"Volge lo sguardo verso valle e poi prosegue, inghiottito dalla notte", speciale avvistamento in quota (VIDEO): "Così l'orso ci ha mostrato chi siamo davvero"
"Ci definiamo montanari ma la natura la vogliamo anestetizzata". A parlare è il fotografo Massimo Vettorazzi, che nelle scorse ore ha pubblicato il video di un plantigrado, con tanto di riflessione: "Forse, come commentavamo con un mio amico, non ci meritiamo davvero gli orsi. Comunque la si pensi l'orso ha avuto forse un merito: ci ha messi a nudo e ha mostrato purtroppo chi siamo davvero"

TRENTO. "Un orso si muove di notte lungo una tracciola del Brenta, fiuta l'aria, volge lo sguardo per un attimo verso valle e poi prosegue, inghiottito dalla notte. È solo un fugace momento della vita di un animale che da sempre popola queste montagne. La fototrappola ne fa intuire la maestosità e ne mette in evidenza il passo deciso e sicuro. Ormai sono giunto alla conclusione che in questo delirio collettivo, sia proprio l'orso l'unico con i piedi ben piantati a terra".
A raccontare un meraviglioso avvistamento è il fotografo Massimo Vettorazzi, che negli anni ha collezionato spettacolari riprese di plantigradi, come quelle dell'orsa Kj1 (NE PARLAVAMO QUI), ripresa coi i 4 piccoli dell'anno nel 2018.
L'ultimo video condiviso sul web da Vettorazzi (DI SEGUITO) mostra invece un orso catturato in piena notte dalla fototrappola. Immagini che, in tempi d'isteria collettiva, hanno condotto l'uomo a scrivere una sorta di "sfogo", come lui stesso 'ammette' a Il Dolomiti: "Laggiù dove per un attimo l’orso volge lo sguardo, invece la razionalità e il lume della ragione si sono persi da un bel po'. Ormai non vale la pena quasi più commentare o provare a fare qualche ragionamento, visto il livello medio delle discussioni".
E prosegue: "Forse, come commentavamo con un mio amico, non ci meritiamo davvero gli orsi; non ci meritiamo una natura così ricca e completa, e così meravigliosamente complessa, e non ci meritiamo l’onere e l’onore di coesistere con questa specie".
RIPORTIAMO DI SEGUITO IL RESTO DELLA RIFLESSIONE
Comunque la si pensi l'orso ha avuto forse un merito: ci ha messi a nudo e ha mostrato purtroppo chi siamo davvero, come singoli e come comunità.
A noi, che ci definiamo montanari e amanti della natura, ci bastano brandelli, scampoli di "natura". Quello a cui aspiriamo, in fondo, è una Natura anestetizzata: montagne di plastica e addomesticate, strade che arrivano fino in vetta dove salire con potenti Suv, sentieri dove sfrecciare con bici elettriche, piste da sci, ponti sospesi che non portano a nulla, scenografie vuote (e "innocue") per selfie mordi e fuggi.
Scacciamo dunque orsi (e lupi), forse è davvero più giusto…e riacquistiamo quella (finita) libertà e sicurezza, che molti sostengono sia ormai perduta!
Finalmente potremmo andare a fare legna in sicurezza (e morire in sicurezza per un peccio sulla testa o per l’imperizia nell’uso della motosega), in campagna (e rovesciarci in sicurezza con trattori privi di qualsiasi dispositivo protettivo, magari tolto da noi perché "l’è na briga en pu"), andare a funghi liberi e sicuri (e scivolare in sicurezza giù per gli sbriocchi alla ricerca dell’agognata brisa), avventurarci in sicurezza su sentieri (e schiantarci in sicurezza, perché, magari distratti dal cellulare, mettiamo un piede in fallo).