Leggere i ghiacciai, in aprile parte Ada270, la spedizione per lo studio e la conservazione del ghiacciaio alpino supportata da Surgiva
I ghiacciai fungono da archivi naturali, conservando la storia dell'ambiente che li circonda. Per questo motivo si è deciso di procedere alla perforazione di 270 metri di ghiaccio dall'Adamello con lo scopo di studiare meglio i cambiamenti climatici dell'arco alpino

TRENTO. Grandi masse di ghiaccio che si trovano nelle regioni montane o polari, i ghiacciai non sono solo uno spettacolo della natura per la loro bellezza e imponenza, ma hanno anche una funzione secondaria forse sconosciuta a molti. Servono infatti da archivi della storia ambientale, conservando al loro interno molte informazioni riguardo alle sostanze presenti nell’atmosfera. Queste informazioni si possono leggere, quasi come si legge un libro, per estrapolarne nozioni fino ad ora sconosciute.
Un esempio di quanto questo tipo di analisi possa essere potente è lo studio effettuato dal Centro nazionale per la ricerca scientifica francese che ha trovato tracce di piombo risalenti ai tempi dell’Impero bizantino nei ghiacci del Monte Bianco. In questo modo è stato possibile provare come l’inquinamento atmosferico sia iniziato ben prima della Rivoluzione Industriale.
La spedizione scientifica Adamello 270 (Ada270) nasce per scopi simili, infatti ha l’obiettivo di perforare ben 270 metri di ghiaccio nel massiccio dell’Adamello e studiarlo per conoscere meglio la storia dell’ambiente circostante. La missione è stata organizzata da Euro Cold Lab dell’Università Milano Bicocca e gode del supporto dell’Acqua Surgiva, che viene proprio dall’Adamello.
È la prima spedizione scientifica di questo genere ad essere portata avanti nell’arco alpino. Si collega al progetto POLLiCe (Pollen in the Ice) promosso dalla Bicocca, dal Politecnico di Milano, dalla Fondazione Mach e dal Muse di Trento. Le operazioni partiranno in aprile, obiettivo della ricerca è indagare la storia dei cambiamenti climatici e le modificazioni nella vegetazione che si sono susseguite nei secoli recenti attraverso l’analisi del ghiaccio accumulato e già in parte perduto a causa del riscaldamento globale.
Se le condizioni lo consentiranno verrà estratta anche una seconda carota di ghiaccio destinata al progetto Unesco “Ice Memory”. Questa iniziativa si propone di conservare in Antartide campioni provenienti da vari ghiacciai del mondo, mettendoli al sicuro dal rischio di fusione che tanto preoccupa in questo momento storico.
Surgiva, la cui acqua ha origine proprio dal ghiacciaio dell’Adamello, ha accolto con entusiasmo il progetto volto ad approfondire le caratteristiche della propria acqua, del proprio territorio e a custodirne la storia. Già da molti anni infatti supporta il Parco Naturale Adamello Brenta con molte iniziative e per la propria sensibilità ambientale non ha mai utilizzato bottiglie in plastica. Inoltre è proprio dal ghiacciaio e dalle sue rocce granitiche che Surgiva trae le sue qualità di leggerezza e purezza.