Bivacco preso d'assalto da escursionisti impreparati e "improvvisati", il rifugista: "Colpa dei social? Non solo. Necessario investire di più sulla cultura di montagna"
Nei giorni scorsi il Soccorso alpino Veneto è dovuto intervenire (ancora una volta) nella zona del bivacco Fanton per recuperare escursionisti in difficoltà. Il gestore del Telegrafo: "Non è solamente un problema di scorretta informazione sui social, quanto più di vera e propria formazione degli 'hikers' di oggi. Oltre che sulla pubblicità, c’è la necessità di investire tanto in cultura di montagna"

BELLUNO. "Comunicati di questo tipo, danno ben idea di quello che sia il livello di competenza e consapevolezza delle difficoltà o della possibile evoluzione degli scenari (che avrebbe nevicato nella notte tra mercoledì e giovedì era stato ben previsto) che caratterizza una buona parte di chi frequenta la montagna".
A parlare è Alessandro Tenca, gestore del rifugio Telegrafo Gaetano Barana (sul Monte Baldo), che nelle scorse ore ha condiviso un post pubblicato dal Soccorso alpino Veneto in seguito ad un (ennesimo) intervento di recupero effettuato nei pressi del bivacco Fanton (NE PARLAVAMO QUI).
"Ancora un recupero da parte dell’elisoccorso al bivacco Fanton, a Forcella Marmarole, nel comune di Auronzo di Cadore, per due escursionisti rimasti bloccati dalla nevicata della notte - esordivano nelle scorse ore dal Soccorso alpino Veneto -. Senza puntare il dito su questo specifico caso, sono ormai poco meno di dieci, solo a partire dall’estate, gli interventi per riportare a valle dalla zona del Fanton persone in difficoltà, a qualsiasi ora del giorno e della notte, con squadre a piedi o con l’elicottero".
Si tratta di un bivacco che sorge nel Bellunese, raggiungibile da tre vie d’accesso, "tutte con caratteristiche d’alta montagna che, anche in piena estate e condizioni ottimali, richiedono esperienza, preparazione, allenamento, attrezzatura adeguata e la capacità di rispondere a imprevisti legati al meteo in quota, temporali, ghiaccio, nevicate. Prima dell’installazione della nuova struttura, gli interventi erano sporadici, ma da quando il bivacco è diventato un’attrazione social, si susseguono numerose le missioni di recupero, molte volte per riportare a valle persone non in grado di muoversi in quell’ambiente, che non hanno attrezzatura adeguata, impaurite, bloccate dal ghiaccio e dalla neve, senza illuminazione. Da una parte youtuber, influencer, creator digitali a renderlo una meta da instagrammare a tutti i costi, dall’altra moltissimi che vogliono assolutamente andarci".
Una situazione che, secondo Tenca, sarebbe sempre più frequente in quota e che non riguarderebbe soltanto il bivacco Fanton: "Non è solamente un problema di scorretta informazione sui social o su altri canali di informazione, quanto più di vera e propria formazione e competenza degli 'hikers' di oggi - fa notare il rifugista -. Oltre che sulla pubblicità e che sulle strutture operative di soccorso, c’è la necessità di investire tanto in cultura di montagna".
In generale, i bivacchi nascono come punti d'appoggio per le vie alpinistiche e per affrontare eventuali emergenze, per questo, come avevano sottolineato i tecnici del Soccorso alpino nelle scorse ore, sarebbe bene "valutare sempre sinceramente le proprie capacità ed esperienza prima di intraprendere qualsiasi itinerario. A maggior ragione quelli più impegnativi, specie in questa stagione dell’anno quando il ghiaccio ricopre pareti, sentieri e ghiaioni".