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Un'economia solida in Alto Adige ma rallenta l'industria. Leanus usa l'intelligenza artificiale per le analisi: "Tante aziende sono 'No Bank': un mercato potenziale enorme"

Leanus, azienda che propone un sistema di analisi intelligente utilizzato da banche, imprese e professionisti per l’analisi di singole imprese, ma anche di portafogli e mercati, organizza a Castel Mareccio un evento per presentare l'analisi che si basa sull'esperienze e la competenze degli esperti ma anche sull'uso dell'intelligenza artificiale

Di Luca Andreazza - 19 settembre 2024 - 13:38

TRENTO. "L'economia dell'Alto Adige è solida, ma si può esplorare ancora moltissimo mercato potenziale e ci sono alcuni segnali che non devono essere sottovalutati". Queste le parole di Stefano Carrara, Ceo di Leanus, azienda che propone un sistema di analisi intelligente utilizzato da banche, imprese e professionisti per l’analisi di singole imprese, ma anche di portafogli e mercati. "C'è stata una ripresa dopo le limitazioni per Covid che non si è ancora fermata: nel 2023 le imprese analizzate raggiungono un volume di 39 miliardi di ricavi aggregati e un Ebitda complessivo di 3 miliardi. I risultati sono positivi ma c'è ancora margine di miglioramento".

L'Alto Adige si conferma solido nel suo tessuto economico, seppur frammentato e sempre più trasversale tra i settori.

 

Dal turismo al commercio, l'anno scorso il volume degli affari è cresciuto in tutti i suoi comparti, solo l'industria è in leggero rallentamento. Pur a fronte di risultati brillanti in generale, ci sono ancora margini di crescita, soprattutto nel settore "No-Bank", quelle aziende cioè che non si appoggiano alle banche per ottenere crediti e finanziamenti.

Un'analisi che Leanus presenta mercoledì 25 settembre a Castel Mareccio (Qui per info e iscrizione all'evento), un'esposizione dei risultati di un'indagine condotta su 2 mila società di capitale della provincia di Bolzano, con ricavi superiori a 2 milioni di euro che rappresentano uno spaccato molto rilevante dell’intero volume d’affari generato dall'Alto Adige.

 

"Il tessuto economico analizzato ha una struttura 'piramidale' poiché include 50 mila attività di impresa, di cui 11 mila sono società di capitali", dice Carrara. "Tra queste 2 mila imprese hanno un peso determinante dell'intera economia locale con 3 miliardi di liquidità, 23 di immobilizzazioni nette e oltre 20 di patrimonio netto. Queste includono quasi 400 aziende 'Star', cioè in grado di crescere e allo stesso tempo mantenere un profilo finanziario solido".

L'Alto Adige è un territorio a forte vocazione turistica, mentre il settore industriale rappresenta il 24% delle imprese analizzate, contro il 38% rilevato nella Provincia di Trento. I servizi, che includono gli operatori turistici, rappresentano il 28%, sempre in termini numerici, un valore superiore al 23% riscontrato nella provincia di Trento.

 

"Le imprese industriali, tuttavia, generano quasi il 37% dei ricavi complessivi a fronte del 16% dei ricavi generati dalle imprese di servizio e il 44% dell’Ebit totale contro il 15% di queste ultime".

L'industria, che conta alcuni gruppi con ricavi superiori superiori al miliardo di euro, è l'unico macrosettore che evidenzia una contrazione dei ricavi rispetto al 2022, un dato in controtendenza rispetto agli altri settori.

 

"Le imprese industriali altoatesine sono riuscite a mantenere un Ebitda Margin più che positivo, con una buona redditività netta. Le ragioni del calo dei ricavi sono in parte dovute a dinamiche interessanti e da alcuni grandi player che influenzano notevolmente l’analisi".

Spazio poi al focus sul turismo sulla base di un campione di circa 300 società di capitale attive nel settore alberghiero. L’analisi conferma la ripresa del settore che ha superato, in valore assoluto, i livelli di ricavi e marginalità operativa pre-Covid. L’Ebitda Margin, che si è mantenuto sopra il 20% anche nell’anno della pandemia, ha continuato a crescere negli esercizi successivi, fino a raggiungere il 27,4%, valore superiore di ben 2 punti percentuali a quello del 2019.

 

La dinamica è simile per le 50 società di capitale con chiusura dell'esercizio non coincidente dell'anno solare: 250 milioni di ricavi aggregati nel 2023 in aumento del 6% rispetto al 2022 e del 15% rispetto al periodo pre-Covid.

"L’aumento dei tassi d’interesse avvenuto nel 2023 ha portato al raddoppio del costo del denaro lordo, senza considerare le eventuali poste attive della gestione finanziaria e all’erosione di oltre un punto percentuale dei ricavi. Questo argomento, unitamente all’evoluzione della posizione finanziaria, sarà oggetto di approfondimento nel corso della presentazione del 25 settembre".

 

Particolarmente interessante la parte sulle imprese "No Bank". "A livello aggregato queste imprese si differenziano per la capacità di generare cassa attraverso la propria attività operativa. Se questo gruppo di imprese fosse un’unica realtà, potrebbe sostenere 1,5 miliardi di euro di nuovi finanziamenti bancari o, dalla prospettiva degli istituti di crediti, di nuovi impieghi".

Nel corso dell’evento di Castel Mareccio, Leanus propone un approfondimento della composizione di queste di imprese per cercare di capire se la loro capacità di autofinanziare il business deriva dall’appartenenza a un settore specifico oppure a fattori trasversali come, per esempio, la tipologia di organizzazione, la strategia, ricorso a finanza non bancaria e così via.

 

"Sono state selezionate 871 imprese, con ricavi 2023 compresi tra 2 e 100 milioni di euro e con bilanci completi", evidenzia il Ceo di Leanus. "Di queste società, che avevano un volume di affari 2023 pari a oltre 13 miliardi di euro e debiti finanziari per 2,6 miliardi, ben 246 non avevano nemmeno un euro di debito con le banche. Le abbiamo analizzate a fondo per capire se si tratti di realtà non finanziabili oppure in grado di condurre il proprio business in autofinanziamento".

Aziende che hanno quindi progetti e credibilità. "Sono un mercato potenziale interessante soprattutto in questo periodo di grande evoluzione del sistema bancario e di una finanzia sempre più complessa per le norme europee", conclude Carrara.

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