Turismo, i 6 Consorzi Pro Loco verso le fusioni. Le Apt sembrano al sicuro
Dallapiccola: "Contributi provinciale per spingere i Consorzi alle fusioni per creare strutture più grandi. Nessuna imposizione dall'alto, ma solo decisioni frutto della volontà dei territori". La Vigolana risponde picche, la valle dei Mocheni è favorevole, Rotaliana a metà del guado

TRENTO. Voci, sussurri, mode che vanno e mode che vengono. Promesse d'amore che sfumano poi all'altare, se non prima. Stiamo parlando delle tanto discusse fusioni delle Apt. Colpi di fulmine. Tutte le aziende per il turismo hanno avuto un amante, salvo poi scoprire che non fosse vero amore, ma semplice infatuazione temporanea. Ma qualcosa, adesso, sta davvero per cambiare. Non stravolgimenti ma piccoli e strategici accorpamenti spinti anche da contributi e incentivi provinciali.
Senza aprire il capitolo '150 pro loco' e associazioni varie, in Trentino si contano 14 aziende di promozione e 6 consorzi pro loco facenti di fatto le funzioni di Apt. E Trentino Marketing proprio nella sua “Linea guida pluriennale (valutato nel medio periodo di 3-5 anni ndr)” sottolinea come punto di forza la potenzialità organizzativa che è presidiata proprio da numerosi enti, amministrazioni e associazioni.
Potenzialità che si tramutano però in boomerang, assumendo i connotati anche di punto debole del turismo: proprio l'elevata frammentazione comporta sovrapposizioni delle politiche di marketing e azioni spesso poco efficaci.
“In Alto Adige le aziende di promozione sono 85, si potrebbe guardare ai nostri vicini e ricalcare le loro orme. Battute a parte, le fusioni delle Apt è un tema che ho ereditato dalla precedente giunta – spiega l'assessore Dallapiccola -. Dopo un primo parere favorevole e anche un forte interesse in materia, mi sono un po' disinnamorato di questa possibilità col passare del tempo”.
Una riorganizzazione del settore turistico sembrerebbe però realmente in agenda.“Se da un lato piccolo è bello, è altrettanto vero che dall'altro non ci sarebbero i presupposti economici, in particolare in questo contesto storico – prosegue Dallapiccola -. L'organizzazione turistica non subirà grandi cambiamenti nel breve periodo e le 14 Apt rimarranno più o meno tali. Per il momento ci stiamo infatti concentrando sui 6 consorzi e abbiamo avviato un discorso e un pensiero in questo senso. La nostra proposta è sul tavolo: un contributo economico per spingere e agevolare eventuali accorpamenti”.
E qui entrano in gioco volontà e valutazioni delle singole entità e la capacità dei territori di superare eventuali campanilismi. “Tengo a precisare - conclude Dallapiccola - che la Provincia non calerà infatti alcuna riforma dall'alto. Le fusioni dovranno essere volute, richieste e condivise dai territori. La modifica alla legge provinciale 2002 conferisce piena rappresentatività alla volontà dei territori e dei prodotti turistici”.
Secondo l'ultima modifica del turismo i consigli di amministrazione delle Apt e dei Consorzi devono garantire la rappresentanza maggioritaria qualificata, nella misura di almeno due terzi, delle categorie economiche legate direttamente ai prodotti turistici nell’organo amministrativo del soggetto. La palla passa quindi ai Consorzi della Vigolana, Rotaliana, Valle dei Mocheni, Valle di Ledro, Valle del Chiese e Giudicarie.
“La proposta dell'assessorato effettivamente è arrivata” - spiega Daniele Corsini, presidente del Consorzio Vigolana -, ma non siamo interessati. Il nostro percorso è destinato a proseguire in piena autonomia. Ci sentiamo forti dell'identità del nostro territorio e delle nostre peculiarità. Inoltre possiamo disporre dell'importante aiuto del volontariato e di ragazzi giovani che sentono il senso dell'appartenenza e mettono volentieri energie, entusiasmo e tempo a disposizione della comunità, assicurando inoltre un ricambio generazionale costante. Ultimo aspetto, ma non per importanza, gioviamo di una fitta rete di collaborazioni sul territorio che ci permette quindi di sostenere le nostre attività e promozione.”
