Tragedia sull'Everest, deceduti due alpinisti per sfinimento. Sono i primi del 2021
Si tratta dello svizzero Abdul Waraich e dello statunitense Puwei Liu. Waraich era anche riuscito a raggiungere con successo la vetta dell'Everest, per poi morire durante la discesa. Nel 2019 sono stati 11 i decessi registrati

EVEREST. Purtroppo è quasi un “appuntamento” inevitabile quello del giorno in cui si iniziano a contare i primi morti dell’anno deceduti sull’Everest. Una notizia che non si vorrebbe dare, ma del resto sono ormai centinaia (se non migliaia) gli alpinisti che ogni anno decidono di tentare la vetta della montagna più alta del mondo. Avere con sé una buona dotazione d'ossigeno e al proprio fianco forti e preparati sherpa, non sempre è sufficiente. Le insidie e i rischi sono molti di più.
Due alpinisti, uno svizzero e uno statunitense, sono morti ieri, 12 maggio, durante la discesa dalla vetta dell’Everest. La notizia è stata data dagli organizzatori della spedizione a cui partecipavano i due scalatori, la Seven Summit Treks, che di clienti sulla vetta dell'8000 più alto del mondo ne ha portati a decine in questa primavera.
“Esprimiamo la nostra tristezza e il nostro profondo cordoglio per la scomparsa del Sig. Abdul e Mr. Li", scrivono. Lo svizzero Abdul Waraich, secondo quanto riportano, è deceduto vicino alla Cima Sud per sfinimento. "Ha raggiunto con successo la vetta ma ha iniziato a riscontrare problemi durante la sua discesa. Abbiamo inviato due sherpa aggiuntivi con ossigeno e alimenti, purtroppo gli Sherpa non sono riusciti a salvarlo".
L'americano Puwei Liu, invece, ha esalato l'ultimo respiro al Camp IV (a quota 7900 metri), mentre discendeva da Hillary Step (l'altezza massima che ha guadagnato). "Ha avuto cecità da neve e spossatezza, di conseguenza ha impiegato più ore ma con l’aiuto di un’ulteriore fornitura di ossigeno e ulteriore supporto Sherpa ha raggiunto il South Col, per poi morire improvvisamente".
"Sentite condoglianze alle loro famiglie e agli amici”, conclude la Seven Summit Treks.