Raggiungono il lago alpino sotto una pioggia battente e con l'intenzione di bivaccare (ma senza 'attrezzature' per la notte): due donne recuperate in ipotermia
La richiesta di aiuto è giunta attorno alle 23 da parte di due signore nella zona del Gaisalpsee, in Tirolo. Erano salite al lago nel pomeriggio sotto una pioggia battente con l'intenzione di bivaccare "ma non avevano alcuna attrezzatura adatta per dormire all'addiaccio, tanto meno sotto la pioggia"

OBERSTDORF. "Nell'era dei cellulari, delle app, delle mappe digitali e delle funzioni internet e Gps sempre disponibili, parrebbe impossibile che gli escursionisti si possano perdere in quota, invece, accade sempre più spesso". A parlare sono i tecnici del Soccorso alpino della Baviera, che sui social hanno voluto pubblicare un post con tanto di esempi degli ultimi (assurdi) interventi effettuati in quota.
"Da metà settembre in poi siamo intervenuti decine di volte e, almeno 15, per escursionisti ritrovatisi in difficoltà a causa della mancanza di pianificazione delle escursioni e alla mancanza di preparazione". Quella del Soccorso alpino è una riflessione che mostra quanto ancora ci sia da fare per sensibilizzare e rendere più consapevoli coloro i quali scelgono di andare in montagna.
Non basta scaricarsi un'app per stare "tranquilli". Nel corso degli ultimi mesi, infatti, non sono mancati recuperi di persone che "erano ben equipaggiati in termini di 'navigazione', ma le conclusioni tratte consultando mappe e applicazioni non erano opportune e le loro conoscenze e capacità personali non erano sufficienti per affrontare i percorsi scelti".
"A metà settembre, ad esempio - ricordano i soccorritori - due coppie sono state recuperate dopo che erano rimaste bloccate nella neve, alta fino al petto, nella zona del Krumbacher Höhenweg". Un altro esempio di mancanza di attenzione è stato anche quello di due giovani escursionisti che "avevano scelto di prendere presunta scorciatoia finendo al buio in una zona impervia (nel territorio di Gaißfuß) sprovvista di sentieri segnati".
E proseguono: "Un altro esempio è quello di una signora che voleva salire attraverso la cresta dello Schattenberggrat fino alla stazione di Nebelhornbahn, percorso che richiede un'adeguata preparazione. Dopo essersi persa e aver lanciato l'allarme, è stata recuperata in ipotermia e fradicia non lontano da un rifugio".
Secondo i tecnici, sarebbero in aumento gli interventi legati in particolare a escursionisti "sorpresi dal buio". Come giustamente fanno notare dal Soccorso alpino, "nessuna app o descrizione del percorso su un forum internet può essere ritenuta responsabile di questo, ma solo la capacità personale di pianificare un'escursione e di riconoscere il percorso".
Oltre a missioni come quelle citate, i soccorritori hanno dovuto affrontare situazioni "quasi incredibili", come spiegano ancora sul post apparso su Facebook: "È il caso di una richiesta di aiuto giunta attorno alle 23 da parte di due signore dalla zona del Gaisalpsee. Erano salite al lago nel pomeriggio sotto una pioggia battente con l'intenzione di bivaccare. Quando i soccorritori alpini sono arrivati nel cuore della notte, trovando le due donne completamente fradice e infreddolite, non hanno trovato alcuna attrezzatura adatta per bivaccare in montagna, tanto meno sotto la pioggia".
"L'elenco degli incidenti evitabili nella sola zona di Oberstdorf potrebbe continuare ancora - concludono amareggiati dal Soccorso alpino della Baviera - ma ciò che ci sembra più importante fare è trasmettere un messaggio, senza condannare le persone coinvolte. La pianificazione di un'escursione in montagna deve essere effettuata con prudenza e in base alle proprie capacità e competenze, e tenendo conto delle condizioni meteo e dei sentieri. Siate responsabili non soltanto per voi stessi ma anche per i soccorritori".