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Concessioni idroelettriche, la FederBim: "Dare possibilità a Comuni di sedere a tavoli dove si discutono bandi gare: i territori devono essere protagonisti"

La FederBim sulle concessioni idroelettriche: "Un esempio virtuoso è l’Alto Adige con la società Alperia: questa realtà, oltre che garantire il lavoro e la crescita dei territori e delle comunità locali, risponde anche all’idea di gestione dell’acqua come bene comune, così come insegna Elinor Ostrom, premio Nobel nel 2009 per l’economia"

Pubblicato il - 03 novembre 2024 - 18:14

PIACENZA. "A differenza del ruolo marginale a cui sono stati finora confinati, i territori dovranno giocare un ruolo importante con le Regioni", queste le parole di Gianfranco Pederzolli, presidente della FederBim. "Dobbiamo pretendere attenzione alla montagna, bisogna ascoltare e raccogliere le loro esigenze, riconoscendo finalmente alle popolazioni delle terre alte il ruolo di protagonista nelle scelte relative al proprio territorio".

 

Il presidente della FederBim è intervenuto in occasione del convegno di Piacenza Expo in cui è stato affrontato il tema delle concessioni idroelettriche (che entro il 31 dicembre di quest’anno dovrebbero essere messe in gara). L'ente ribadisce il fondamentale ruolo che i territori montani devono svolgere e pone l’attenzione sulle criticità che dovranno governare in merito alle condizioni di gestione delle risorse idriche. 

 

"I Comuni di montagna devono essere chiamati al tavolo in cui si discute il processo di assegnazione o rinnovo delle concessioni perché non è solo un tema economico, ma anche ambientale, di sicurezza e sociale", prosegue Pederzolli. "Le imprese sul territorio hanno sempre portato ricchezza, lavoro e investimenti, ma nel corso del tempo, con l’introduzione di automazione e controlli remoti, il personale di controllo è andato via via diminuendo, portando alla luce, tra gli altri, anche un importante tema di sicurezza".

 

I Comuni montani e Regioni "devono definire insieme le linee di indirizzo per la ripartizione dei canoni concessori che devono  necessariamente tornare ai territori di montagna sotto forma di proposte in termini socioeconomici, ambientali, paesaggistici, di rinaturalizzazione, di riassetto viabilistico, di efficienza energetica e di sicurezza", dice la FederBim. "Proprio su quest’ultimo aspetto un parametro di valutazione, data anche la vetustà di alcuni impianti, deve essere il miglioramento dell’efficienza degli stessi a partire dalle opere di presa, gli invasi, le centrali, i canali, e così via".

 

Dal punto di vista socioeconomico, la FederBim da sempre ribadisce l’importanza di mantenere le attività delle terre alte in quegli stessi territori, cercando di incrementare i livelli occupazionali, contrastando il fenomeno dello spopolamento e mettendo in campo tutti gli strumenti per far crescere sul territorio persone radicate che abbiano gli stimoli per rimanere e farlo progredire.

 

"Un esempio virtuoso è l’Alto Adige con la società Alperia, azienda pubblica compartecipata a maggioranza dai Comuni del territorio: questa realtà, oltre che garantire il lavoro e la crescita dei territori e delle comunità locali, risponde anche all’idea di gestione dell’acqua come bene comune, così come insegna Elinor Ostrom, premio Nobel nel 2009 per l’economia", conclude Pederzolli.

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