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Duecentomila utenti attivi: GeoResQ, l'app del Soccorso Alpino e del Cai, è stata ideata da due trentini. Il vice presidente del Cnsas Molinu: "In 22 casi ha salvato delle vite"

Nata quasi 12 anni or sono grazie all'intuizione di due volontari del Soccorso Alpino trentini, Maurizio Sordo e Silvano Dalrì, l'applicazione è oggetto di continuo sviluppo e, dal 2023, è stata resa gratuita grazie al contributo del Ministero del Turismo, che ha deciso di destinare apposite risorse finanziarie al progetto. E, quando si parla di sicurezza, nessuna cifra è mai troppo elevata

Di Daniele Loss - 28 dicembre 2024 - 05:01

TRENTO. I numeri sono incredibili: 200mila utenti attivi e registrati al servizio, 250 allarmi inviati solamente nel 2024 e altri 1.300 geolocalizzazioni effettuate attraverso le tecnologie collegate.

 

E, in 22 casi, l'applicazione è risultata decisiva per salvare la vita della persone coinvolte.

 

GeoResQ, l'app ideata dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico in collaborazione con il Club Alpino Italiano, è diventata uno strumento quasi indispensabile per alpinisti ed escursionisti.

 

Nata quasi 12 anni or sono grazie all'intuizione di due volontari del Soccorso Alpino trentini, Maurizio Sordo e Silvano Dalrì, l'applicazione è oggetto di continuo sviluppo e, dal 2023, è stata resa gratuita grazie al contributo del Ministero del Turismo, che ha deciso di destinare apposite risorse finanziarie al progetto. E, quando si parla di sicurezza, nessuna cifra è mai troppo elevata.

 

"I numeri sono diventati veramente importanti, ma il progetto parte da lontano, esattamente nel 2012 - spiega Alessandro Molinu, vice presidente vicario del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e responsabile del progetto sin dalla sua nascita -, in collaborazione con il Cai, il Club Alpino Italiano, quando abbiamo iniziato ad esplorare il mondo delle tecnologie applicate agli smartphone. L'idea è venuta a due nostri operatori trentini, Maurizio Sordo e Silvano Dalrì, che lavorano in ambito informatico, che si sono occupati da sempre dello sviluppo dei nostri software gestionali. Inizialmente il servizio si chiamava "Sms Locator" (ancora oggi attivo): all'utente arrivava un sms contente un link da cliccare ma, ovviamente, aveva dei limiti. Da lì abbiamo iniziato a lavorare sull'app e, nell'estate 2013, abbiamo diffuso la prima versione all'interno di un contesto "protetto" e riservata ai soli soci Cai. Gli iscritti erano circa un migliaio e il costo, per potervi accedere, era di 24 euro l'anno. Tra l'altro il lavoro fu estremamente impegnativo, perché l'app doveva essere adattata ai diversi sistemi operativi degli smartphone e ricordo che lo sviluppo era su ben 5 piattaforme diverse. Il lavoro, per arrivare al risultato di oggi, è stato immenso".

 

Nel 2023 GeoResQ è diventata gratuita.

"Grazie all'intervento e al contributo del Ministero del Turismo, da luglio 2023 l'app è diventata completamente gratuita e, infatti, oggi abbiamo raggiunto l'incredibile numero di 200mila utenti iscritti e attivi, che possono sfruttare le numerose funzioni dell'app. Sì, perché oltre ad essere uno strumento per inviare richieste di soccorso geolocalizzate in caso di emergenza, permette anche di tracciare i propri itinerari durante le escursioni e, all'interno del proprio profilo, l'utente inserisce tutti i dati personali, compresi i numeri di telefono da chiamare in caso di emergenza. E per i familiari vi è anche la possibilità di segnalare un mancato rientro, e seguire in remoto i propri cari. Quindi, nel momento in cui parte la richiesta, l'operatore è già in grado di identificare perfettamente la persona da cui è partito l'allarme".

 

Come funziona dal punto di vista "pratico" l'app?

