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Imprese femminili, Trento e Bolzano "arrancano" nelle classifiche nazionali: in regione è gestita da donne meno di un'attività su 5

Secondo i dati forniti dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, Trentino e Alto Adige sono a tutti gli effetti i fanalini di coda per percentuale di attività a conduzione femminile sul totale delle imprese del territorio

Pubblicato il - 29 dicembre 2024 - 14:53

TRENTO. Nonostante il primato dell'Italia in Europa per numero assoluto di imprenditrici, le province di Trento e Bolzano faticano a distinguersi nelle classifiche relative all’imprenditoria femminile: anzi, secondo i dati forniti dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, Trentino e Alto Adige sono a tutti gli effetti i fanalini di coda per percentuale di attività a conduzione femminile sul totale delle imprese del territorio. Un dato ben al di sotto dei valori registrati in altre aree del Paese.

 

In Trentino-Alto Adige, il numero di donne che guidano un’impresa è cresciuto negli ultimi anni, ma rimane distante dalle province più "virtuose" come Cagliari, Benevento e Avellino, che dominano la classifica con incidenze superiori al 30% (nel caso di Cagliari addirittura il 40,5%). A Trento, solo il 18,6% delle attività è gestito da donne (8.710 il numero totale), mentre Bolzano si ferma al 18,9% (10.997): un dato che riflette, almeno in parte, una dinamica occupazionale storicamente più orientata verso altre forme di lavoro e una minore incidenza di settori come i servizi alla persona e il commercio, che altrove sono trainanti per l’imprenditoria femminile.

 

Al contrario, settori chiave dell’economia locale, come l’agricoltura e il turismo, tendono a vedere una presenza maschile più marcata o una gestione familiare che non sempre consente una leadership femminile formalizzata.

 

Non va dimenticato in ogni caso che il tasso di occupazione femminile nelle due province è superiore alla media nazionale, anche se ancora distante dai valori di Paesi europei come la Germania e i Paesi Bassi, che eccellono per una maggiore parità di genere sul lavoro. Numerosi studi a livello internazionale, evidenzia la Cgia, dimostrano come l'imprenditoria femminile possa rappresentare una chiave per incrementare l'occupazione femminile; infatti le donne che fanno impresa tendono ad assumere altre donne in misura significativamente maggiore rispetto ai loro colleghi maschi.

 

Tra i possibili strumenti per invertire questa tendenza, si segnalano gli incentivi economici, la promozione di reti di supporto tra imprenditrici e, soprattutto, un investimento più deciso nei servizi sociali e nella conciliazione tra lavoro e vita familiare, da sempre un ostacolo significativo per le donne che aspirano a ruoli di leadership.

 

Nel 2023 in ogni caso le donne italiane in possesso di partita Iva che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste sono 1.610.000, a fronte di 1.433.100 presenti in Francia e 1.294.100 occupate come autonome in Germania. 

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