In 1 metro quadro 200 piante da coltivare senza terra e con pochissima acqua. Parte da Rovereto la rivoluzione dell'agricoltura
Si chiama Veve ed è l'orto verticale inventato dall'architetto trentino Matteo Sansoni. Un prodotto che sfruttando la tecnologia areoponica rende massime le rese e riduce inquinamento e impatto ambientale

ROVERETO. E' un moderno e originale elettrodomestico che, però, permette di coltivare ortaggi, erbe aromatiche e fiori sfruttando la tecnologia areoponica. Si chiama Veve, ed è un orto verticale. Un'innovazione, quella dell'architetto Matteo Sansoni, che cerca di affiancare la più alta tecnologia alla salute delle persone e al rispetto dell'ambiente. "Mi sembrava impossibile non trovare uno strumento che non potesse permette a chiunque di avere un orto a portata di mano - ci spiega l'inventore - e così, andando ad incrociare le mie due più grandi passioni, l'architettura e l'orticultura, è nato Veve”.
Ciò che caratterizza Veve è l'utilizzo della tecnologia aeroponica, un processo di sviluppo delle piante che avviene senza servirsi della terra. Le piante, infatti, sono sostenute da pannelli porta piante e la loro alimentazione è garantita da una pompa che veicola sia l'acqua sia il fertilizzante necessario alla crescita per tutto il sistema che interessa le radici delle piante coltivate. L'assenza di terreno permette di annullare l'esposizione delle piante ad agenti infestanti e patogeni facilitando ulteriormente il loro sviluppo.
Ma quali sono i principali vantaggi di cui questa innovazione è portatrice? Per la prima volta, tutti coloro che vivono in città e non dispongono di un giardino potranno coltivare il loro orticello sull'uscio di casa. E che dire di tutti gli anziani che, affaticati dal peso degli anni, non saranno più costretti a immani fatiche nei campi? "Un rapporto tra uomo e macchina – continua Sansoni – volto a favorire il benessere delle persone e dell'ambiente: Veve permette di nutrirci in modo corretto consumando solo prodotti biologici, sempre freschi, a chilometro zero, riducendo i rifiuti generati da confezionamento, trasporto e approvvigionamento”.
Veve, inoltre, contribuisce a ridurre l'inquinamento ambientale e azzera l'uso di elementi chimici nocivi. Il sistema aeroponico utilizza il 90% di acqua in meno rispetto ad una coltivazione in terra, perché è un sistema chiuso e l'acqua con i nutrienti non vengono dispersi nel terreno. Ma i benefici che si potranno trarre da Veve non finiscono qui: il ciclo della pianta verrà velocizzato, le condizioni di crescita ottimizzate e quindi la resa potenziale sarà maggiore. Basti pensare che un orto verticale dalle dimensioni di 1 metro quadrato, permette di coltivare fino a 200 piante (che corrispondono a circa 20 metri quadri di orto tradizionale).
Basteranno poi piccoli, brevi accorgimenti perché Veve possa produrre i suoi frutti migliori: innanzitutto deve essere fatta una scelta accurata delle specie da inserire nei pannelli porta piante e la loro organizzazione (ad esempio lattuga, rucola, orticole a foglia, erba di grano), monitorare quotidianamente il pH e l'Ec, provvedere il sistema di una adeguata esposizione alla luce o di un adeguato ombreggiamento. Inoltre è opportuno mantenere l'orto verticale in una temperatura ottimale (tra i 21 e i 28 gradi), con un corretto tasso di umidità e una buona areazione.
Veve si prepara a diventare l'orto di tutti e a portata di tutti. Con un consistente risparmio in termini di spazio, tempo, spesa e rifiuti. Insomma, grazie all'architetto roveretano Sansoni da oggi in poi basterà affacciarsi al balcone di casa per portare in tavola verdura fresca e di qualità.