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Dall'idea del rifugio-albergo del 1913 all'incendio nazista nel '44, la storia del rifugio Rosetta. Nel numero di ottobre di Uct (in edicola) si racconta quella dell'Antermoia

In edicola il numero di ottobre di Uct-Uomo Città Territorio, il mensile in collaborazione con il Dolomiti, protagonista il rifugio Antermoia. Nel numero di settembre invece è stata ricordata la storia del rifugio Rosetta

Pubblicato il - 30 settembre 2024 - 23:39

TRENTO. E' in edicola il numero di ottobre di Uct-Uomo Città Territorio, il mensile realizzato con la collaborazione con il Dolomiti

 

Questo numero è dedicato ai Festival. Da un lato vengono raccontati i più importanti eventi di questo mese, dalla voce dei protagonisti, dall'altro il mensile ospita una riflessione sul modello di sviluppo turistico legato a questa parola.


Spazio, poi, alle nuove partnership: dopo quella con la Sat, ecco il Csv e le Pro Loco Provinciali oltre agli universitari per il loro punto di vista su tanti temi. E poi c'è lo sport tramite il quale vengono presentate società, club, atleti.

 

Questo mese viene raccontata la storia del rifugio Antermoia e riproponiamo quella del rifugio Rosetta, pubblicata nel numero di settembre.

 

DALL'IDEA DEL RIFUGIO-ALBERGO DEL 1913 ALL'INCENDIO NAZISTA NEL '44
Storia del Rifugio Rosetta poi dedicato a Giovanni Pedrotti

 

di Michele Terragnolo

 

Il Rifugio Rosetta viene costruito nel 1889, su progetto dell'ingegnere Annibale Apollonio. La prima struttura è piccola e semplice: tetto in larice, pavimento foderato in legno e cucina essenziale. L'idea di costruire un rifugio nel gruppo delle Pale di San Martino però era già nata nel 1885, il 2 febbraio, alla XXVI Adunanza generale dei Soci Sat a Rovereto.

 

Infatti era stato stilato un documento, Proposta di costruire un rifugio alpino nel gruppo delle Pale di S. Martino, ma il progetto non decollò mai perché al 13° Congresso estivo della Sat svoltosi in Primiero sempre nel 1885 fu comunicato che l'ingegnere incaricato del progetto non aveva visitato quelle montagne e si sarebbe dovuto provvedere in altro modo.

 

Comunque, arriviamo al 1889, il primo rifugio viene costruito e inizia la storia, abbastanza travagliata, della struttura. Già nel 1896, delineandosi il ruolo sempre più importante delle Pale di San Martino sul piano alpinistico, il rifugio viene ampliato: viene aggiunto un piano e vengono ammodernate le dotazioni.

 

Dato questo trend, nel 1913 la Sat progetta la costruzione di un rifugio-albergo al Passo della Rosetta, in modo tale da assecondare il flusso di alpinisti sempre più corposo, ma la Grande Guerra ferma i lavori e anche la vecchia struttura del rifugio viene danneggiata e data alle fiamme da soldati di passaggio.

 

Dopo la guerra la Sat si impegna a ricostruire il rifugio originale, mentre l'idea del rifugio-albergo viene abbandonata. All'inizio si arriva ad una disponibilità di 12 posti nel 1924, che arrivano ad essere 40 nel 1931. Anche la Seconda Guerra Mondiale ha le sue conseguenze e nel 1944 il rifugio viene, per una seconda volta, dato alle fiamme dai tedeschi.

 

Dopo questo episodio il rifugio è ridotto ad un rudere e rimane in questo stato per alcuni anni, fino a che, nel 1950, si dà il via alla ricostruzione, completata nel 1952. La nuova riapertura è affiancata anche da una modifica nella denominazione del rifugio, che passa da Rifugio Rosetta a Rifugio Rosetta “Giovanni Pedrotti”. Viene dedicato all'alpinista ed etnografo Giovanni Pedrotti (1867-1938), presidente della Sat dal 1925 al 1928.

 

La nuova struttura è dotata di 70 posti letto, più 10 nel locale invernale. Viene illuminata tramite un impianto a gas liquido (poi sostituito da un gruppo elettrogeno) e il rifornimento idrico sfrutta l'acqua di fusione del ghiacciaio della Fradusta.

 

Quando nel 1957 viene aperta la funivia della Rosetta che collega il Col verde al Passo della Rosetta, il rifugio vive un aumento dell'utenza non più fatta solo da alpinisti, ma con l'afflusso di nuovi clienti come turisti ed escursionisti, dato il facile accesso direttamente da San Martino di Castrozza.

 

Nel 1963 il terreno su cui sorge la struttura viene venduto dalla Regione Trentino/Alto Adige alla Sat, che ne entra finalmente in legale ed effettivo possesso. Tra il 1999 e il 2011 il rifugio affronta varie operazioni di rinnovamento e adeguamento alle norme di sicurezza.

 

Il rifugio viene allacciato alla rete elettrica e alla rete fognaria nel 2008, aumentando i servizi e le facoltà della struttura. Invece tra il 2010 e il 2011 si misura con nuovi ammodernamenti che consentono finalmente l'apertura invernale, con annessa disponibilità ad accogliere ospiti nei week-end della stagione sciistica.

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