Quando l'autista di pullman è "costretto" a violare la legge
A Cavalese i mezzi della Trentino trasporti e della Sad, per ordini di servizio e problemi di viabilità, sono obbligati a compiere inversioni a "U" e manovre contromano pericolose

Una manovra contromano per uscire dalla stazione, una ancor più pericolosa e impattante per il traffico cittadino che costringe i pullman a fare un'inversione di marcia lungo la Strada delle Dolomiti, bloccando per pochi istanti tutta la viabilità. Il caso di Cavalese è emblematico: per ordini di servizio provenienti dall'alto capita che agli autisti del servizio, in questo caso, interurbano di Trentino trasporti (e nel video potete vedere le manovre compiute anche dalla Sad di Bolzano) venga imposto di compiere delle manovre assolutamente vietate dal codice della strada mettendo a rischio la loro salute e quella dei passeggeri e degli autisti in transito.
Ciò mentre solo a marzo veniva introdotto il reato di omicidio stradale che espone a sempre maggiori responsabilità l'autista di pullman e mezzi pubblici. Specificando, tra le altre cose molto giuste (come gli aggravi di pena in caso di guida in stato di ebrezza o sotto effetto di stupefacenti), all'articolo 589 bis che la pena (reclusione da 2 a 7 anni con arresto facoltativo e revoca patente di 5 anni in caso di omicidio colposo) venga aggravata (da 5 a 10 anni con arresto facoltativo e revoca patente di 10 anni) qualora l'autista “circoli contromano o inverta il senso di marcia in prossimità di incroci, curve o dossi”. Eppure nel caso di Cavalese, ogni anno (in estate e in inverno, durante le stagioni turistiche), con la chiusura di parte del centro gli autisti sono costretti a compiere un'inversione di marcia a U su un incrocio non predisposto a rotonda, per ordine di servizio. E così gli autisti uscendo da via Lagorai non resta che imboccare prima la strada delle Dolomiti contromano, poi infilarsi, sempre col muso contromano, in via Pizzegoda, spesso, poi, a fare marcia indietro perché troppo grossi per riuscire a fare l'inversione con una singola manovra, attraversare due corsie e imboccare, finalmente, nuovamente via Lagorai nell'altra direzione di marcia. Il tutto in mezzo al traffico cittadino con le macchine che arrivano da tutte le direzioni aumentando i rischi sia per gli automobilisti (che contromano e in maniera assolutamente inaspettata, si vedono venire incontro il muso di un grosso pullman di linea) che per lo stesso autista dell'autobus e i suoi passeggeri. Discorso simile merita la manovra di ingresso e uscita dalla stazione di Cavalese.

Anche in questo caso l'autista è costretto strutturalmente (per come è articolata la viabilità) a violare le norme sulla circolazione stradale. Per entrare nei vari settori della stazione, infatti, non può che invadere il senso opposto di marcia sull'incrocio tra via Marconi, via Roma e via Libertà. Anche in questo caso sbucando contromano in una via, in certe ore, molto trafficata. E se succedesse qualcosa? Chi ne risponderebbe? Ai posteri l'ardua sentenza sperando che le cose, almeno a Cavalese (ma non è l'unico caso in cui all'autista viene chiesto di fare un'infrazione al codice della strada, ve lo possiamo assicurare), cambino prima che diventi necessario porsi questi interrogativi.