"GeoResQ sfrutta la connessione dati dello smartphone, è sviluppata per garantire il servizio tutto il territorio nazionale, ma è già stata utilizzata anche all'estero, ad esempio in Turchia, Portogallo, sull'isola greca di Telendos, prossima a Kalymnos, e nelle aree di confine sull'arco alpino. La precisione della geolocalizzazione del segnale è di 4-5 metri dal punto in cui è partita la richiesta, non di più in genere. 
Come funziona? Si apre l'app, si clicca e si invia la segnalazione. L'operatore che riceve l'SOS prova immediatamente a contattare telefonicamente il richiedente al numero di riferimento e, se non ottiene risposta, apre la chat e cerca d'interagire con l'utente via messaggio. Nel frattempo viene inoltrata subito la segnalazione al Numero Unico per le Emergenze, che attiva il Soccorso Alpino locale e, se necessario, l'elicottero dell'emergenza urgenza sanitaria. Il nostro consiglio è, comunque, di "rafforzare" sempre la richiesta di soccorso inoltrata tramite l'app chiamando anche il 112. E una cosa la voglio dire, molto chiaramente, a scanso di equivoci per capire in che contesto si inserisce GeoResQ".

 

Prego.

"GeoResQ è un servizio di emergenza che va a integrarsi a quelli esistenti, non vuole essere assolutamente sostitutivo del NUE 112, abbiamo concordato protocolli operativi specifici, è quindi un ulteriore modo per cercare di garantire precisione e tempestività nei soccorsi. Il Soccorso Alpino e Speleologico lavora quotidianamente assieme al 112 e a tutte le realtà dell'emergenza urgenza, per questo GeoResQ ne rappresenta un tassello importante, ci siamo dotati di uno strumento in più per aumentare la sicurezza di chi frequenta le nostre montagne".

 

Senza connessione dati, però, GeoResQ è impossibilitata ad operare.

"Quello è l'unico limite ma, attenzione, prima di tutto bisogna considerare che la copertura telefonica sul territorio è ormai quasi totale e poi è sufficiente che il segnale sia debolissimo anche per una frazione di secondo perché la richiesta di soccorso parta. E poi spesso la percezione personale è diversa dalla reale copertura telefonica. Ci sono stati casi in cui gli infortunati si trovavano in zona con presunta mancanza di copertura telefonica e, invece l'SOS, è partito e i soccorsi sono stati indirizzati nel punto esatto grazie all'app e l'elicottero è volato nel luogo proprio seguendo le indicazioni fornite da GeoResQ. Poi, una volta che la richiesta è stata lanciata, la posizione viene raffinata dall'app e tenuta "attiva" dalla centrale operativa sino alla fine dell'intervento".

 

La richiesta, dunque, viene presa in carica da un operatore che lavora all'interno di un Centrale. E' corretto?

"Assolutamente sì. Le centrali operative che gestiscono le richieste d'aiuto sono due, una a Sassari - dove è nato il progetto - e una a Cassano Irpino. Ve ne è una terza, situata a Rapallo, che viene attivata "di rinforzo", quando richiesto dagli eventi. Gli operatori che vi lavorano sono professionisti del Soccorso Alpino e Speleologico di comprovata esperienza, con grandissima preparazione e formazione e un'approfondita conoscenza del territorio nazionale. Hanno la capacità di fornire immediatamente un quadro molto completo e realistico della situazione".

 

I numeri degli interventi realizzati grazie a GeoResQ?

"Gli eventi di soccorso gestiti con l'ausilio delle tecnologie di geolocalizzazione legate ai sistemi informatici dell'app sono stati a oggi oltre 10mila. Nel 2024 sono stati circa 250 gli allarmi inviati dall'app, a cui bisogna sommare altre 1.300 geolocalizzazioni di utenti in difficoltà attraverso le tecnologie collegate. Ad oggi possiamo dire che GeoReQ è stata decisiva in 22 casi: in quelle particolari situazioni senza l'applicazione non sarebbe stato possibile salvare la vita delle persone coinvolte nelle emergenze. Penso che questa sia la cosa di maggior valore per tutto il progetto!".

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