"Ci sono stati anni più difficili, oggi c'è interesse anche per motivi di salute", lo sci nordico cerca centralità: "Ancora associato a tanta fatica e poco divertimento"
Nonostante la neve e il freddo sul Bondone aperti meno di 2 chilometri di piste per il fondo. L'avvio è stato interessante, anche se si prospetta un'altra stagione di lotta per gli sci stretti. Il direttore del Centro Fondo Viote e allenatore dello sci club Fiavè, Nicola Fruner: "La disponibilità di acqua è sempre poca"

TRENTO. Un po' di neve naturale è scesa in quota, le finestre fredde sono state utilizzate per azionare (compatibilmente con le necessità di Trento Funivie) i sistemi di innevamento. Il risultato? Panorama invernale alle Viote ma aperti i soliti circa 2 chilometri (su 35 disponibili) di piste. Le temperature nel frattempo si sono rialzate e, salvo cambiamenti di scenario (potrebbe transitare un'altra perturbazione), si prospetta un'altra stagione di lotta per il Centro fondo.
"L'avvio è stato positivo, la nevicata ha portato un po' di slancio e una promozione della destinazione: c'è stata una risposta interessante della clientela", dice Nicola Fruner, direttore del Centro fondo Viote e allenatore dello sci club Fiavè. "Ma è chiaro che il discorso ricade sulla disponibilità di acqua, sempre poca, per avere un'offerta ottimale. Il tracciato è perfetto ma il chilometraggio, purtroppo, limitato. A ogni modo non mancano i tanti atleti che si preparano alla Marcialonga e alle principali competizioni qui alle Viote".
Nonostante le difficoltà, lo sci alpino sembra tenere nei numeri e nei flussi, mentre lo scialpinismo appare in calo dopo un decennio di crescita costante. Come sta lo sci nordico?
"Ci sono stati anni più difficili e la disciplina in questo momento è piuttosto attrattiva, anche se naturalmente i numeri non sono quelli di altre attività. Lo sci nordico è ancora associato, erroneamente, a uno sport di tanta fatica e poco divertimento", evidenzia Fruner. "C'è un avvicinamento dagli altri sport invernali: qualcuno arriva dallo sci alpino, per esempio, perché preferisce il contatto diretto con la natura e gli spazi aperti ma anche perché in pista ci sono troppe persone oppure le code agli impianti sono lunghe, allora si preferisce qualcosa di percepito come più tranquillo e rilassante".
Si punta anche sui temi legati alla salute. "Un numero non trascurabile di clienti scopre gli sci stretti per il benessere", aggiunge Fruner. "E' un'attività molto sociale, economica e si può praticare a qualunque età. E' una disciplina che coinvolge tutti i muscoli e si può scegliere l’andatura in base alla preparazione fisica, inoltre è indicata per il bassissimo rischio infortuni, la varietà della tecnica. Poi c’è il paesaggio totalmente naturale che circonda lo sciatore".
Tra le conferme i corsi di sci di avviamento e perfezionamento, mentre la novità è tapis roulant a servizio della pista da bob. "Un'attività che negli scorsi week end ha riscosso molto successo". Lo skialp a livello agonistico soffre ma presenta atleti di punta anche in ottica Olimpiadi, discorso diverso per lo sci nordico. Gli anni d'oro sono ormai alle spalle, un movimento che si affida quasi esclusivamente alle gesta di Federico Pellegrino.
"Sicuramente manca in parte una vetrina, se ci fosse un Sinner di turno probabilmente ci sarebbe un interesse maggiore per praticare lo sci nordico. Ci sono tanti giovani promettenti che speriamo possano definitivamente emergere per stimolare il movimento a crescere ulteriormente", conclude Fruner.