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Terremoto, il Trentino in prima linea, ma c'è il tempo di polemizzare. Fugatti: "Invece che i profughi, ospitiamo i terremotati"

Altra scossa in mattinata di magnitudo 4.8. La situazione rimane critica. Rientrate le unità cinofile, le Province di Trento e Bolzano hanno inviato tre esperti per territorio della Protezione civile a Macerata. Con la macchina operativa a regime, in Trentino si trova il tempo di polemizzare

La deformazione del suolo fino a 70 cm (foto Vigili del Fuoco dell'Umbria)
Di Luca Andreazza - 01 novembre 2016 - 12:23

TRENTO. Non si placano le scosse nel Centro Italia, lo sciame sismico non lascia tregue alle popolazioni colpite e stremate da paura e freddo. Sono infatti ancora tantissime le scosse di assestamento, alcune delle quali molti forti, come il terremoto di questa mattina (magnitudo 4.8) con epicentro localizzato a una profondità di 10 chilometri avvertita anche a Perugia, Ancona e Roma.

 

Mentre i geologi stimano che per un'area di 130 chilometri quadrati localizzata nei pressi di Castelluccio la deformazione del suolo si sia spostata di 70 cm e la situazione rimane critica, la Provincia di Trento nell'ora dell'emergenza dimostra sempre reattività e senso di solidarietà, coordinando le operazioni demandate alle organizzazioni di protezione civile delle Regioni, con particolare riguardo alle necessità della popolazione rimasta senza tetto.

 

Il Dipartimento nazionale ha chiesto disponibilità di tende ed attrezzature da campo, ma per il momento sono state allestite solo le 'tende sociali', i tendoni mensa adibiti alle varie funzioni collettive.

 

Nel frattempo, venuta meno la necessità, sono rientrate alla base tutte le unità cinofile confluite sui luoghi dei crolli alla ricerca di eventuali vittime e dispersi.

 

Sono invece partiti alla volta di Macerata tre funzionari esperti del Servizio antincendi della Provincia di Trento che saranno parte della squadra di rinforzo richiesta dalla protezione civile delle Marche intensamente impegnata nella ricognizione dei danni e nella programmazione degli interventi più urgenti. Anche i cugini altoatesini hanno inviato a loro volta tre esperti nelle Marche.

 

La macchina dei soccorsi è già operativa: sono oltre 300 tra volontari e operatori provenienti da numerosi comitati messi a disposizione della Croce Rossa Italiana nelle zone maggiormente colpite dal terremoto, assistendo senza sosta la popolazione colpita con circa 80 sono i mezzi impiegati tra ambulanze, autovetture, fuoristrada e camion.

 

Il premier Renzi è impegnato nel dettare i tempi della ricostruzione che avverrà in quattro fasi. Nell'immediata emergenza si chiederà alle popolazioni maggiormente colpite di lasciare il proprio territorio e di accettare la proposta di spostarsi qualche settimana. La seconda, intermedia, prevede la messa in posa dei container: non sono confortevoli come le casette in legno, ma consente di riportare nei propri luoghi la gente; le tende a dicembre a Norcia e località limitrofe può rappresentare un problema per altitudine e altri aspetti. Quindi da dicembre, entro l'estate, si procederà con la costruzione delle casette di legno, prima di partire con la ricostruzione vera e propria per mettere le case a regola d'arte.

 

E mentre la macchina operativa lavora 24 ore 24 in Trentino non mancano le polemiche con il botta e risposta fra il governatore Rossi e il segretario della Lega Nord Maurizio Fugatti. 

 

Da un lato il consigliere provinciale del carroccio ha chiesto all'amministrazione di ospitare i terremotati, anziché i profughi e che alcuni leghisti sono già pronti a farlo; dall'altro il presidente Rossi ha bollato le affermazioni come demagogiche e che le autorità nazionali sanno bene che possono sempre contare sulla generosità dei trentini.

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