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| 18 giu 2021 | 17:48

Dopo tre anni di lavori, il 'nuovo' rifugio Boè si prepara ad aprire. I gestori: "Tanta voglia di iniziare la stagione"

Per il Boè ci sono volute tre estati di lavoro intenso. "È stata una corsa contro il tempo dato che si tratta di un cantiere estremo. Vedere l’opera conclusa ci rende felici, perché per noi che siamo fassani lavorare in mezzo alle nostre montagne è motivo d’orgoglio"

di L.B.

CANAZEI. L'estate è ormai alle porte e con il suo arrivo tutti i rifugi si preparano ad aprire. Tra questi il rifugio Boè, a 2738 metri di quota, sul meraviglioso massiccio del Sella. Ma il rifugio ha una novità, e cioè che quest'anno riaprirà le porte presentandosi con una nuova veste.

 

È questa la principale novità in quota dell’estate fassana che come da tradizione, il 20 giugno, dà il via alla stagione dei rifugi, alcuni dei quali già aperti da qualche giorno, complici le alte temperature che stanno sciogliendo la neve ancora presente in diverse zone oltre i 2500 metri.

 

Per il Boè ci sono volute tre estati di lavoro intenso. "È stata una corsa contro il tempo - spiega Luca Mazzel, della Costruzioni Mazzel - dato che si tratta di un cantiere estremo, in cui meteo, logistica e trasporto materiali sono le variabili con cui bisogna misurarsi sempre. Vedere l’opera conclusa ci rende felici, perché per noi che siamo fassani lavorare in mezzo alle nostre montagne è motivo d’orgoglio".

 

Si tratta di un intervento che ha riguardato la sistemazione della parte storica del rifugio (che esternamente è rimasta simile e che ospita, tra il resto, una saletta arredata in legno, con tanto di maxischermo, per effettuare corsi di formazione) e il suo ampliamento con tecnologie innovative per una maggiore sostenibilità ambientale e un maggiore comfort per gli escursionisti.

 

Dei lavori di ristrutturazione che hanno anche interessato i ricercatori dell'Eurac, che hanno voluto fornire al rifugio la loro consulenza scientifica, approfittandone per studiare le condizioni climatiche dell’area e analizzando in laboratorio alcuni campioni dei muri (qui articolo).

 

"Si tratta dell’intervento più significativo della Sat", sottolinea Livio Noldin, responsabile tecnico della società alpinistica. Per questo si punta, appena possibile, a un’apertura invernale, da fine febbraio ad aprile.

Finalmente, dopo un’estate (quella passata) di totale chiusura per la presenza del cantiere, anche Lodovico Vaia, guida alpina e gestore del rifugio da oltre trent’anni assieme a moglie e figlie, ha a disposizione una struttura nuova e più accogliente.

 

"Abbiamo voglia di rimetterci subito al lavoro in questo rifugio, che consideriamo la nostra casa, e che oggi è davvero molto confortevole", dichiarano Elisa e Valentina Vaia, da diversi giorni al Boè per i lavori d'apertura.

 

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