'Doppio lavoro', sei docenti dell'Università di Trento nel mirino delle Fiamme Gialle
Un'indagine partita da Roma sta setacciando gli atenei di tutta Italia. Fino ad ora sono 411 i professori su cui la Guardia di Finanza sta procedendo con gli accertamenti. Sei insegnano a Trento

TRENTO. Tra i 411 docenti italiani finiti nel mirino della Guardia di Finanzia ci sono anche sei professori dell'Ateneo trentino. L'indagine è partita con l'intenzione di accertare il fenomeno del 'doppio' lavoro', della libera professione non autorizzata svolta dai professionisti al di fuori dell'attività di insegnamento.
Fino ad ore, il danno erariale contestato dai militari delle Fiamme Giallea 172 docenti è di 42 milioni di euro, cifra che potrebbe salire nelle prossime ore e con gli accertamenti conseguenti, dopo che di queste prime evidenze è stata informata la Corte dei Conti che sta già procedendo nei confronti delle prime segnalazioni.
Ad occuparsi di questa indagine, che sta setacciando tutte le università italiane, è il Nucleo speciale Spesa pubblica della Guardia di Finanza di Roma. Nucleo che ha inserito negli accertamenti - senza avanzare, per ora, alcuna contestazione - anche sei docenti dell'Ateneo del capoluogo trentino.
I docenti finiti nel mirino appartengono soprattutto ai dipartimenti di ingegneria, economia e giurisprudenza. L'indagine si è mossa incrociando i dati delle Partite Iva con le ore effettivamente svolte all'interno dell'università, soprattutto quelle dedicate ai corsi di formazione, alla ricerca e all'aggiornamento e alle altre mansioni che i docenti con il 'doppio lavoro' trascuravano per dedicarsi all'attività in libera professione.