Divisione tra gli assessorati di Università e Ricerca. Il direttore del Cibio: ''Dovranno lavorare in tandem, ma non faremo solo didattica''
Intervista al professore Quattrone: "Formazione, ricerca fondamentale e applicativa sono tutte competenze dell'università. La storia insegna che è dal collegamento tra queste ultime che nasce il meglio"

TRENTO. La volontà di “accentuare la natura applicata della ricerca”, “al servizio del mondo economico-produttivo e dei servizi”, passando anche per uno scorporamento delle competenze relative a Università e Ricerca in seno alla Giunta provinciale. Era stata annunciata nella presentazione delle linee programmatiche dell'esecutivo Fugatti in consiglio provinciale e viene ribadita dalle parole dell'assessore Achille Spinelli che, sulla stampa, ha presentato le imminenti mosse in quest'ambito. “La storia insegna che è dal collegamento tra la ricerca fondamentale e quella applicativa che nasce il meglio” sottolinea il direttore del Cibio Alessandro Quattrone. Gli assessori? "Lavoreranno in tandem", prevede.
Professor Quattrone, nella Giunta di Fugatti le competenze di Istruzione, università e cultura e quelle di Sviluppo economico, ricerca e lavoro fanno capo a due assessorati differenti. Ritiene che questa scelta si tradurrà in un cambiamento nelle modalità della ricerca in Trentino?
È difficile commentare prima di capire l'orientamento delle cose, non coglierei comunque nella divisione delle competenze un segnale troppo forte. Parliamo di due assessorati diversi che lavoreranno di concerto, in tandem. È difficile che non sia così perché è importante che la ricerca sia vista in modo unitario, indipendentemente dall'ente in cui si realizza.
Crede che il ruolo di ricerca dell'università sarà interessato da questa novità?
La didattica è di spettanza dell'università, come lo è la ricerca, che ha in sé due caratteri diversi, quello fondamentale e quello applicativo. Queste due competenze sono legate tra loro. E la storia ci insegna che è dal loro collegamento che nascono le cose migliori. Anche in ambito universitario devono essere presenti entrambe le anime della ricerca. Gli assessorati? Compartimentare, certo, può essere un rischio, ma bisogna vedere come sarà declinata questa decisione. La struttura scelta non nega la possibilità di collaborare.
Anche in un territorio piccolo come il Trentino è necessaria la presenza di entrambe le anime della ricerca?
Certo. È importante che anche qui la ricerca vada in direzione dei bisogni, tenendo conto che non si può essere universali. Allo stesso tempo non si può però essere troppo localistici. Una delle funzioni dell'università è esplorare il nuovo in un mondo che cambia moltissimo.
Scendendo nel dettaglio dei progetti, l'assessore Spinelli sottolinea la necessità di “qualche ragionamento sul futuro”. In particolare il riferimento è a Meccatronica e a Manifattura che, dice, “merita un ripensamento”.
Non entro nel merito delle singole esperienze. Posso dire però che, rispetto all'avanzare talmente tumultuoso del nuovo, ripensamenti strutturali vanno fatti di continuo. Non mi riferisco con ciò direttamente a Meccatronica o a Manifattura. Dico solo che in un mondo che cambia in sei mesi la vitalità non è un segno negativo: cambiare e riorganizzare significa essere vivi.