"In Tirolo lo scialpinismo viene valorizzato, in Trentino si fatica a ottenere il minimo", un rifugio: "Un'opzione per i giovani che trovano poche opportunità in valle"
Il punto di vista di un rifugio in val di Sole sullo scialpinismo: "Un'alternativa per i giovani, un'opportunità salutare e sportiva, evitando che passino le serate nei bar. Non sarebbe solo un beneficio per loro, ma anche un’opportunità per valorizzare il nostro territorio, promuovendo un utilizzo responsabile e condiviso delle nostre risorse montane"

TRENTO. Scialpinismo su pista? "Si dovrebbe seguire l'esempio del Tirolo che dimostra una gestione intelligente e collaborativa per trasformare questa opportunità in un'attività sicura e regolamentata". A sostenerlo un rifugio in val di Sole che rilancia la necessità di una migliore valorizzazione di questa disciplina. "Con il modello 'Sicher & Fair' sono stati introdotti tre pilastri fondamentali: un decalogo di comportamento, con regole chiare, un sistema di segnaletica dedicata, per garantire flussi ordinati e prevenire incidenti e serate riservate con piste disponibili in sicurezza grazie a una pianificazione degli orari".
Questo approccio "ha permesso di ridurre i conflitti con le aree sciistiche - aggiunge il rifugio - favorendo una convivenza armoniosa tra gli appassionati di scialpinismo e gli operatori del settore". In Austria "questo sistema è già una realtà, nelle nostre zone – da Folgarida, Marilleva, Madonna di Campiglio, Pejo e Tonale – fatichiamo ancora a ottenere anche il minimo indispensabile. Eppure, questo territorio appartiene alla popolazione e non è giusto che non possa goderne appieno per un’attività tanto importante per i nostri giovani e le loro famiglie".
Da anni gli scialpinisti chiedono un accordo con le ski area per "utilizzare una pista da sci in sicurezza, una volta a settimana, per ogni località, per un paio d’ore la sera. Questo permetterebbe alla gente locale di praticare uno sport salutare anche dopo l’orario di lavoro, favorendo unione e distrazione in una valle che offre poche alternative per i giovani, offrendo loro un'opzione positiva e costruttiva per il tempo libero".
Una proposta più strutturata consentirebbe di minimizzare l'impatto sul lavoro dei gattisti. "Basterebbe posticipare di qualche ora la battitura della pista interessata, lasciandola per ultima quella sera", proseguono i rifugisti. "Gestire la sicurezza in modo sostenibile: se non fosse possibile impiegare il personale del soccorso piste, si potrebbe contare sui ragazzi volontari, pronti a garantire supporto e intervento in caso di necessità. Inoltre, gli scialpinisti sono disposti a pagare uno stagionale dedicato, dimostrando piena collaborazione e rispetto delle regole".
A fronte di skialper che non vogliono vedere in alcun modo gli impianti, altri sarebbero disposti a pagare lo skipass, come confermato anche da un atleta di punta della disciplina come Federico Nicolini (Qui articolo).
Lo scialpinismo si appresta a debuttare alle prossime Olimpiadi, quelle di Milano e Cortina, ma la risalita delle piste è invece normalmente (e normativamente) vietata e si rischia una multa. Meglio, oggi le risalite possono essere ammesse solo previa autorizzazione del gestore dell'area sciabile attrezzata. Qui e là ci sono raduni, eventi e manifestazioni, c'è qualche apertura serale ma non c'è una grande chiarezza di una proposta strutturata.
Gli impiantisti, però, nicchiano. E' qui che subentra, infatti, il discorso della responsabilità, le società impianti possono prevedere delle autorizzazioni sull'area sciabile attrezzata ma la prudenza è massima perché poi le incombenze (e soprattutto i problemi) ricadono sui gestori che in questa cornice giuridica non si sentono sufficientemente tutelati. Aprire agli skialper in modo stabile sarebbe una "rivoluzione" per l'organizzazione dei demani (Qui articolo).
Ma potrebbe essere un'opportunità. "Anche un’alternativa per i giovani, un'opportunità salutare e sportiva, evitando che passino le serate nei bar, non sarebbe solo un beneficio per loro. Ma anche un’opportunità per valorizzare il nostro territorio, promuovendo un utilizzo responsabile e condiviso delle nostre risorse montane. Un piccolo cambiamento, per un grande passo avanti. E' ora che anche da noi si prenda esempio da iniziative virtuose come quella del Tirolo. Collaborazione, rispetto e visione da parte di tutti possono fare la differenza", conclude il rifugio.