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Cave, a segno il primo sciopero, i sindacati: "La trattativa si apre"

Il contratto è stato stracciato in forma unilaterale dalle parti datoriali. L'accordo interessa circa 600 lavoratori e in ballo ci sono circa 500 euro 

Pubblicato il - 24 marzo 2017 - 21:41

TRENTO. Oltre duecento lavoratori del porfido hanno aderito alla prima giornata di sciopero di venerdì 24 marzo davanti alla sede di Confindustria Trento indetto da Fillea Cgil e Filca Cisl per il rinnovo del contratto integrativo di settore, revocato in forma unilaterale a dicembre scorso (sei mesi prima della scadenza) da Confindustria, Associazione artigiani e Federazione delle Cooperative.

 

"Il confronto - spiegano Maurizio Zabbeni (Fillea Cgil) e Fabrizio Bignotti (Filca Cisl) - si è concluso con una prima apertura: la disponibilità a spostare in avanti la scadenza dell'attuale contratto, che dopo la disdetta di dicembre è in vigore solo fino al 31 maggio. I mesi in più dovrebbero servire alle parti per arrivare alla definizione di un nuovo accordo di secondo livello".

 

I sindacati e le associazioni datoriali si incontreranno nuovamente lunedì mattina per discutere un documento politico che dovrà contenere anche lo slittamento in avanti della durata del contratto. Il testo, se ritenuto ricevibile, verrà dunque discusso in assemblea con i lavoratori che dovranno dare mandato ai sindacati di entrare nel merito della trattativa.

 

Le parti sociali sono state nette al termine delle tre ore di discussione: "Non si accetteranno - commentano - proposte che taglino il salario dei lavoratori. L'incontro di oggi è stato positivo: se ci sarà il rinvio della disdetta allora si potrà entrare nel merito della questione contrattuale. Puntiamo ad un rinnovo che garantisca qualità delle condizioni di lavoro e che mantenga il potere d'acquisto. Non accetteremo proposte che taglino il salario dei lavoratori o peggiorino le loro condizioni".


Il contratto integrativo di settore riguarda circa 600 addetti. L'attuale accordo risale al 2004 e "sono quattro anni - concludono - che si tenta, senza esito, di aprire il confronto sul rinnovo. Per i cavatori si tratta di un contratto significativo e che incide per circa 500 euro sulle buste paga dei lavoratori, oltre che a regolare diversi aspetti normativi tra cui il cottimo. L'eventuale venire meno del contratto vorrebbe dire, per la prima volta nella storia di questo settore, lavorare senza cottimo".

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