"Chi viaggia col camper non è un turista di serie B: in 24 ore ho speso 700 euro tra skipass, cena, area sosta e acquisti. Anche noi creiamo indotto, rispettateci"
Con la sua testimonianza Giacomo ha voluto "sfatare il mito" che spesso accompagna chi viaggia in camper: quello di essere turisti che spendono poco, rallentano il traffico e non contribuiscono all’indotto economico delle località che visitano

TRENTO. Il mondo dei camperisti si sta espandendo rapidamente, con sempre più famiglie e appassionati che scelgono questo tipo di turismo "itinerante" per godersi le bellezze naturali e culturali dei luoghi visitati.
Una tendenza che però ha portato con sé anche critiche e pregiudizi, in particolare sui social, contro la "categoria". “In 24 ore ho speso circa 700 euro tra skipass, cena, acquisti in negozio, area sosta e colazione”, racconta Giacomo, un camperista che proprio su un gruppo di Facebook ha voluto condividere la sua esperienza durante le recenti festività tra Natale, Capodanno ed Epifania sulle montagne trentine.
Parole con le quali Giacomo ha voluto "sfatare il mito" che spesso accompagna chi viaggia in camper: quello di essere turisti che spendono poco, rallentano il traffico e non contribuiscono all’indotto economico delle località che visitano.
Giacomo ha invece "ribaltato" la prospettiva, mettendo in evidenza come in molte località turistiche e sciistiche europee, da Garmisch a Kranjska Gora, si dà grande attenzione ai camperisti, considerandoli una risorsa e non un problema. “All’estero le maggiori località sciistiche hanno molta attenzione per questo tipo di turismo. Sanno che è un settore in espansione ed è diventato una fonte di guadagno da cui attingere”.
In Italia le carenze sono strutturali: uno dei punti più dibattuti è proprio l'assenza di servizi adeguati per i camperisti. “In Germania, per ogni 100 camper hai almeno 3 aree di sosta, in Italia ce n’è una ogni 300”, osserva Giacomo.
Una situazione che si traduce in disagi per chi cerca di viaggiare in modo responsabile e, a volte, in comportamenti scorretti. “Noi, e in generale i camperisti responsabili, ci siamo portati a casa il sacchetto della spazzatura, altri meno attenti lasciano i rifiuti: ma alla base manca il servizio”.
Il problema però non si limita alle aree di sosta. La rete stradale italiana offre raramente spazi dedicati per lo scarico delle acque reflue o il rifornimento di acqua potabile, elementi fondamentali per chi viaggia in camper.
E così, nonostante molti investano cifre importanti (“80-100 mila euro per un camper”), spesso si trovano a fare i conti con un sistema complessivamente carente.
Ma esistono anche dalle nostre parti realtà che dimostrano come sia possibile accogliere i camperisti con successo, traendo beneficio dal loro turismo. Giacomo cita la sua esperienza a Folgarida, dove ha sostato in un'area dedicata: “Accoglienza ottima, cucina di qualità, prezzo corretto per il periodo e a soli 150 metri dalla funivia”.