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Marangoni presenta il piano industriale: "Si riparte", i sindacati: "Piano ardito. Serve un tavolo tecnico"

Mercoledì 25 gennaio l'azienda di Rovereto ha presentato il business plan per uscire dalla crisi. Stop alle delocalizzazione e esuberi congelati per un anno. Mario Cerutti, Filctem Cgil: "I tempi sono stretti e il piano deludente"

Di Luca Andreazza - 26 gennaio 2017 - 18:05

ROVERETO. Sembra rasserenarsi il cielo sopra la Marangoni, che mercoledì 25 gennaio ha presentato il piano industriale per fronteggiare il grave stato di crisi. Un business plan articolato su due assi: il primo è di tipo commerciale e prevede la conquista di nuove fette di mercato, il secondo invece di natura organizzativa per implementare efficienza e qualità.

 

Un piano esposto dal presidente Dino Maggioni che dovrebbe garantire il congelamento per almeno un anno gli esuberi di una ventina di dipendenti a rischio. La nuova strategia prevede inoltre porte aperte alle parti sociali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil per un confronto più continuo nell'ottica di analizzare regolarmente l'evolversi della situazione e del mercato. Un altro punto emerso nel corso dall'incontro sarebbe lo stop alle delocalizzazione per il segmento delle gomme piene.

 

Questa notizia si aggiunge all'accordo firmato lo scorso 19 gennaio fra l'azienda di Rovereto e il gruppo Onyx dello Sri Lanka, un rinnovato percorso che prevede sinergie e partnership con altre aziende leader del settore. 

 

Marangoni intende cambiare ritmo e strategia per salvaguardare il polo di Rovereto: l'azienda cercherà di concentrare la produzione di mescole e continuerà a realizzare gomme piene per carrelli industriali, facendo inoltre ricorso a contratti chilometrici anziché a pneumatico singolo. 

 

Un business plan "deludente - reputa Mario Cerutti, segretario di Filctem Cgil - per un'azione poderosa quanto ardita. Il momento contingente e il contesto produttivo ci porta a pensare che l'intento della Marangoni di mantenere i volumi produttivi del 2016, la soglia minima di sopravvivenza, non sia così facilmente raggiungibile o almeno non nei tempi a nostra disposizione: ricordiamo che il 24 settembre scade il contratto di solidarietà e in questo balletto dei numeri e delle previsioni ci sono circa 20 posti di lavoro a rischio".

 

Un contesto produttivo che vedrebbe le materie prime seguire un trend di crescita del prezzo della gomma e la difficoltà a recuperare sul listino di vendita, il 'ricostruito' per autotrasporto in piena crisi e in balia della concorrenza cinese, le 'mescole' con la capacità produttiva non ancora saturata, 'senza dimenticare - prosegue Cerutti - che il segmento delle 'gomme piene', pur mantenendo a Rovereto una quota di produzione per il corrente anno, alla luce del differenziale di costo con il prodotto 'made in Sri Lanka' pari al 30%, deve attendere le decisioni di Onyx".

 

Un futuro nebuloso per i sindacati che hanno chiesto all'assessore Alessandro Olivi un incontro del tavolo tecnico per approfondire l'effettivo stato di salute dell'azienda "in considerazione - conclude Cerutti - degli accordi in essere del Protocollo sottoscritto anche dalla Provincia". 

   

 

 

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