Da Fiammetta alla piccola nepalese che fa i compiti tra i monti dell'Himalaya: la dad e l'innegabile capacità dei bambini di adattarsi
Il ricordo di una nostra lettrice di un viaggio in Nepal fatto lo scorso anno alle porte del lockdown. La storia di Fiammetta l'ha portata a ripensare a quella bambina che stava facendo i suoi compiti tra i monti Himalayani. "Bellissimo, commovente come l’istruzione sbocci in angoli così remoti ed inaspettati. In questi giorni ricordo quella bambina. Fiammetta ci insegna ad adeguarci nella novità, come si può, riscoprendo anche se stessi attraverso ciò che ci circonda”

TRENTO. Abbiamo visto tutti la foto di Fiammetta, la bambina trentina di 10 anni immortalata intenta a scrivere sul suo quaderno mentre segue la lezione in dad, immersa in uno scenario più che singolare. Tantissime capre al pascolo, infatti, fanno da cornice all'alunna di quarta elementare. Una visione quasi idilliaca, che però nasconde tanti significati.
In base a come si vuole guardare la foto, questa può "apparire" in maniera diversa. C'é chi si sente subito catapultato nella complessa realtà che i nostri bambini stanno vivendo, chi nelle difficoltà dei genitori che devono dividersi tra lavoro e figli in dad - il papà di Fiammetta, infatti, aveva portato la figlia al pascolo con sé per non lasciarla a casa da sola -.

C'è chi invece trova che l'alunna di 10 anni abbia un'immensa fortuna, chi crede che forse i bambini per imparare davvero dovrebbero ripartire dagli spazi aperti, dalla natura.
Indipendentemente da come la si pensi, ciò che rimane statuario è pensare a quanto bravi si stanno dimostrando in questo periodo i nostri bambini. Si sono adattati ad una situazione tutt'altro che "naturale" che speriamo presto possa finire. Hanno preso in mano la loro matita e hanno continuato a fare i loro compiti, colorare i loro disegni. Un giorno in classe con i compagni, il giorno dopo a casa con i genitori, i nonni o in mezzo ad un gregge di capre.
Sull'onda delle tante parole spese in questi giorni su Fiammetta, una nostra lettrice, Bianca Zanella, ha voluto raccontarci un piccolo ritaglio di un'esperienza vissuta a inizio dello scorso lockdown, accompagnato da una sua riflessione.
“Esattamente un anno fa, nel marzo 2020 - scrive - ero in Nepal che camminavo per il sentiero che porta al campo base dell’Annapurna. Non c’era quasi nessuno, la pandemia stava avanzando e come misure precauzionali non stampavano più permessi per le attività di trekking”.
“Le Himalaya abbracciavano piccole case sparse e in questo panorama pressoché surreale, scorsi una bambina che era immersa tra i libri. Mi avvicinai timidamente e le chiesi nella tipica lingua del viaggiatore, improvvisando gesti e parole, cosa stesse facendo”.

“Scuola. Compiti svolti tra le più spettacolari catene montuose, dove l’aria si respira diversa, ma soprattutto, dove le difficoltà crescono insieme agli abitanti. Bellissimo, commovente come l’istruzione sbocci in angoli così remoti ed inaspettati. Così la osservo ancora, e in questi giorni la ricordo. Fiammetta ci insegna ad adeguarci nella novità, come si può, riscoprendo anche se stessi attraverso ciò che ci circonda”.
“Questa bambina nepalese - continua - ci mostra invece l’altra faccia della medaglia, che sebbene sembri d’impatto più sconvolgente, rappresenta la normalità, tra luoghi che non sono solo la rappresentazione della bellezza, ma anche impervi, sacri ed inospitali".
"Mi piace pensare che a volte eccezionale, equivalga ad una fatica espressa senza essere resa nota, che ci renda forti proprio nel suo muoversi silenziosa, adattarsi, nei necessari cambiamenti della vita”.