"PrimAscesa", il documentario che racconta l'eccezionale salita della montagna costruita dall'uomo: quella dei rifiuti
Il neo regista Leonardo Panizza e i giovani alpinisti trentini, Simon Sartori e Giovanni Moscon, hanno realizzato la prima ascesa della montagna ancora mai esplorata: quella creata dai rifiuti dell'uomo. Una discarica a cielo aperto, dove sporcizia, maleodori e tanta tristezza hanno accompagnato i protagonisti nella sfida dell'indifferenza mondiale. Documentario selezionato per la categoria "Orizzonti vicini" del Trento Film Festival

TRENTO. Il sogno di ogni alpinista è quello di essere il primo a poter scalare qualche parte del mondo ancora inesplorata. Sali, sali e alla fine ti ritrovi sempre qualche panorama mozzafiato. Ma non questa volta, non nell’ascesa di una montagna creata dall'uomo, quella dei rifiuti umani, documentata dal neo regista trentino Leonardo Panizza, con il documentario “PrimAscesa”: vera e propria esplorazione di una discarica a cielo aperto.
In cima alla vetta di una discarica non ci sono infatti orizzonti che tendono alla fine del mondo, non c’è silenzio o pace. C’è sporcizia, maleodori e tanta tristezza. Tristezza affrontata con ironia e senza paternalismi, per un’umanità alla deriva, carnefice di sprechi e consumismo. E’ questa la storia che hanno voluto raccontare i protagonisti del film “PrimAscesa”, Simon Sartori e Giovanni Moscon, giovani alpinisti trentini, insieme all’amico Leonardo Panizza, anche lui, psicologo trentino, da anni appassionato del mondo outdoor e del videomaking.
Muniti di piccozze, sci e ramponi i protagonisti hanno così iniziato l’eccezionale prima salita della montagna fatta dalle cataste di rifiuti umani. Un paio di muri iniziali molto intensi e poi circa 300 metri di dislivello per poi sciare sopra materassi, tubetti di dentifricio non ancora finiti e ogni altro genere di immondizia sparsa nel mucchio dell’indifferenza.

“La cosa che più ci preoccupava era la respirazione. Non sapevamo come i corpi degli alpinisti avrebbero reagito alle esalazioni. Arrivare in cima ad una montagna di rifiuti, significa infatti passare per l’odore nauseabondo che rendeva forse necessario l’utilizzo della maschera - commenta Panizza - sulla cima abbiamo comunque deciso di piantare delle bandiere tibetane per invitare a riflettere sul fatto che ognuno di noi contribuisce a creare questa montagna di rifiuti e, allo stesso tempo, promuovere la pace, la forza e la saggezza".

Un’impresa epica realizzata grazie al contributo di tanti professionisti, come Carlo Missidenti per il suono, Beatrice Segolini per il montaggio, Davide Panizza per la musica, il gruppo “The oudtdoor manifesto” e la produttrice Linnea Merzagora. Tutto realizzato con uno spirito di cooperazione a servizio di una tematica, non più solo trentina, ma mondiale.
primAscesa - Trailer from Primascesa on Vimeo.
“PrimAscesa” sembra così un film paradossale. L’uomo che esplora per la prima volta una montagna, da lui creata, senza nemmeno rendersene conto. Un uomo che trova un mondo a lui completamente sconosciuto pur essendone l’artefice. Il documentario debutterà nella 69esima edizione del Trento Film Festival che si svolgerà dal 30 aprile al 9 maggio 2021, per la categoria Orizzonti Vicini.
“Noi non nasciamo nel settore audiovisivo, ma il festival è sempre stato un appuntamento fisso dove parlare di tematiche molto importanti, che ci ha spronato a chiederci quale poteva essere il nostro contributo. Certo non pensavamo di arrivare qui. Ora il nostro viaggio continua. Sono molte le vette ancora da affrontare”. Per Panizza, docente di psicologia, si tratta infatti del primo lavoro in veste da regista, ma insieme ai suoi colleghi sono ora intenzionati a proseguire per questa strada, provando a sensibilizzare più persone possibili, anche grazie alla partecipazione a festival oltre i confini locali e affrontando nuove “ascese”.
Sul sito di PrimAscesa tutti gli aggiornamenti del progetto e le nuove uscite.