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Game over per la Panarotta, il rilancio non c'è (almeno da quest'inverno). Sfuma anche l'apertura parziale: ''Fatto il possibile, pensiamo a un nuovo turismo"

Troppo difficile e anti-economico aprire, anche solo parzialmente, la stazione sciistica chiusa da due inverni. Tempi stretti per organizzarsi, troppe incertezze e partite ancora da chiudere con la vecchia gestione. Per il terzo anno consecutivo la Panarotta alza bandiera bianca, il rilancio è rimandato

Di Luca Andreazza - 12 dicembre 2024 - 12:35

PERGINE VALSUGANA. La Panarotta alza bandiera bianca per il terzo inverno conseguito. Un altro anno zero per una destinazione che non riesce a trovare il rilancio per uscire dalla crisi. La Provincia, attraverso Trentino Sviluppo che è proprietaria degli asset funiviari, avrebbe provato tutte le carte, senza risultato.

 

"Abbiamo preso atto dell’impossibilità di riuscire ad aprire la stazione della Panarotta – commenta Albert Ballardini, vice presidente di Trentino Sviluppo con delega agli impianti turistico funiviari - pur constatando un interesse molto forte del territorio nella direzione di valorizzare la montagna in chiave turistica e per l’intero anno. Ciò ci sprona ad avviare le opportune interazioni per dare una nuova veste al turismo della Panarotta". Una località apparsa abbandonata negli scorsi mesi e sulla quale in tanti avevano già sollevato molti dubbi sul ritorno in pista (Qui articolo).

 

Così Trentino Sviluppo esprime rammarico, ma anche consapevolezza che è stato fatto tutto quanto si poteva e doveva fare, tenuto conto anche delle necessità di mantenere gli impianti in regola con le manutenzioni e pronti a essere messi in esercizio qualora ci fossero state le condizioni per farlo.

 

Nelle ultime settimane l'orientamento era quello di provare la strada, difficilissima, di un'apertura parziale mediante (seggiovia Furet) un accordo con la società Lagorai 2001 srl, cioè i tre imprenditori che alla fine dell'anno scorso avevano manifestato interesse nel rilancio della località (Qui articolo).

 

Troppi, però, gli ostacoli da superare: economici e organizzativi. C'è stata la manutenzione sugli impianti "pronti alla messa in esercizio" ma non basta per aprire le piste. Le attrezzature quali materassi e reti, merci, mezzi battipista, biglietterie e software sono necessarie per avviare la stazione in sicurezza, però sono ancora coinvolte nella liquidazione della precedente gestione. C'è da poi da trovare il personale. 

Davvero difficile per un potenziale gestore avviare i motori, anche solo parzialmente, senza un investimento reputato ingente e non commisurato all'offerta. Spese quasi impossibili da coprire tra ricavi e un contributo pubblico accordato dalle amministrazioni locali proporzionalmente accordato al servizio. Si è arrivati così a un'altra resa.

 

A un anno dall'annuncio di una nuova chiusura e della presenza del pool di imprenditori, l'ottimismo si è via via affievolito fino a questo epilogo. Le speranze sono svanite, più rapidamente, in questo fine anno. Il 6 settembre scorso è stato pubblicato, infatti, un avviso pubblico per la manifestazione di interesse alla gestione degli impianti: tre le candidature arrivate sul tavolo. La verifica dei requisiti è stata positiva, tuttavia tra i requisiti c'era anche l'obbligo di presentare un piano industriale. Nonostante la proroga dei termini, non sono pervenuti business plan a spiazzare un po' gli enti pubblici.

 

Incassato il colpo, sono iniziate le valutazioni dei passi successivi per provare a salvare qualcosa. Formalmente, infatti, il bando è andato deserto e questo ha aperto a una exit strategy, anche con quelle realtà che avevano manifestato interesse ma non avevano poi completato l'iter. Una valutazione ma a condizioni diverse: un solo anno e la gestione di almeno un impianto, necessario per garantire l'apertura del campo scuola (Qui articolo).

 

Alla scadenza del 25 novembre, solo la società Lagorai 2001 srl ha risposto positivamente: possiede i requisiti parziali ma è disponibile a gestire anche solo in parte gli impianti e intende confrontarsi con Trentino SviluppoComunità di Valle e Comuni interessati per discutere le possibili soluzioni. I confronti hanno dato esito negativo. 

 

Ora si passa direttamente al prossimo anno perché c'è un futuro da pianificare, una visione da sviluppare e un'identità da costruire. Una proposta alternativa a quel modello sci-centrico ha mostrato tutti i limiti del caso. Una transizione che tenga conto di altri segmenti quali l'outdoor e un'offerta estiva più strutturata, come evidenziato anche dagli stessi impiantisti.

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