Tutt'altro il suono della campana in Valle dei Mocheni: “Effettivamente stiamo valutando un accorpamento. Anche se è molto presto per trarre delle conclusioni. - dice Mauro Pintarelli, presidente del Consorzio Valle dei Mocheni - Stiamo ancora verificando il percorso di avvicinamento, ma soprattutto le possibilità. La fusione non avverrà comunque prima del 2018. Siamo il consorzio più piccolo del Trentino e abbiamo sempre collaborato in sinergia con altre Apt; ora abbiamo deciso di compiere un ulteriore salto di qualità e abbiamo rafforzato queste partnership per avere le idee più chiare sulla decisione giusta da prendere”.
Le risorse calano, eventi e attività promozionali aumentano e quindi sempre più spesso i progetti diventano inter ambito per ragioni di economiche, confine e tema.
“Abbiamo iniziato una prima fase di collaborazione con l'Apt più piccola del Trentino (Piné e Cembra ndr) - continua Pintarelli -. La seconda fase verrà invece approfondita con la Valsugana. Siamo un territorio ricco di tradizione e patrimonio. Il flusso turistico in Valle è mai mancato. Chiaro, cerchiamo di allargare i canali e le nostre proposte per essere sempre competitivi. Dopo questa fase esplorativa, spetterà poi ai nostri organi amministrativi decidere in base all'esperienza e ai dati, salvaguardando la nostra identità e il nostro spazio. E' tutto ancora in ballo”
“Al momento abbiamo intensificato delle collaborazioni già in essere. La Valle dei Mocheni ad esempio esce sui depliant informativi e istituzionali di Apt Pinè Cembra – spiega Walter Moser, segretario del Consorzio Valle dei Mocheni - e il prossimo anno della Valsugana. La nostra è una realtà piccola, le risorse economiche limitate: se da un lato promuoversi sul mercato Italia è abbastanza semplice, queste collaborazioni ci aiutano a raggiungere il cliente estero. Inoltre grazie alle partnership siamo presenti nei maggiori appuntamenti promozionali, fiere di settore e workshop”.
A metà del guado si trova invece il Consorzio della Rotaliana. “E' un'ipotesi. E' una prospettiva di medio-lungo termine – dice Alois Furlan, presidente del Consorzio -. La Piana ha un territorio non propriamente vocato al turismo, pertanto abbiamo anche delle esigenze diverse. Vantiamo comunque le nostre eccellenze, soprattutto legate al mercato vitivinicolo. Non disponiamo inoltre di grandi risorse economiche e facendo anche un ragionamento ad ampio spettro sarà probabilmente necessario guardarsi intorno. Dipende anche dalle strategie provinciali in materia”
Il Consorzio raggruppa e coordina 8 Pro Loco, ancora autonome, assumendo il ruolo di centrale operativa di promozione e sviluppo delle sue diverse anime. “Cerchiamo di stimolare la partecipazione diretta e le adesioni ai progetti. La decisione finale spetterà alla nostra governance che rappresenta tutti”, ricorda.
In tempi in cui i contributi provinciali sono in caduta libera e in ritardo di assegnazione, gli accorpamenti sembrano le uniche soluzioni. Il sostegno della Provincia è passato infatti da 17 milioni e 400 mila euro del 2015 agli attuali 6 milioni e 400 mila di euro già anticipati. La differenza dovrebbe provenire da quanto generato dall'imposta di soggiorno: “L'autofinanziamento è pari al 20%, il resto è coperto dai contributi pubblici e recentemente abbiamo aperto un fido. Sarà difficile quindi sostenersi in eterno così. Una decisione andrà valutata: abbiamo una nostra tradizione e identità. Vogliamo essere attori e non subire le altre politiche. Inoltre, sommatorie vietate: il consiglio d'amministrazione dovrebbe essere unico, rappresentativo anche della Piana, e non due organi di governo separati”.