto direttore per i prossimi tre anni. Conclusa la tornata elettorale nei dipartimenti dell’Ateneo: il riepilogo degli eletti

TRENTO. Il Centro della scoperta del secolo nel campo del Dna (Qui articolo), il Cibio, diventa un dipartimento dell'Università di Trento, l'undicesimo dell'Ateneo. Un'evoluzione che porta il centro d'eccellenza a livello internazionale a consolidare l'autonomia finanziaria della struttura, oltre a renderla più stabile, visibile e competitiva.
Una decisione dopo che il Centro è riuscito a raggiungere i criteri base previsti dalla normativa (Riforma Gelmini, legge 240 del 2010) per quanto riguarda la disponibilità di risorse, locali e persone. A guidare il nuovo dipartimento è il professore Alessandro Quattrone, già direttore del Cibio. Il suo mandato, votato all'unanimità, avrà durata di 3 anni e sarà rinnovabile per un ulteriore triennio.
"Un momento importante e un'occasione per consolidare questo percorso", commenta Quattrone, che aggiunge: "La nostra attività in materia biotecnologie per la salute umana non cambia e questo passaggio ci consente di prevedere ambiziosi step successivi, come dare slancio per far nascere aziende e start up del settore".
Tra gli obiettivi quello di mantenere il passo con le nuove tecnologie. "Il supporto della Provincia è fondamentale - evidenzia il professore - in quanto il contesto italiano è fortemente penalizzante. All'interno della nostra struttura abbiamo esperienze e competenze che ci permettono di raggiungere fonti di finanziamento per restare competitivi ai massimi livelli: la volontà è continuare a restare ai vertici".
Recentemente il Cibio è riuscito inoltre a ottenere quasi sei milioni per un progetto di ricerca sul cancro, selezionato insieme a altri cinque programmi internazionali finanziati da una collaborazione tra Cancer Research Uk, Airc e Fc Aecc (Qui articolo).
"La cifra del dipartimento - aggiunge Quattrone - è un sistema nel quale la scienza di base coesiste con l’innovazione nella ricerca di nuovi metodi di diagnosi e terapia delle malattie. Altro tratto distintivo è la forte integrazione di saperi, ottenuta tramite la fusione della biologia cellulare e molecolare classica con i nuovi strumenti offerti dalla bioinformatica e dalle nanotecnologie, e con il concorso di chimica, fisica, informatica, matematica e ingegneria a arricchire gli strumenti del biotecnologo".
La componente infrastrutturale del dipartimento è organizzata in core facilities, piattaforme tecnologiche gestite da personale altamente specializzato, che supportano le attività di ricerca dei laboratori oltre che offrire un servizio a disposizione del territorio per la ricerca in campo biomedico e biotecnologico.
Articolato in laboratori guidati da ricercatori (principal investigators) indipendenti, è diviso in quattro principali aree: genomica e biologia del cancro, biologia cellulare e molecolare, microbiologia e biologia sintetica, biologia dello sviluppo e neurobiologia.
"L'intenzione - dice Quattrone - è quella di promuovere e consolidare il trasferimento tecnologico per riuscire a restituire le nostre conoscenze al territorio, che può avvenire anche tramite la nascita di aziende e start up, che significano ulteriori posti di lavoro. Questo risponde anche all'estrema esigenza di creare network e relazioni, fondamentali per il nostro dipartimento".
Il professore dell’Università, dove insegna patologia molecolare e controllo traduzionale, è arrivato a Trento nel 2006 con il mandato di fondare il Centro per la biologia integrata.
È stato inoltre prorettore per il supporto alla ricerca della stessa Università e professore a contratto negli atenei di Firenze e Parma, direttore di ricerca all'Irccs di San Giovanni Rotondo, visiting scientist ai National Institutes of the Health americani e associate professor alla West Virginia University e Johns Hopkins University.
Quattrone studia da trent’anni la regolazione dell'espressione dei geni, come questa realizzi funzioni complesse dell'organismo e come questa possa essere sfruttata per sortire effetti terapeutici nei tumori e in patologie delle cellule nervose.
Il professore ha pubblicato oltre 120 articoli su riviste internazionali, oltre a essere membro di varie società scientifiche nazionali e internazionali. È consulente di fondi di investimento per la valutazione scientifica di idee d'impresa e fondatore di startup ed è nello scientific advisory board di varie aziende biotecnologiche.
Il Cibio, nato nel 2007, come Centro interdipartimentale di biologia integrata tra i dipartimenti di Fisica, Ingegneria e Scienza dell’Informazione, Matematica e Ingegneria dei materiali e tecnologie industriali dell’Università di Trento, si occupa di biotecnologie per la salute umana.
Con l’elezione al Dipartimento Cibio si conclude la tornata elettorale che nelle scorse settimane ha visto riconferme e cambi al vertice nei dipartimenti dell’Ateneo.
I nuovi direttori sono Mario Diani riconfermato a Sociologia e Ricerca sociale, Fulvio Cortese a Giurisprudenza, Flavio Bazzana a Economia e Management, Marco Gozzi a Lettere e Filosofia, e Dario Petri riconfermato a Ingegneria industriale.
E ancora Marco Andreatta a Matematica, Giulio Monaco a Fisica, Niculae Sebe riconfermato a Ingegneria e Scienza dell’informazione, e Oreste Bursi a Ingegneria civile, ambientale e meccanica. L’unico Dipartimento che non ha rinnovato il proprio vertice è stato Psicologia e Scienze cognitive, dove la professoressa Paola Venuti, eletta a gennaio 2017, rimarrà in carica fino al 30 settembre 2019.
Altre regole e altre tempistiche invece per i vertici dei centri di Ateneo (Centro Agricoltura Alimenti Ambiente diretto da Ilaria Pertot, Centro interdipartimentale Mente/Cervello diretto da Carlo Miniussi e Scuola di Studi internazionali, diretta da Andrea Fracasso), che vengono nominati direttamente dal Senato accademico.