A 1.140 metri di profondità nell'abisso del Laresot (VIDEO) individuata una nuova verticale: l'incredibile scoperta degli speleologi trentini nelle Dolomiti di Brenta
La spedizione, che ha raggiunto i 1.140 metri di profondità, ha battezzato la nuova incredibile scoperta “Pozzo Sat Arco e Vigolo Vattaro”

TRENTO. È stata individuata una nuova verticale nell’ abisso del Laresot, il cui ingresso si apre a 2.360 metri in Val Noghera nelle Dolomiti di Brenta.
La "conquista" arriva dal Gruppo Speleologico Sat di Arco, dal Gruppo Grotte Sat di Vigolo Vattaro con la collaborazione del gruppo Grotte Brenta. La spedizione, che ha raggiunto i 1.140 metri di profondità, ha battezzato la nuova incredibile scoperta “Pozzo Sat Arco e Vigolo Vattaro”.
Cosi Cristian Ferrari, presidente di Sat: “La Giornata Internazionale della Montagna, è un’occasione in cui onoriamo le grandi vette del nostro pianeta e il rapporto speciale che l’umanità ha con esse. Oggi, però, ci troviamo qui non solo per celebrare chi guarda verso l'alto, ma anche chi ha il coraggio di guardare verso il basso. Nel cuore del Trentino, delle Dolomiti di Brenta, territorio con vette iconiche, gli speleologi della Sat hanno proseguito con nuovi risultati di un’impresa già straordinaria: raggiungere la profondità record nell'abisso del Laresot, una cavità che rappresenta un autentico enigma geologico e una sfida per chi osa esplorarla. Così è forte la determinazione di un alpinista che si muove verso una vetta, passo dopo passo, affrontando freddo, vertigini e fatica, allo stesso modo lo speleologo, con la stessa determinazione si immerge nella terra, nel buio profondo, affrontando il silenzio assordante, il freddo umido e l'ignoto. Se l’alpinismo ci invita a guardare al cielo, la speleologia ci richiama a conoscere le profondità, rivelando un universo altrettanto affascinante e altrettanto impegnativo. Il valore di queste due imprese è paritario: entrambe richiedono competenze, preparazione fisica e mentale, e soprattutto un’indomita passione per l’esplorazione. Sono testimonianze di un desiderio umano universale: spingersi oltre i confini conosciuti, sia verso l’alto che verso il basso”.
A raccontare l’impresa sono: Maurizio Sassudelli del Gruppo Sat Vigolo Vattaro e Silvano Bertamini, Dino Salvaterra e Claudio Montagnoli del Gruppo Sat di Arco.
“Abbiamo effettuato l’ultima punta esplorativa della stagione 2024 nell’Abisso del Laresot nei giorni 1 e 2 novembre. L’ingresso del Laresot porta a una grotta alpina bellissima, ma caratterizzata da un costante scorrimento di acqua e una temperatura che va da 1 a 4 gradi che ne rendono sempre difficoltosa la progressione. Molte sono state le uscite preparatorie prima di poter puntare di nuovo al fondo, ma siamo un gruppo affiatato e propositivo. Questo ha fatto la differenza”.
I lavori della spedizione speleologica si sono articolati lungo diversi mesi. Per tutto il mese di agosto le energie del gruppo sono state dedicate all’allestimento del bivacco interno a -500 metri dall’ingresso per consentire di dormire in grotta, a cui sono seguiti: la correzione e il miglioramento di alcuni ancoraggi di corda per una maggior sicurezza di progressione; la posa di un telo in PVC da 6 metri per 3 a -900 metri per evitare di bagnarsi; la sostituzione di alcune corde ormai usurate dal tempo; il trasporto in profondità di diverse centinaia di metri di corda e numerosi ancoraggi.
“La stagione esplorativa è iniziata molto tardi a causa della gran quantità di neve primaverile alle alte quote – prosegue Maurizio Sassudelli - e l’ingresso si è disostruito solamente a cavallo tra luglio e agosto, inoltre le grandi quantità d’acqua e il tempo sempre incerto non hanno certo agevolato l’organizzazione delle varie uscite”.
A settembre è partita la prima punta esplorativa da parte di Maurizio, Silvano e Dino. “La grotta - racconta Maurizio Sassudelli - era ancora molto bagnata, quindi come prima cosa abbiamo corretto la progressione in alcuni tratti sul grandissimo e bellissimo Pozzo Incredibile, poi siamo riusciti a scendere fino a quota -1100 metri fino in fondo al “Pozzo Mille e una Notte”, soprannominato così perché lì abbiamo passato la prima notte di permanenza al Bivacco interno a -500 metri. Le dimensioni di questo pozzo sono sempre molto grandi e sua la forma assomiglia forse più a una grande diaclasi da 5-10 metri per 40 e più. L’uscita successiva è stata dedicata esclusivamente al posizionamento a parete di un telo in PVC da 6 metri per 3 su un terrazzone a -900 metri dove il pozzo crea un imbuto. Con il telo siamo riusciti a non bagnarci troppo, ma il meteo non favorevole ha sempre tenuto molto bagnata la grotta”.

La spedizione ha quindi dovuto aspettare condizioni meteo più favorevoli. Il fine settimana di Ognissanti ha presentato l’occasione giusta per Dino, Silvano, Maurizio e Claudio (al suo battesimo oltre i -1000). La seconda e ultima punta esplorativa ha portato il gruppo lungo una grossa frattura perpendicolarmente al pozzo “Mille e una Notte” su dei piccoli salti molto variegati che portano ad aggirare più volte dei grossi massi di frana. Un tratto di grotta soprannominato ‘L’ottimismo è gratis’ in onore della massima che Silvano “il saggio utilizza” sempre per incitare tutti e un motto di buonissimo auspicio che ha portato all’incredibile scoperta di una nuova verticale.
“Girato un angolo dove la grotta sembrava finire nel nulla – prosegue Silvano Bertamini - ci siamo trovati sul bordo di un pozzo bellissimo che ora attenderà le prossime uscite per essere sceso. Una nuova verticale già soprannominata “Pozzo Sat Arco e Vigolo Vattaro” in onore della collaborazione che ha portato a questi immensi risultati, che vanno oltre le aspettative. Se per un Alpinista la cima di una montagna è il punto di arrivo, per uno speleologo il fondo di una grotta è un punto dove non si vorrebbe mai arrivare per via della fame di esplorazione, in ambienti sempre nuovi e diversi dove poter essere i primi a portare la luce”.
Importante infine il gioco di squadra. La spedizione ha citato e ringraziato Federico Mattedi che ha dato un forte contributo nell’esplorazione nei due anni precedenti), Paolo Bombardelli, Sara Quercetti e Sebastiano Morandi che hanno raggiunto la quota di -800 e -1000 metri e hanno dato il massimo per allestire il campo interno e aiutare nei vari lavori svolti. “Molte altre sono le persone che hanno aderito ed aiutato, e li ringraziamo tutti vivamente!”.